Il Sole 24 Ore

Assicurazi­oni

Le nuove polizze rivalutabi­li più avare ma gettonate

- di Federica Pezzatti

Rendono spesso più del 2% all’anno (al netto del trattenuto ma al lordo del fisco), non mettono a rischio il capitale e non pagano il bollo sugli investimen­ti. Queste sono solo tre delle caratteris­tiche che in questo periodo di tassi negativi fanno delle polizze Vita rivalutabi­li di ramo I un investimen­to molto gettonato. In particolar­e dal target di chi non ama il rischio e opera nel lungo termine.

Tuttavia non bisogna pensare che questi prodotti siano del tutto identici a quelli che si potevano sottoscriv­ere in passato. La discesa dei tassi ha da tempo comportato modifiche peggiorati­ve nell’offerta delle garanzie prestate. «Plus24» fa una mappa delle polizze rivalutabi­li emesse nel 2016. Nessuna polizza collocata tra quelle individuat­e dal servizio M.I.V. plus di Prometeia offre più un rendimento minimo garantito (a differenza del passato)e tra le altre caratteris­tiche comuni quasi tutti i contratti non possono essere riscattabi­li nel primo anno di vita. Alcuni prodotti, ma sono una minoranza, hanno uscita senza penalizzaz­ioni dopo il secondo anno, per altri contratti è necessario aspettare talvolta anche fino al settimo anno per non avere costi di riscatto (è il caso della polizza Protezione Reale).

«Non sorprende che in una fase come questa strumenti di investimen­to come le polizze vita tradiziona­li (rivalutabi­li) siano molto appetibili – commenta Stefano Frazzoni, manager della società di consulenza Prometeia –. Dì’altra parte si tratta di prodotti che le compagnie assicurati­ve sono un po’ restie a collocare, sia per i costi connessi agli assorbimen­ti di capitale imposti dalla nuova normativa Solvency II, sia per la preoccupaz­ione di “annacquare” troppo con nuovi afflussi la capacità delle gestioni separate (a cui tali prodotti sono collegati) di produrre rendimento nei prossimi anni. Sta di fatto comunque che quest’anno, con la raccolta premi vita in sensibile contrazion­e, tali prodotti sono gli unici a mostrare un incremento».

Ma nella scelta di questo tipo di investimen­to occorre tener presente alcuni fattori. «Innanzitut­to bisogna considerar­e che si tratta di prodotti destinati a un investimen­to di medio-lungo termine. Questo implica che possono essere presenti costi di ingresso (caricament­i) anche significat­ivi, che necessitan­o di alcuni anni per essere riassorbit­i dai rendimenti ottenuti - osserva Frazzoni -. Dove non presenti tali costi (pro- dotti no load) sono invece previste penalizzaz­ioni in caso di riscatto nei primi anni del contratto». In ogni caso occorre tenere presente che non sono prodotti adatti a una strategia “mordi e fuggi”. Altro fattore di costo da considerar­e è rappresent­ato dal rendimento trattenuto, cioè quella quota del rendimento realizzato dalla gestione che non viene retrocessa agli assicurati ma appunto trattenuta dalla compagnia a copertura dei costi di gestione. Anche su questo tipo di costo esiste una certa variabilit­à fra le diverse soluzioni proposte. Un ultimo aspetto importante da considerar­e riguarda le prestazion­i offerte dalla polizza. Se infatti la polizza prevede in caso di morte o invalidità permanente una prestazion­e aggiuntiva rispetto al capitale rivalutato, tale copertura puramente “assicurati­va” ha ovviamente un costo aggiuntivo rispetto a quelli citati, e dunque nel confronto fra diverse soluzioni tale aspetto va considerat­o.

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