Via libera dalle banche centrali
Dopo la riunione della Bce, della Fed e della Boj possiamo tirare alcune conclusioni. La prima. Per 13 sedute, dall’8 settembre al 21 settembre, il mercato ha temuto che le banche centrali volessero contrastare l’ascesa degli asset finanziari alimentata non dai fondamentali ma dall’azione dei Qe. Se alla mancata modifica del Qe europeo si fosse aggiunto il rialzo dei tassi da parte della Fed, il mercato non avrebbe avuto più dubbi: festa finita e “punizione” per chi acquista asset lontano dal loro valore reale. Il dubbio è stato rimosso. La seconda. Il rialzo dei tassi da parte della Fed del dicembre 2015 è stato un errore, l’acquisita prudenza della Yellen rassicura i mercati che questa volta, prima di rialzare ancora i tassi, lo scenario macro dovrà essere solidamente in crescita. Terzo e ultimo punto. Le banche centrali ci consegnano una prospettiva di crescita più debole e un raggiungimento del target inflazione al 2% più difficoltoso. È sintomatica l’azione della Boj che introduce un controllo sui rendimenti della curva ed un’espansione della massa monetaria ad oltranza. In sintesi la crescita reale del sistema economico è ancora troppo debole per fare a meno degli stimoli quantitativi. Se questa ipotesi è corretta gli asset, sia equity sia bond, ritorneranno a crescere di prezzo. L’ipotesi di un T-note oltre il 2% che trascina al rialzo il Bund, tramonta. Il future tedesco dovrebbe riportarsi in territorio negativo e puntare ancora verso il -0,10%.