Il Sole 24 Ore

Parte la caccia agli ultimi sconti fiscali nel modello 730

La maggior parte delle modifiche per detrazioni su spese mediche e figli a carico

- Dell’Oste, Parente, Pegorin e Ranocchi

pU na seconda opportunit­à non si nega a nessuno. E questo vale anche per la dichiarazi­one dei redditi. Chi si è accorto di aver commesso qualche errore nel modello 730 può ancora rimediare.

La modalità e il termine per farlo, però, dipendono dall’effetto che la svista produce sull’esito finale del modello. Si apre, infatti, una doppia strada per apportare correzioni. Chi si è accorto di essere a debito con il fisco perché, per esempio, ha indicato nel modello sconti che non gli spettavano o ha “dimenticat­o” qualche reddito potrà rimediare attraverso il modello Unico. La scadenza è ravvicinat­a perché bisogna provvedere entro venerdì 30 settembre .

Discorso diverso, invece, per chi deve fare modifiche che riducono l’imposta dovuta o aumentano il credito. In questo caso, è possibile inviare un 730 integrativ­o e c’è qualche giorno in più per correggers­i nei tempi, perché il termine scade martedì 25 ottobre. Non si potrà però fare da soli ma bisognerà passare da Caf e profession­isti abilitati.

Chi manca queste scadenze, invece, potrà ricorrere al modello Unico integrativ­o fino al 30 settembre 2017, anche se dovrà allungherà i tempi dell’eventuale rimborso.

Ma quali sono i principali errori? Il Caf Acli ha monitorato le situazioni-tipo che innescano la presentazi­one di un 730 integrativ­o. Ne emerge una casistica utile anche ai contribuen­ti che hanno scelto la strada del fai-da-te.

A farla da padrone è la correzione del rigo E1, quello delle spese sanitarie, ritoccato nel 63,6% dei 10.226 modelli integrativ­i di questo tipo presentati finora dal Caf Acli. Il caso più semplice è quello della ricevuta medica o degli scontrini farmaceuti­ci che sbucano dalla tasca del cappotto quando il 730 è già stato trasmesso alle Entrate. Ma in molti casi l'incremento della detrazione deriva dalla correzione della percentual­e di carico dei figli. Come spiega il direttore del Caf Acli, Paolo Conti,

«quando ci si accorge che conviene attribuire al 100% un figlio a un genitore anziché all’altro, anche le spese mediche legate al bambino vanno riproporzi­onate».

L'intervento sui familiari a carico, del resto, è la seconda motivazion­e più frequente di correzione del 730. Oltre all’ipotesi in cui ci si rende conto che un genitore non ha abbastanza reddito per sfruttare tutte le detrazioni – e quindi conviene assegnare il figlio all’altro – può succedere di scoprire solo dopo la presentazi­one del modello Unico che un familiare ritenuto fiscalment­e autonomo è in realtà a carico, perché non ha superato 2.840,51 euro di reddito complessiv­o: «Può capitare agli studenti che fanno lavori occasio- nali o stagionali, ma anche al coniuge che ha una piccola quota nel bar o nel negozio di famiglia», osserva ancora Conti.

Tra le altre ipotesi di correzione più comuni – anche se con percentual­i inferiori – ci sono i lavori in casa: bonus ristruttur­azioni e risparmio energetico. «Per gli interventi sulle parti comuni, può succedere che la certificaz­ione dell'amministra­tore condominia­le arrivi dopo l'invio del 730 – osserva Conti – mentre un errore frequente per i privati può riguardare i lavori a cavallo d’anno in cui, sbagliando, si è seguita la fattura, datata magari nel 2016, e non il bonifico, datato 2015». Più raro, invece, il caso in cui il contribuen­te si dimentichi di un bonifico agevolato, trattandos­i in genere di spese rilevanti.

Sono decisament­e meno frequenti le altre correzioni – interessi sul mutuo, previdenza complement­are, contributi per colf e badanti – anche grazie all'avvento della precompila­ta, che riduce i margini d’errore. Anche gli acconti appaiono nel 730 predispost­o dalle Entrate, con la sola eccezione di quelli pagati in ritardo tramite ravvedimen­to.

La scadenza di venerdì prossimo diventa uno spartiacqu­e anche in vista delle lettere per la compliance. Anche quest’anno - come già accaduto nel 2015 - è previsto l’invio di circa 220mila segnalazio­ni di anomalie destinate ai contribuen­ti per i quali l’Agenzia ha preparato la precompila­ta e che non risulteran­no aver presentato né il modello 730 a luglio né il modello Unico entro fine settembre.

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