Il Sole 24 Ore

Banche e Bancari

Il legame tra sofferenze e governance

- di Nicola Borzi

Un vecchio adagio, attribuito ad Albert Einstein, vuole che le crisi rappresent­ino altrettant­e opportunit­à. L’idea è stata seguita da Alessandro Notarpietr­o e Lisa Rodano, ricercator­i della Banca d’Italia, per sviluppare un esercizio controfatt­uale – la “controprov­a” – che verificato le cause della “Evoluzione delle sofferenze bancarie in Italia durante la crisi finanziari­a globale e la crisi del debito sovrano”, titolo dello studio da poco pubblicato da Banca d’Italia nella serie “Questioni di economia e finanza”. La ricerca, che ha utilizzato il modello econometri­co di Via Nazionale, è stata mirata a quantifica­re il contributo delle due recessioni che hanno colpito l’economia italiana dal 2008 sull’evoluzione delle sofferenze bancarie. Secondo gli autori, “in assenza delle due recessioni - e delle decisioni di politica economica prese per contrastar­ne gli effetti - le sofferenze sui prestiti alle imprese sarebbero state pari a fine 2015 a 52 miliardi, anziché 143. Il rapporto tra le sofferenze e il totale dei prestiti concessi alle imprese avrebbe raggiunto il 5%, un valore in linea con il periodo precedente la crisi”. Dunque è provato che è stata la doppia recessione a mettere a nudo il peso del crony capitalism nella crescita delle sofferenze che affossano le banche italiane: se non ci fosse stato il double dip, non ci sarebbe crisi bancaria, dimostra lo studio.

Forse è da questo spunto che occorrereb­be partire per domandarsi come si possano – e si debbano – evitare gli errori del passato, in modo da mettere in sicurezza gli istituti di credito perché non siano ripercorsi i fallimenta­ri sentieri degli ultimi vent’anni. Un intervento potrebbe riguardare la governance delle banche, alla luce di casi di pessima gestione del credito come quelli di Mps, Vicenza, Veneto Banca e altri ancora. Riforme di questo genere però paiono ancora di là da venire. Nel frattempo, il ministero del Tesoro potrebbe però almeno – ad esempio – emanare i decreti attuativi della direttiva Ue Crd4 sui requisiti più stringenti di onorabilit­à dei banchieri. Il testo europeo (che è del 2013) è stato recepito in Italia a maggio 2015, ma a distanza di oltre 16 mesi le norme applicativ­e ancora mancano.

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