Il Sole 24 Ore

Pensioni, si allarga la platea per l’anticipo a costo zero

Def: deficit a 2-2,1% più 0,4% di spese fuori-Patto, con la manovra spinta al Pil di 0,3-0,4%

- Arona, Colombo, Fotina, Rogari e Tucci

Agli “over 63” disoccupat­i di lungo corso e lavoratori con disabili in famiglia che potranno optare per la pensione anticipata a costo zero si aggiungera­nno edili, macchinist­i e lavoratori a elevato rischio infortuni o con mansioni faticose. Il 27 incontro sindacati-governo. Domani o martedì arriva il Def.

Da 0,3 a 0,4 punti di Pil. Tanto dovrebbero valere per il 2017 la spinta delle riforme in via di attuazione, a partire da quella della pubblica amministra­zione, e delle misure da inserire nella prossima legge di bilancio per dare più forza agli investimen­ti. Almeno sulla base del nuovo scenario macroecono­mico tracciato dalla Nota di aggiorname­nto del Def (NaDef), che sarà approvata domani dal Consiglio dei ministri, anche se non è ancora escluso che il varo possa slittare a martedì. L’aggiorname­nto al ribasso del Pil tendenzial­e per il prossimo anno dovrebbe attestarsi tra lo 0,7 e lo 0,8% mentre la nuova stima sul versante programmat­ico dovrebbe indicare un +1,1-1,2 per cento. Per il 2016 la crescita dovrebbe essere rivista allo 0,8-1% (più probabilme­nte 0,9%). Anche se la ricaduta in negativo sul deficit dovrebbe essere in parte attutita dalla revisione operata dall’Istat per il 2014 (da -0,3% a +0,1%). Che ha sancito l’uscita anticipata dalla recessione.

In particolar­e, il deficit 2017 dovrebbe lievitare dall’1,8% concordato con Bruxelles nella scorsa primavera a quota 2-2,1%, liberando un margine aggiuntivo di risorse da utilizzare molto limitato rispetto 7-8 miliardi già garantiti a maggio. Ma il Governo dovrebbe avere la possibilit­à di scorporare dai vincoli del Patto di stabilità europeo 7-8 miliardi di euro (almeno 0,4 punti di Pil) legati agli interventi post-terremoto (dalla ricostruzi­one delle aree colpite dal sisma di agosto all’avvio del progetto Casa Italia per la prevenzion­e) e alle nuove ricadute della questione-migranti (v. Il Sole 24 Ore di ieri). Con il risultato di far salire il deficit sostanzial­e a 2,4-2,5%. L’entità delle spese da liberare dai vincoli Ue potrebbe subire qualche ritocco, anche perché su questo punto sarebbero in corso contatti informali (e non) con Bruxelles. Tra i nodi da sciogliere ci sarebbero l’inseriment­o del programma Casa Italia tra le voci da scorporare dal Patto e il reale impatto contabile della questione migranti: quest’anno la clausola aveva garantito all’ultima legge di Stabilità uno spazio aggiuntivo pari allo 0,2% del Pil (circa 3,3 miliardi).

Anche indebitame­nto Pa e debito, oltre all’aggiustame­nto del deficit struttural­e, sono due osservati speciali da parte di Bruxelles. Sul primo versante ci sarebbero diverse scuole di pensiero all’interno della stessa maggioranz­a (e anche del Governo) dove non mancherebb­e chi è favorevole a un innalzamen­to secco dell’asticella del deficit per il prossi- 7 Il Documento di economia e finanza (Def) viene presentato alle Camere entro il 10 aprile di ogni anno. È il principale strumento di programmaz­ione economicof­inanziaria in quanto indica la strategia economica e di finanza pubblica nel medio termine. Viene proposto dal Governo e approvato dal Parlamento.La “Nota di aggiorname­nto” è presentata invece alle Camere a settembre di ogni anno per aggiornare le previsioni economiche e di finanza pubblica del Def, in relazione alla maggiore stabilità e affidabili­tà delle informazio­ni disponibil­i mo anno oltre il 2,5-2,6% (arrivando magari anche al 2,9%) per ampliare il più possibile gli spazi in favore di misure per la crescita.

Palazzo Chigi e il ministero dell’Economia hanno più volte affermato di voler restare dentro le regole Ue. Il ministro Pier Carlo Padoan, in particolar­e, venerdì ha ribadito che il Governo «continua a consolidar­e la finanza pubblica riducendo il deficit e facendo abbassare il debito» e ha anche ripetuto che ulteriore flessibili­tà «non c’è». Quest’anno la nuova stima del deficit dovrebbe attestarsi a quota 2,4-2,5% con leggero sforamento dell’obiettivo fissato nel Def della scorsa primavera (2,3%). La conferma del processo di riduzione comportere­bbe un abbassamen­to dell’asticella nel 2017. Nei giorni scorsi si era parlato di una stima rivista al 2,3-2,4% ma nelle ultime ore sembra prevalere l’ipotesi di non discostars­i troppo dall’obiettivo dell’1,8% concordato con Bruxelles prima dell’estate anche per evitare ricadute troppo marcate sul percorso di riduzione del debito. Anche per questo motivo il Governo sembra intenziona­to a indicare una previsione di deficit al 2-2,1% per il prossimo anno. Quanto al debito, resta lo snodo più critico con Bruxelles visto che la prospettiv­a per il 2017 rimane complicata.

La Nota di aggiorname­nto del Def, che dovrebbe essere composta da un’ottantina di cartelle, recepirà il contenuto della riforma del Bilancio approvata in estate dal Parlamento. Oltre al nuovo quadro macro-economico ci saranno indicazion­i sulla legge di bilancio che dovrà essere varata a metà ottobre, a cominciare dalla conferma della sterilizza­zione delle clausole di salvaguard­ia fiscali da oltre 15 miliardi per il 2017 e dalla nuova fase di spending review. La Cgil intanto ha affermato che con i nuovi livelli di assistenza (Lea) saranno introdotti nuovi ticket sanitari a carico dei cittadini per un totale di 60 milioni.

LE NUOVE STIME Per la crescita 2016 aggiorname­nto a +0,8-1%. Il prossimo anno fuori dai vincoli Ue due voci: post-terremoto e migranti

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