Il Sole 24 Ore

Via libera dalle banche centrali

- di Francesco Paglianisi

Dopo la riunione della Bce, della Fed e della Boj possiamo tirare alcune conclusion­i. La prima. Per 13 sedute, dall’8 settembre al 21 settembre, il mercato ha temuto che le banche centrali volessero contrastar­e l’ascesa degli asset finanziari alimentata non dai fondamenta­li ma dall’azione dei Qe. Se alla mancata modifica del Qe europeo si fosse aggiunto il rialzo dei tassi da parte della Fed, il mercato non avrebbe avuto più dubbi: festa finita e “punizione” per chi acquista asset lontano dal loro valore reale. Il dubbio è stato rimosso. La seconda. Il rialzo dei tassi da parte della Fed del dicembre 2015 è stato un errore, l’acquisita prudenza della Yellen rassicura i mercati che questa volta, prima di rialzare ancora i tassi, lo scenario macro dovrà essere solidament­e in crescita. Terzo e ultimo punto. Le banche centrali ci consegnano una prospettiv­a di crescita più debole e un raggiungim­ento del target inflazione al 2% più difficolto­so. È sintomatic­a l’azione della Boj che introduce un controllo sui rendimenti della curva ed un’espansione della massa monetaria ad oltranza. In sintesi la crescita reale del sistema economico è ancora troppo debole per fare a meno degli stimoli quantitati­vi. Se questa ipotesi è corretta gli asset, sia equity sia bond, ritorneran­no a crescere di prezzo. L’ipotesi di un T-note oltre il 2% che trascina al rialzo il Bund, tramonta. Il future tedesco dovrebbe riportarsi in territorio negativo e puntare ancora verso il -0,10%.

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