Quei numeri stravaganti sull’usura
Attratto dalla popolarità dell’argomento qualcuno si improvvisa statistico e avanza stime allarmanti del mercato dell’usura. È successo nei primi anni 90, è accaduto nelle scorse settimane quando le principali testate hanno diffuso stime che indicherebbero in 3 milioni il numero di famiglie sotto usura. Sono calcoli stravaganti che non passano il test della ragionevolezza: 3 milioni sono il 15% delle famiglie. Le famiglie italiane con debito sono, secondo l’indagine della Banca d’Italia, il 20% nel 2014. Anche se il nostro mercato del credito non brilla, quello dell’usura non può avere ¾ dei clienti del mercato ufficiale. Compito dei giornali è controllare l’attendibilità della notizia (e della fonte), ma non è stato fatto. Peccato perché la diffusione di questi numeri genera allarme. Ovviamente queste stime vengono diffuse quando è più probabile che vengano accolte,cioè quando il credito scarseggia, come è successo in questi anni. Stimare la dimensione di questo mercato è molto difficile (è una attività illegale non osservabile e le denunce sono poche). Ma si può ottenere una stima indicativa per eccesso sotto un’ipotesi ragionevole: rivolgersi all’usuraio è pericoloso, per cui chi ha bisogno di un prestito, prima di chiederlo all’usuraio lo chiede alla banca. E solo se gli viene rifiutato penserà a rivolgersi all’usuraio. Un’ipotesi estrema è che tutti lo facciano. Dai dati dell’indagine della Banca d’Italia sappiamo quante famiglie si sono rivolte a una banca per chiedere un prestito e a quante la richiesta è stata rifiutata. Nell’ipotesi che solo le famiglie a cui il credito è stato negato siano potenziali clienti di un usuraio, al massimo 220 mila famiglie si sono rivolte all’usura nel 2014, un po’ di più nel 2008 e nel 2010. Se si includono anche le famiglie che non passano in banca perché pensano di non ottenere un prestito, il numero potenziale è intorno a 700 mila nel 2014 e al milione nel 2008/2010. Sono stime per eccesso perché molti comunque non andranno dall’usuraio. Il fenomeno è rilevante e merita attenzione, ma una realistica stima aiuta ad affrontarlo meglio.