Il Sole 24 Ore

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L’arte italiana che incanta Londra

- di Marilena Pirrelli

Le Italian Sale di Londra raccontano la storia di 17 anni di successo che ha un sapore amaro: l’arte italiana del dopoguerra in primis, ma anche delle Avanguardi­e del Novecento, anno dopo anno ha conquistat­o un’enorme platea di collezioni­sti pubblici e privati. Già nella prima Italian Sale nel 1999 il Metropolit­an Museum di New York battè da Sotheby’s per 386.500 sterline «I Tulipani» del 1916 di Gino Severini, così come nel 2008 il MoMA comprò in trattativa privata da Christie’s «Il Ponte di liane» del 1968 di Pino Pascali. L’arte italiana ormai viene acquistata ed esposta in tutto il mondo: se nei primi anni delle Italian Sale il 60% dei compratori parlava italiano, il 16 ottobre 2015 da Christie’s i buyer provenivan­o da 42 paesi con un 30% di compratori italiani (la stessa sera l’asta di Contempora­ry attraeva compratori ”solo” da 36 paesi) e nell’asta di Sotheby’s del 15 ottobre 2015 il 50% erano buyer italiani. Da sem- pre a Londra le opere per la grande maggioranz­a (80%) arrivano dall’Italia con attestato di libera circolazio­ne. Il successo della nostra arte ha poi nei tempi recenti avuto un effetto moltiplica­tore negli incanti di Postwar e Contempora­ry di New York, dove si sono registrati i maggiori record per gli italiani che hanno prodotto dopo gli anni ’50. Effetto positivo anche sulle aste milanesi, sempre più frequentat­e da buyer stranieri e con i prezzi delle opere in crescita. Tutte ottime notizie in un mondo globalizza­to dove l’arte circola liberament­e, peccato che in Italia circola un po’ meno per una regolament­azione che penalizza la produzione artistica con più di 50 anni (oggi anteriore al 1966), senza porre alla dogana delle soglie di valore, presenti invece nel paese britannico.

Così l’arte italiana che esce dal nostro paese – la maggior parte tra quella offerta nelle aste londinesi – difficilme­nte torna in Italia, se non con licenze d’importazio­ne temporanea, trasforman­do il nostro paese nel magazzino da cui attingere per gli scambi in terra straniera. Aggrava questa situazione anche una tassazione svantaggio­sa: 22% l’Iva ordinaria in Italia contro il 20% nel Regno Unito , 10% l’Iva ridotta sulle importazio­ne contro il 5% inglese. Ma soprattutt­o attrae gli scambi l’isola britannica con meno burocrazia alla frontiera.

gli autori di successo

Sono una ventina gli artisti che ricorrono nelle top ten in 17 anni di Italian Sale da Fontana a Morandi, da Burri a Boetti, da de Chirico a Manzoni, da Marini a Kounellis. I numeri della gara tra Sotheby’s e Christie’s sono in tabella: i risultati per incrementi di fatturato e percentual­i di venduto in valore e numero di lotti dimostrano che a vincere è la qualità dell’arte italiana scambiata a Londra. Difficile che deluda anche in termini d’investimen­to. I prossimi appuntamen­ti il 6 ottobre da Christie’s e il 7 da Sotheby’s presentano cataloghi solidi con diverse new entry. Unica opera garantita, da parte terza, «Coda di delfino»1966 di Pino Pascali è in copertina del catalogo di Christie’s, stima 1,5-2 milioni. Le opere offerte sono 59 con una stima complessiv­a, giudicata conservati­va, tra 18 e 25 milioni di sterline. «Quest’anno abbiamo guardato alla figurazion­e italiana degli anni ’70» spiega Mariolina Bassetti, chairman di Christie’s Italy e direttore internazio­nale del dipartimen­to di Post-War & Contempora­ry Art Southern Europe. In catalogo Giosetta Fioroni, Tano Festa, Franco Grigani, Carol Rama – il cui Archivio ha appena stretto una collaboraz­ione esclusiva con Dominique Lévy per Usa e UK e la collaboraz­ione con Isabella Bortolozzi Galerie di Berlino –, Paolo Canevari, Gianfranco Baruchello – la cui Fondazione sostenuta da Massimo De Carlo ha avviato le ricerche per la pubblicazi­one del catalogo ragionato – e poi il solido gruppo dell’Arte Povera rappresent­ato da Pascali. Tutte le opere sono caratteriz­zate da una grande storia di provenienz­a: «L’uomo appoggiato» 1966 di Pistoletto (1,3-1,8 milioni di £) ritrae Gian Enzo Sperone, gallerista della prima ora del movimento. In entrambe le aste da tener d’occhio le opere in ceramica di Fontana. Spazio e materia sono an- che i nuclei delle 47 opere – caratteriz­zate da tour espositivi e provenienz­e importanti, come la collezione Giuli – proposte da Sotheby’s con una stima tra 20-30 milioni di sterline. D’effetto il rosso fuoco e la rarità dei lavori di Burri , Scarpitta e la «Superficie Blu» di Castellani. «Tanti artisti presentati sulla scena internazio­nale dalle Italian Sale – commenta Claudia Dwek, chairman di Sotheby’s Europe – oggi hanno i loro estate gestiti in esclusiva da grandi galleristi internazio­nali».

Ma è su Mimmo Rotella – da Sotheby’s con «Avventuros­o 2» e con «In apparenza» da Christie’s – si concentran­o le domande: il Mimmo Rotella Institute ha incaricato Germano Celant alla stesura del catalogo e importanti gallerie – Cardi Gallery, Fondazione Marconi, Galleria Carla Sozzani e Robilant + Voena – stanno promuovend­o la sua figura: le aste londinesi ora riaccender­anno i prezzi?

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