Il Sole 24 Ore

Mercati e politica

Nodi politici e bassa crescita inchiodano l’azionario Ue

- di Lucilla Incorvati

Un’ondata populista sembra abbattersi nel Vecchio e nel nuovo Continente. Dall’avanzata di Trump negli Usa alla recente forza dell’AfD in Germania, rimontata al 17% dei consensi. E che dire delle mire del Fronte Nazionale in Francia e di Podemos in Spagna. In Italia, poi, in attesa del Referendum la tensione è sempre più alta tra le forze politiche. «Rispetto al passato l’effetto di certe tensioni si impatta fortemente sui mercati finanziari perché i voti populisti rischiamo di bloccare l’azione e/o la formazione di un governo e non riguardano più piccole minoranze - ricorda Alessandro Baldin, gestore di Azimut Capital Management Sgr -; le questioni dei singoli stati stanno prevalendo su qualunque ragionamen­to comune. Lo vediamo in Europa con quanto sta accadendo in Germania, Francia e Italia sulla questione dei migranti. E lo si è visto bene con Brexit. I listini azionari odiano l’incertezza e quindi si alza la volatilità».

Le profonde disparità tra i ceti sono alla base di molte proteste. A partire dal 2008, le politiche monetarie sono state votate a salvare il sistema finanziari­o e ad evitare la depressio- ne. «Le banche centrali hanno preso in mano le redini della situazione, mentre i governi hanno tagliato i bilanci- spiega Laura Nateri, a capo di Aberdeen AM in Italia - . Ne è conseguita una crescente disparità a livello di ricchezza tra regioni e classi. Malgrado l’occupazion­e sia migliorata, il processo è stato lento e senza una crescita reale dei salari. Il recente voto con cui il Regno Unito ha deciso di lasciare l’Ue è in parte una dimostrazi­one di protesta contro l’establishm­ent e l’austerità da parte degli elettori della classe media. È una dimostrazi­one della fine delle politiche monetarie e la necessità di un intervento diverso da parte dei Governi su politiche fiscali, tagli delle tasse e un aumento della spesa per le infrastrut­ture». Secondo Nateri la decisione del Regno Unito potrebbe spingere i governi dell’Eurozona a ripensare le loro opzioni. Insomma, quando le proteste diventano elementi di intralcio a decisioni che limitano riforme struttural­i, i mercati non gradiscono. «Lo vediamo a Piazza Affari. Qualche giorno fa tutti i mercati europei erano in rialzo - aggiunge Baldin - ma Milano ha fatto meno. Non solo perché sul listino pesa la questione bancaria ma perché ci piaccia o no il mercato vede la stabilità di questo governo come decisiva per quelle riforme indispensa­bili alla crescita economica».

Come ricorda Stefano Reali, gestore di Pharus Sicav i mercati risentono dell’instabilit­à politica perché questo è un elemento che ostacola la crescita economica. «Sull’azionario pesa l’andamento utili: in Usa gli utili non crescono o sono addirittur­a leggerment­e negativi, in Europa, gli utili stanno calando a doppia cifra. Le valutazion­i in un’ottica di lungo periodo non sono attrattive. In Europa, i prezzi sono più bassi ma la scarsa crescita delle imprese e l’instabilit­à politica rendono il quadro poco attraente». Nel secondo trimestre, infatti, le società europee hanno evidenziat­o una crescita stentata, annunciand­o un calo complessiv­o degli utili del 13,4% rispetto al 2015. A ostacolare la ripresa hanno contribuit­o, in particolar­e, il referendum britannico, il rallentame­nto delle economie emergenti e la lentezza delle riforme struttural­i in Europa dove le flessioni più pronunciat­e hanno riguardato i titoli dell’energia e i finanziari, mentre hanno fatto eccezione beni di consumo e sanità. Negli Stati Uniti il settore dell’energia ha avuto un effetto negativo pronunciat­o sul tasso di crescita complessiv­o degli utili statuniten­si, attestatos­i a -2,3%, i produttori di beni voluttuari e le società di telecomuni­cazioni hanno riportato aumenti dei profitti tra i più marcati nell’indice S&P 500. Ma si teme ora l’effetto Fed. «Se la Fed aumenta i tassi, gli Usa saranno in sofferenza - conclude Reali - e in questo contesto è difficile che il mercato azionario europeo possa andare bene».

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