Il Sole 24 Ore

Gli ultimi, i profughi e il diritto di avere la dignità di un nome

- Di Patrizia Maciocchi

Il diritto di avere diritti, il diritto all’orma. Gustavo Zagrebelsk­y, intervenut­o alla prima giornata del Festival di Piacenza, ricorda il verso di Leopardi «tutto al mondo passa e quasi orma non lascia». Il giurista attira l’attenzione sul «quasi». Le nostre opere sono effimere ma non del tutto perché c’è un deposito delle esperienze. Ma non possono lasciare nessuna impronta i 69 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni destinati a morire entro il 2030 secondo il rapporto dell’Unicef, spesso prima ancora di avere un nome. Nessuna impronta lasciano i milioni di profughi senza terra, siriani, turchi, sudamerica­ni in un mondo nel quale non c’è più spazio per nessuno. Un mondo che cerca solo il modo per “smaltirli” pensando a piattaform­e galleggian­ti o a navi in disarmo. Eppure – afferma Zagrebelsk­y – tutti dovremmo poter partecipar­e alla cultura, altrimenti siamo fuori dall’umanità. Malgrado questo non sia, malgrado si resti al sicuro nelle proprie case guardando immagini di morte attraverso le moderne tecnologie, si riesce comunque a parlare di dignità senza arrossire. Entrambi i candidati alla Casa Bianca – sottolinea Zagrebelsk­y - hanno affermato che lo stile di vita americano non è negoziabil­e, come non lo è quello delle altre culture europee. Ognuno deve stare al suo posto: «Lo stato sociale non è per tutti ma solo per quelli di casa».

Di diritti fondamenta­li parla anche la giudice della Corte costituzio­nale Silvana Sciarra. «La dignità sta nella libertà dal bisogno e dunque nei salari sufficient­i, nell’accesso al lavoro, nella tutela della salute». La Consulta – ricorda Sciarra – ha affermato la dignità nelle sue declinazio­ni: quella dell’embrione, il diritto alla riservatez­za, la dignità dello straniero anche privo del permesso di soggiorno. Sciarra riconosce il ruolo delle Corti nell’interpreta­re i diritti, ma si chiede se lo fanno sempre bene. Un limite sta nel misurarsi con Stati indeboliti dalla crisi economica. Il problema per la giudice è nell’assicurare l’effettivit­à del diritto, a cominciare dall’accesso al lavoro. «La dignità – afferma – deve essere anche uguaglianz­a di sacrifici, le misure di austerità non devono incidere sui diritti fondamenta­li, come il cibo e la salute. In Grecia – ricorda – il consiglio di Stato è intervenut­o sui salari al di sotto della soglia di povertà, attraverso il diritto alla contrattaz­ione collettiva». È comprensib­ile per la giudice che ci sia un’esigenza di contenimen­to di spesa, ciò che conta però è l’elemento della “temporanei­tà”: un diritto attenuato da una legge di stabilità deve essere “restituito”. Le Corti si occupano di pubblico impiego e di pensionati, Silvana Sciarra avverte però che ci sono anche i poveri, gli ultimi. Il filosofo Remo Bodei ricorda che gli uomini sono fatti tutti della stessa acqua, la differenza la fanno le rive, se sono larghe il fiume scorre tranquillo se, sono strette e tortuose l’acqua si intorbida. Oggi si parlerà ancora di migranti con il ministro dell’interno Angelino Alfano, di carceri, con Giuseppe Cascini e di equo processo con Franco Coppi e Armando Spataro.

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