Il Sole 24 Ore

I dubbi sugli scenari di performanc­e

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guardato la disciplina degli scenari di performanc­e e l’efficacia di taluni avvertimen­ti sui rischi di perdita: due misure di trasparenz­a, quindi. Per questo motivo faccio fatica a comprender­e la posizione del Parlamento, di cui mi paiono evidenti, di contro, le ragioni squisitame­nte politiche. In ogni caso, la proposta della Commission­e declina l’impostazio­ne generale della regolament­azione di primo livello. Se il Parlamento la ritenesse inadeguata, dovrebbe modificare il regolament­o, non limitarsi a respingere gli Rts.

Diceva che una delle critiche riguarda gli scenari di performanc­e. Cosa ne pensa?

L’inclusione degli scenari di performanc­e è oggettivam­ente un punto delicato nella disciplina di trasparenz­a. Da tempo se ne discute in molte sedi e anche in Italia, come è ben noto, sono state avanzate proposte i n tal senso, che non hanno, tuttavia, ottenuto seguito. I punti delicati sono due: da un lato, non è ancora del tutto risolto il problema sull’accuratezz­a dei modelli utilizzati per la determinaz­ione delle performanc­e future; dall’altro, esiste il rischio che l’indicazion­e degli scenari di performanc­e possa essere interpreta­ta come un impegno vincolante per gli emittenti, con la conseguent­e possibilit­à di contenzios­i. Da questo punto di vista, l’opposizion­e degli intermedia­ri finanziari ha una sua ragionevol­ezza. Personalme­nte, ho, peraltro, dubbi sull’adeguatezz­a della disciplina nel suo complesso: la trasparenz­a è certamente meglio dell’opacità, ma la tutela dell’investitor­e retail mi sembra passare molto più dalla responsabi­lizzazione degli intermedia­ri che dalla trasparenz­a del prodotto. Gli investitor­i al dettaglio cercano, anzitutto, intermedia­ri di cui potersi fidare per scelte di investimen­to che, nella grandissim­a parte dei casi, non sono in grado di gestire da soli.

Si può immaginare un’entrata in vigore della direttiva senza regole tecniche?

Credo sia ragionevol­e aspettarsi uno spostament­o in avanti della data di entrata in vigore dell’intera disciplina sui Priips, come già accaduto per Mifid2 e Mifir. In tal modo, ci sarebbe il tempo per elaborare i nuovi Rts e per coordinare la disciplina con le nuove regole sui servizi di investimen­to. Per non dire che, senza un rinvio, l’industria finanziari­a avrebbe dei tempi eccessivam­ente ridotti per adeguarsi alle nuove regole.

— An.Cr.

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