Mercati e politica
Volatilità « referendum » per BTp e banche
Ge st o r i e a n a l i s t i d i P i a z z a A f - fari si interrogano sull’esito che potrà avere il referendum sui mercati finanziari. In particolare si guarda ai titoli di Stato italiani e alle azioni quotate a Piazza Affari. Gli esperti temono un aumento della volatilità. L’effetto dell’instabilità politica potrebbe essere pesante in particolare sugli istituti di credito i cui «sforzi di ricapitalizzazione potrebbero essere ritardati», secondo un’analisi di Credit Suisse, e sui bond i cui «rendimenti salirebbero pur nel contesto di protezione offerto dal Qe della Bce».
Intanto il mercato si sta muovendo. «E sta puntando – dichiara Silvia Ranauro, i nvestment director Dnca Investments – sulla Spagna a scapito dell’Italia. Lo spread tra i BTp e i Bonos spa- gnoli a 10 anni è passato da -20 a +30 punti base, un movimento significativo che sconta sia le difficoltà a trovare una soluzione ai problemi di alcune banche, sia un possibile esito negativo del referendum». E aggiunge: «I BTp continueranno a essere volatili anche nei prossimi mesi – prosegue Ranauro – anche se dal punto di vista valutativo, dato il sostegno della Bce e i livelli di inflazione, sono interessanti».
Conseguenze di un esito negativo del referendum? «Potrebbe portare una nuova ondata di vendite sui goveranativi italiani da parte di istituzionali stranieri che allo stesso tempo potrebbe diventare un’occasione d’acquisto se fatta ai giusti prezzi», sostiene Ranauro.
Poi c’è il rischio contagio: la protesta dall’Italia si potrà portate in Francia e Germania, alle elezioni nel 2017, con la Spagna ancora senza Governo. E il prossimo anno le quattro maggiori economie dell’Europa potrebbero trovarsi senza un Esecutivo.
«L’esperienza della Brexit – dicono dall’ufficio studi di Copernico Sim – ci ha insegnato che estremizzare o creare allarmismi su singoli quesiti eletto- rali o referendari può rivelarsi controproducente in quanto l’esito meno gradito può incamerare il voto dei più scontenti verso il sistema».
Copernico Sim non si aspetta però l’impennata dei rendimenti registrata nel 2011, ma solo «un periodo di volatilità dei mercati mentre l’eventuale instabilità dovrebbe penalizzare le scadenze più lunghe dei titoli di Stato: tuttavia investire in durate infe- riori ai quattro anni dev’essere valutato attentamente dal momento che il rendimento lordo offerto risulta negativo o di poco superiore allo zero.
Potrebbe essere più interessante diversificare il proprio portafoglio a livello internazionale dove un’oculata gestione valutaria potrebbe incrementare il rendimento complessivo dell’investimento; in quest’ultimo caso, vista la complessità delle strategie e spesso la difficoltà ad accedere a certi mercati, potrebbe essere utile ricorrere a gestori specializzati.
Qualora il risparmiatore invece avesse già in portafoglio delle obbligazioni governative, coerenti con il proprio orizzonte temporale, il consiglio è quello di non farsi spaventare da eventuali cali nelle quotazioni e mantenerle fino a scadenza».
Diversificare il reddito fisso sovrano a livello europeo e allargare su scala globale per i prodotti a lunga scadenza, questa la ricetta di Marco Jean Aboav, macro portfolio manager i n MoneyFarm, secondo cui «i rischi sono di gran lunga più alti dei ritorni possibili, per questo abbiamo deciso di ridurre considerevolmente l’esposizione all’Italia nel reddito fisso, soprattutto per le scadenze più a breve termine della curva. Va ricordato che nel 2008 e nel 2011 il rendimento dei titoli di Stato italiani a due anni era rispettivamente del 4,5% e del 4,8 per cento, e oggi invece è negativo. In caso di choc e di rialzo di 150 punti base nel decennale italiano le nostre esposizioni verrebbero penalizzate in maniera rilevante».