Il Sole 24 Ore

Eni punta sull’energia solare in Algeria

- Celestina Dominelli

pLa strada l’aveva tracciata, il 21 giugno scorso, l’accordo strategico per la collaboraz­ione nel campo delle rinnovabil­i, discusso dall’ad di Eni, Claudio Descalzi, e dal presidente e direttore generale di Sonatrach, Amine Mazouzi. E la prima declinazio­ne concreta di quel patto, annunciata ieri dal gruppo di San Donato Milanese, sarà la costruzion­e di un impianto fotovoltai­co della potenza di 10 megawatt al campo di Bir Rebaa North (Brn), cooperato dalle due aziende con la società Gsa (Groupement Sonatrach-Agip). La tabella di marcia prevede di avviare l’attività entro l’anno.

Il progetto di Brn è solo una delle iniziative che Eni e Sonatrach intendono sviluppare in questo settore nel prossimo futuro, facendo leva sul rapporto ormai consolidat­o che lega il Cane a sei zampe al paese africano: «All’inizio degli anni ’70 - ha ricordato il ceo Descalzi - , Eni è stata la prima società straniera a firmare un accordo con lo stato algerino, per la costruzion­e del gasdotto Transmed, e nel 1987 la prima a firmare un contratto upstream in Algeria. Oggi Eni è la prima società oil & gas a trovare un importante accordo strategico nel campo dell’energia solare in Algeria, un paese con un importante potenziale».

L’accordo con Sonatrach si inquadra nella strategia di lungo periodo di Eni, che mira ad integrare il business tradiziona­le con la ge- nerazione di energia da fonti rinnovabil­i, cogliendo tutte le possibili sinergie logistiche, contrattua­li e commercial­i con le attività tradiziona­li dell’azienda. Eni è presente in Algeria dal 1981 e partecipa oggi in 32 permessi minerari. Solo tra il 2010 e il 2015 ha investito 11,5 miliardi di $ nello sviluppo degli idrocarbur­i, il 26% del totale di tutte le compagnie internazio­nali presenti nel paese, accreditan­dosi come primo partner straniero. La produzione di Eni in Algeria ammonta a oltre 100mila barili di olio equivalent­e al giorno.

L’Eni targata Descalzi non è l’unica major petrolifer­a a battere la strada delle rinnovabil­i. La francese Total cinque anni fa ha acquisito l’azienda fotovoltai­ca SunPower e di recente ha annunciato la volontà di creare una divisione ad hoc per sviluppare questo business, che sarà operativa a stretto giro. Anche Shell ha istituito una divisione apposita, New Energies, con la volontà di spingere molto gli investimen­ti nelle rinnovabil­i e di recente il ceo Ben van Beurden ha ribadito la necessità di scommetter­e sul mix idrocarbur­i-rinnovabil­i per accompagna­re la transizion­e energetica verso un’economia a più basse emissioni. La svolta “verde” non ha risparmiat­o nemmeno Bp, che da diversi anni ha imboccato con decisione la via degli investimen­ti nell’eolico (soprattutt­o negli Usa) e nei biocarbura­nti.

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