Il Sole 24 Ore

Carige cede 900 milioni di sofferenze con la Gacs

La banca genovese utilizzerà le garanzie statali concesse dal Tesoro

- Carlo Festa

tici viene poi assegnato il voto all’emissione da parte delle agenzie di rating.

Il Cda di Carige si sarebbe concentrat­o sul ricorso alle garanzie statali, le Gacs appunto, sul modello di quanto fatto dalla Popolare di Bari, il primo istituto italiano a ricorrere a questo strumento. La garanzia sulla cartolariz­zazione delle sofferenze viene infatti concessa dal ministero del Tesoro per rendere più agevole e meno penalizzan­te lo smaltiment­o dei crediti in sofferenza delle banche. Ma occorre il voto finale delle agenzie di rating sull’emissione. In questo modo lo Stato si fa garante solo delle tranche “senior” delle cartolariz­zazioni, quelle con un basso profilo di rischio.

Del resto, la banca guidata dall’amministra­tore delegato Guido Bastianini si è impegnata con Francofort­e a cedere in due tranche da 900 milioni ciascuna (la prima entro il 2016 e la seconda nel 2017) 1,8 miliardi di non performing loan. Negli ultimi mesi un team della banca genovese è stato dedicato a questo dossier.

Il capitolo della gestione degli Npl, con il ricorso alle Gacs, si è aperto concretame­nte dopo che il primo azionista di Carige, Vittorio Malacalza, ha chiuso alla possibilit­à di cessione dei portafogli di sofferenze ai private equity. Gli Npl dell’istituto ligure sono infatti finiti in questi mesi nel radar di diversi fondi: in particolar­e, del fondo Apollo, che li ha valutati al di sotto del 20% del valore nominale.

Il management di Carige si attende i nvece una migliore valutazion­e. Per la Popolare di Bari, considerat­o un progetto pilota per il mercato, i crediti deteriorat­i sono infatti stati valutati il 30% del valore lordo con il ricorso alle Gacs.

Dopo l’operazione sull’istituto pugliese, si sono aperte altre transazion­i garantite dalle Gacs: è il caso ad esempio dell’enorme cartolariz­za- zione (con scorporo di 27 miliardi di sofferenze lorde) di Mps. Ma anche Unicredit potrebbe optare per le garanzie statali su una buona parte dei propri crediti dubbi.

Chi è al momento più avanti è comunque Carige. Nel caso della banca genovese non entrerà però in campo il fondo Atlante, che invece è stato coinvolto nello scorporo delle sofferenze di Mps.

Il prossimo passaggio per Carige sarà la scelta del servicer: in pole position ci sarebbero da una parte proprio Prelios, già coinvolto sull’operazione-pilota per le Gacs della Popolare di Bari, e dall’altra Italfondia­rio, che assieme alla controllan­te doBank costituisc­e il primo gruppo italiano nella gestione dei portafogli di Npl: con circa 90 miliardi di non performing loan in gestione. Inoltre la stessa Italfondia­rio sta conducendo per conto di Jp Morgan la due diligence sugli Npl di Montepasch­i.

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