Assicurazioni
Le nuove polizze rivalutabili più avare ma gettonate
Rendono spesso più del 2% all’anno (al netto del trattenuto ma al lordo del fisco), non mettono a rischio il capitale e non pagano il bollo sugli investimenti. Queste sono solo tre delle caratteristiche che in questo periodo di tassi negativi fanno delle polizze Vita rivalutabili di ramo I un investimento molto gettonato. In particolare dal target di chi non ama il rischio e opera nel lungo termine.
Tuttavia non bisogna pensare che questi prodotti siano del tutto identici a quelli che si potevano sottoscrivere in passato. La discesa dei tassi ha da tempo comportato modifiche peggiorative nell’offerta delle garanzie prestate. «Plus24» fa una mappa delle polizze rivalutabili emesse nel 2016. Nessuna polizza collocata tra quelle individuate dal servizio M.I.V. plus di Prometeia offre più un rendimento minimo garantito (a differenza del passato)e tra le altre caratteristiche comuni quasi tutti i contratti non possono essere riscattabili nel primo anno di vita. Alcuni prodotti, ma sono una minoranza, hanno uscita senza penalizzazioni dopo il secondo anno, per altri contratti è necessario aspettare talvolta anche fino al settimo anno per non avere costi di riscatto (è il caso della polizza Protezione Reale).
«Non sorprende che in una fase come questa strumenti di investimento come le polizze vita tradizionali (rivalutabili) siano molto appetibili – commenta Stefano Frazzoni, manager della società di consulenza Prometeia –. Dì’altra parte si tratta di prodotti che le compagnie assicurative sono un po’ restie a collocare, sia per i costi connessi agli assorbimenti di capitale imposti dalla nuova normativa Solvency II, sia per la preoccupazione di “annacquare” troppo con nuovi afflussi la capacità delle gestioni separate (a cui tali prodotti sono collegati) di produrre rendimento nei prossimi anni. Sta di fatto comunque che quest’anno, con la raccolta premi vita in sensibile contrazione, tali prodotti sono gli unici a mostrare un incremento».
Ma nella scelta di questo tipo di investimento occorre tener presente alcuni fattori. «Innanzitutto bisogna considerare che si tratta di prodotti destinati a un investimento di medio-lungo termine. Questo implica che possono essere presenti costi di ingresso (caricamenti) anche significativi, che necessitano di alcuni anni per essere riassorbiti dai rendimenti ottenuti - osserva Frazzoni -. Dove non presenti tali costi (pro- dotti no load) sono invece previste penalizzazioni in caso di riscatto nei primi anni del contratto». In ogni caso occorre tenere presente che non sono prodotti adatti a una strategia “mordi e fuggi”. Altro fattore di costo da considerare è rappresentato dal rendimento trattenuto, cioè quella quota del rendimento realizzato dalla gestione che non viene retrocessa agli assicurati ma appunto trattenuta dalla compagnia a copertura dei costi di gestione. Anche su questo tipo di costo esiste una certa variabilità fra le diverse soluzioni proposte. Un ultimo aspetto importante da considerare riguarda le prestazioni offerte dalla polizza. Se infatti la polizza prevede in caso di morte o invalidità permanente una prestazione aggiuntiva rispetto al capitale rivalutato, tale copertura puramente “assicurativa” ha ovviamente un costo aggiuntivo rispetto a quelli citati, e dunque nel confronto fra diverse soluzioni tale aspetto va considerato.