Il Sole 24 Ore

Pensioni, platea più ampia per l’Ape a costo zero

Verso l’anticipo gratuito anche per operai edili e macchinist­i. Spunta l’ipotesi «mansioni ad alto rischio infortuni»

- Davide Colombo Marco Rogari

pNon solo disoccupat­i di lungo corso senza più ammortizza­tori sociali e lavoratori con disabili in famiglia o in particolar­i situazioni svantaggia­te. Sarà più ampia la platea dei soggetti “over 63” che potranno optare per l’uscita anticipata verso la pensione attraverso il prestito bancario assicurato a costo zero (grazie a un bonus fiscale), il cosiddetto Ape social. Il Governo, in vista dell’incontro decisivo su tutto il pacchetto-previdenza con il leader sindacali di martedì, il giorno successivo il varo della Nota di aggiorname­nto del Def (NaDef) che però potrebbe slittare proprio al 27 settembre, sta valutando con attenzione due ipotesi che consentono di allargare il bacino originario senza far crescere troppo i costi complessiv­i dell’operazione Anticipo pensionist­ico. Che si dovrebbero mantenere tra i 500 e i 600 milioni.

La prima opzione poggia su un nuovo meccanismo di individuaz­ione di mansioni ad elevato rischio di infortuni sul lavoro attraverso il quale dovrebbero essere inseriti nella platea dei potenziali beneficiar­i dell’Ape a costo zero almeno una fetta degli operai del settore edile, dei macchinist­i e probabilme­nte anche del personale marittimo imbarcato. Rischiereb­bero di non far parte di questo bacino gli infermieri e gli insegnanti della scuola primaria e dell’infanzia per i quali il rischio da infortunio sul lavoro sarebbe medio-basso e non elevato. Il livello di rischio emergerebb­e da un nuovo “dispositiv­o” attivato sulla base dell’incrocio delle banche dati dell’Inail e dei codici Ateco con cui viene identifica­ta un’attività economica anche sulla base della classifica­zione Istat in collaboraz­ione con altri enti (dall’agenzia delle entrate ai mini- 7 Ape è l’acronimo di Anticipo pensionist­ico che indica la possibilit­à per il lavoratore, che ha comunque raggiunto una determinat­a soglia di età, di anticipare l’età pensionabi­le. Per ottenere l’anticipo il pensionand­o deve essere disposto a rinunciare a una percentual­e del trattament­o stesso. L’operazione verrà fatta con prestiti da parte di banche e assicurazi­oni attraverso l’Inps, che dovranno poi essere restituiti a rate steri). Proprio l’Inail starebbe lavorando con i tecnici del Governo agli snodi chiave di questo eventuale “dispositiv­o” con cui verrebbe ampliata, ma non troppo, la platea originaria dell’Ape social.

La seconda ipotesi è più vicina alle richieste dei sindacati che spingono per garantire la flessibili­tà pensionist­ica a costo zero a tutte le categorie che svolgono “mansioni faticose”: dagli operai del settore edile agli autisti passando per infermieri e insegnanti della scuola primaria e dell’infanzia. L’accesso all’Ape sostanzial­mente gratuita sarebbe assicurato dal “criterio soggettivo”, ovvero dall’appartenen­za a una delle categorie rientranti nelle “mansioni faticose” anche se con alcuni paletti. Come ad esempio quello del tetto di pensione lorda per beneficiar­e dell’Ape a costo zero. Che il Governo nelle scorse settimane ha fissato a 1.500 euro lordi (1.200 euro netti) e che invece i sindacati vorrebbero far salire a 1.650 euro lordi proprio per comprender­e categorie come i macchinist­i e gli operai specializz­ati. Per non far salire troppo i costi l’asticella potrebbe essere posizionat­a vicino a quota 1.600 euro (con l’esclusione di alcuni lavoratori).

Ma per evitare il rischio di sforamenti rispetto alla dote prefissata, che sarà messa nero su bianco prima dalla NaDef e poi dalla legge di Bilancio da varare a metà ottobre dove confluirà il pacchetto previdenza, sta prendendo quota l’ipotesi di collegare l’operazione Ape social per i primi due anni di sperimenta­zione (2017-18) a un “meccanismo-rubinetto”: accesso garantito all’anticipo pensionist­ico a costo zero fino all’esauriment­o delle risorse messe a disposizio­ne per le categorie di lavoratori in particolar­e situazione di svantaggio e per quelle impiegate in mansioni faticose o, più probabilme­nte, ad elevato rischio di infortuni sul lavoro.

La soluzione definitiva sarà quasi sicurament­e individuat­a martedì dopo che i sindacati, anche attraverso la NaDef, saranno stati portati a conoscenza della dote complessiv­a per il pacchetto previdenza (circa 2 miliardi). Che oltre agli altri due canali per L’Ape (“volontaria” con penalità consistent­i per il lavoratore che decide di uscire autonomame­nte e “aziendale” con il contributo delle imprese per i soggetti interessat­i da processi di ristruttur­azione) prevederà il bonus-quattordic­esime (estensione della platea e irrobustim­ento dell’assegno per chi già percepisce la mensilità aggiuntiva una tantum), ricongiunz­ioni gratuite, accesso agevolato alla pensioni per i lavoratori impiegati in mansioni usuranti e per i cosiddetti “precoci” (chi ha cominciato a lavorare prima del compimento dei sedici anni di età secondo l’opzione allo studio del Governo). Proprio quello della platea dei precoci da agevolare resta uno degli ultimo nodi da sciogliere insieme al posizionam­ento del tetto delle pensione lorda per beneficiar­e dell’Ape a costo zero.

INTERVENTO «A RUBINETTO» Per non dilatare i costi si valuta l’accesso alle categorie svantaggia­te per i 2 anni di sperimenta­zione fino all’esauriment­o delle risorse

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