I due clienti Ubi e il derivato proposto per abbassare il mutuo
Io e mia moglie stiamo vivendo una brutta disavventura con la Banca Popolare di Ancona (gruppo Ubi). Nel settembre 2014 abbiamo richiesto e ottenuto dall’istituto di credito un mutuo ipotecario a tasso variabile. Successivamente, nel mese di giugno 2015, anche a seguito della diminuzione dei tassi, abbiamo chiesto la modifica del contratto di mutuo da tasso variabile a fisso, in modo da avere uno strumento meno rischioso, rispetto a quello in essere e più adeguato alle nostre esigenze. Infatti io sono un pensionato e mia moglie è una pubblica dipendente che sta per concludere la propria esperienza lavorativa attiva. Dopo aver sentito le condizioni prospettateci da Ubi per compiere il passaggio del mutuo da variabile a fisso e aver verificato condizioni più vantaggiose offerte da altri istituti, abbiamo prospettato al responsabile della filiale l’intenzione di chiudere i rapporti con Ubi e rinegoziare il mutuo con un’altra banca. A questo punto, il direttore di filiale ci ha proposto l’utilizzo di un nuovo prodotto appena “confezionato” per i migliori clienti dalla banca, che sarebbe venuto incontro alle specifiche esigenze dei sottoscritti, cioè il passaggio da un mutuo a tasso variabile a un altro a tasso fisso, in linea con le migliori offerte presenti nel mercato. Lo stesso direttore, omettendo di illustrarci il vero contenuto del nuovo “prodotto”, ci ha indotti, approfittando della nostra fiducia, a sottoscrivere un contratto in bianco (ovvero con molte parti addirittura non compilate). In buona sostanza, ancora oggi non sappiamo con esattezza cosa abbiamo firmato e quali siano gli impegni che abbiamo assunto. Per tale ragione abbiamo chiesto più volte alla banca di fornirci copia del contratto sottoscritto, che tuttavia la stessa si è rifiutata di consegnarci. In ogni caso, con questo nuovo “prodotto”, secondo quanto illustratoci, avremmo fruito di un mutuo a tasso fisso, che si sarebbe potuto estinguere anticipatamente, in qualsiasi momento senza alcuna penale (come previsto anche nel precedente mutuo a tasso variabile). Dopo circa 8 mesi dalla stipula, ci siamo resi conto che invece di avere un mutuo a tasso fisso privo di rischi, ci siamo ritrovati, a nostra totale insaputa, a essere impegnati con un “contratto relativo ad operazioni in strumenti finanziari derivati - Otc” ad alto rischio, totalmente diverso da quanto richiesto e completamente inadeguato alle nostre esigenze finanziarie e di vita. A seguito di nostre rimostranze formulate, anche per iscritto, i funzionari della banca non si sono premurati di illustrarci il complesso contenuto del contratto, né di spiegare nel dettaglio i rilevanti profili di rischio: purtroppo, da quanto dichiarato, nemmeno il personale della banca era a conoscenza delle caratteristiche del “prodotto” e a ogni quesito posto tutti gli interlocutori interpellati ci dicevano di informarci presso la direzione generale di Ancona. Non soddisfatti da questi atteggiamenti, nel mese di giugno 2016 abbiamo surrogato il mutuo con altro Istituto Bancario e a seguito della surroga, la Ubi Banca Popolare di Ancona ci ha addebitato e intimato di pagare una penale pari a 7mila euro per i debiti nel frattempo accumulati con i derivati e per l'estinzione anticipata dell’Otc. A questo punto, ci siamo rivolti a un legale di fiducia per intraprendere il necessario iter per il riconoscimento dei nostri diritti, che tuttavia si preannuncia irto di difficoltà, visto che a distanza di oltre un mese la banca non si è degnata di dare alcun riscontro. A conclusione di questa nota non ci resta che augurarci che questa nostra disavventura possa trovare una giusta eco per evitare ad altri ciò che è successo a noi: sottoscrivere al posto di un mutuo a tasso fisso un prodotto ad alto rischio (OTC), contenente derivati, abusando della nostra fiducia e tutto ciò per raggiungere obiettivi evidentemente utili per la banca, ma in totale difformità con le esigenze e le richieste dei propri clienti.
Leopoldo Bottani e Giuliana Mancini (via e-mail)
RISPONDE GRUPPO UBI
Ci riferiamo alla lettera datata 3 luglio 2016 (ma spedita il 4 agosto ed alla scrivente pervenuta l’11 agosto scorso).
Osserviamo quanto segue (riservando ad altri, eventuali ambiti, ulteriori e più dettagliate argomentazioni): i Signori Bottani e Mancini hanno stipulato con la scrivente, nel settembre 2014, un mutuo ipotecario a tasso variabile il cui netto ricavo era destinato alla chiusura di due finanziamenti, singolarmente intestati ai clienti, in essere presso altra Banca. Dopo pochi mesi (maggio 2015), gli stessi clienti manifestavano l’esigenza di portare il tasso da variabile a fisso, pretendendo peraltro una contestuale riduzione del medesimo. Allo scopo si erano recati presso altro Istituto, per verificare le condizioni di una eventuale surroga nel mutuo da noi concesso. Per venire incontro alle istanze come sopra rappresentate, si studiò, di comune accordo, la soluzione di un derivato Otc Irs, che avrebbe consentito la “trasformazione” del tasso da variabile a fisso.
Al riguardo dobbiamo evidenziare che la banca, oltre a fornire le compiute spiegazioni del caso, ha concesso tutto il tempo necessario a visionare i contratti prima della stipula e a sottoporli a verifiche terze. Si consideri infatti che dalla data dell’invio del modello di conferma d’ordine alla riconsegna del medesimo - sottoscritto dai clienti - trascorsero circa trenta giorni.
Qualche mese dopo la sottoscrizione del derivato, nuovamente i signori Bottani e Mancini, alla continua ricerca di condizioni economiche più vantaggiose, ottenevano dal medesimo istituto di cui sopra una nuova offerta, finalizzata alla surroga nel mutuo da noi concesso. È da questo momento che i clienti, con l’assistenza di un Legale, iniziano ad inviare lettere di reclamo, peraltro sempre puntualmente riscontrate dalla nostra banca, come pure sono state riscontrate - diversamente da quanto sostenuto nella missiva 3 luglio scorso, oggetto della presente, le richieste di copia dei contratti (tanto emerge dalla lettera del Legale datata 20/6/2015). Con l’intento di avvantaggiarsi delle condizioni economiche loro prospettate, e resi edotti delle conseguenze di una anticipata chiusura del contratto Otc, i clienti hanno deciso di stipulare il mutuo con surrogazione.
Tale operazione ha generato, come espressamente previsto nel contratto (quadro) relativo ad operazioni in strumenti finanziari derivati Otc - integrativo del contratto per la negoziazione, il collocamento e la trasmissione di ordini, la chiusura, come detto, del derivato con conseguente, inevitabile addebito ai clienti del relativo MTM, purtroppo negativo a motivo dell’andamento dei mercati. Nella certezza di aver chiarito la posizione e l’operato della banca, confermiamo la nostra disponibilità nei confronti della clientela.