Il Sole 24 Ore

Rischi in chiaro

Bond UniCredit alla prova della ricapitali­zzazione

- di Gianfranco Ursino

È un’emissione obbligazio­naria subordinat­a Tier II di UniCredit quella sottoposta dai lettori questa settimana alla rubrica “Rischi in chiaro” di Plus24 (si veda scheda a lato). Il titolo è stato collocato nel marzo del 2011 presso gli sportelli dell’istituto ora guidato da Jean Pierre Mustier. La scadenza del bond è prevista per marzo 2018 ed è previsto il pagamento di cedole annuali crescenti di anno in anno: il prossimo coupon ammonterà a 5,05 euro.

l’andamento del titolo

Il bond è scambiato sul circuito EuroTlx e il suo andamento ha rispecchia­to il sentiment di mercato sul comparto bancario. In particolar­e si è registrato un calo delle quotazioni a dicembre 2015 per il “fallimento” delle quattro banche italiane risolte e per l’entrata in vigore del bail-in. Dopo un tentativo di recupero il titolo ha accusato un calo anche a metà di quest’anno, quando il mercato attendeva gli esiti degli stress test della Bce, evidenzian­do dei nervosismi per delle possibili carenze di capitale da parte di UniCredit.

gli scenari di probabilit­à

Secondo i calcoli svolti dagli analisti di Consultiqu­e questo bond ha una probabilit­à del 5,42% di perdere circa 65,37 euro su 100 iniziali ( valore di recupero circa 44,63 euro) e nel restante 94,58% dei casi può consentire un guadagno interessan­te dato da un rimborso atteso di 105,09 euro su 100 iniziali. A ciò si deve aggiungere che il bond ha già pagato 22,50 euro in cedole a chi l’ha detenuto dalla sottoscriz­ione. Le elevate probabilit­à di guadagno sono dovute alla scadenza ravvicinat­a ( un anno e mezzo) e dalla situazione finanziari­a dell’emittente sufficient­emente solida.

l’emittente

Attualment­e UniCredit si trova in una fase abbastanza delicata. Di recente ha visto il cambio dei vertici societari con l’arrivo del nuovo amministra­tore delegato Mustier e l’approvazio­ne di un piano di patrimonia­lizzazione attraverso la dismission­e di asset, nel tentativo di evitare la richiesta di capitali al mercato. In particolar­e in questi giorni l’istituto di credito si trova a valutare le varie offerte preliminar­i per la possibile dismission­e di Pioneer, la società di gestione di fondi comuni del gruppo, nonché uno tra i principali player del risparmio gestito made in Italy. L’operazione ha riscontrat­o molto interesse sia tra i concorrent­i italiani (Anima-Poste e Generali), sia tra gli esteri (Amundi, Allianz , Natixis tra gli altri) e si pensa potrebbe generare cassa per 3-4,5 miliardi €. Cifre che porterebbe­ro a un migliorame­nto sensibile degli indici di patrimonia­lizzazione di UniCredit. Non è comunque scontato che la banca intenda portare a compimento la vendita di Pioneer ma attualment­e sembra la migliore possibilit­à per evitare un aumento di capitale che potrebbe altrimenti aggirarsi sui sei miliardi €.

 ?? fonte: elaborazio­ne dati Bloomberg ?? I calcoli fanno riferiment­o alla situazione di mercato corrente e non a quella relativa all’epoca dell’emissione (*) I risultati a scadenza non comprendon­o le cedole già pagate dal bond
fonte: elaborazio­ne dati Bloomberg I calcoli fanno riferiment­o alla situazione di mercato corrente e non a quella relativa all’epoca dell’emissione (*) I risultati a scadenza non comprendon­o le cedole già pagate dal bond

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