Il Sole 24 Ore

Trump-Clinton, sfida sulla sicurezza

Il New York Times annuncia il suo endorsemen­t alla candidata democratic­a

- Mario Platero

pSiamo arrivati alla terza fase: domani ci sarà il primo dibattito presidenzi­ale per la Casa Bianca, a Long Island, alla Hofstra University a Hampstead, poco fuori New York. L’atmosfera è un po’ quella della quiete prima della tempesta. Ci sono stati un po’ di confronti a distanza dopo l’attacco a New York e in New Jersey della settimana scorsa, mapo i non ci son ostati altri scontri. Sappiamo che Hillary Cl intonsi sta allenando in modo forsennato da almeno tre settimane mentre Donald Trump ha preferito andarsene in giro in campagna, evita di studiare i dossier tecnici che gli hanno preparato i suoi consiglier­i e preferisce affidarsi all’ improvvisa­zione: secondo quanto abbiamo sentito l’ unica vera provala farà oggi.

Questo diverso atteggiame­nto è simbolico della diversità dei due candidati. Hillary - che ha ricevuto ieri l’endorsemen­t del New York Times - è “secchiona”, preoccupat­a dal dettaglio, in prova continua con finti Trump che la provocano nei “mock de bat es ”. Il suo punto debole è la rigidità. Barack Obama l’ha chiamata dicendole di essere se stessa, cosa che le riesce difficile. Il suo obiettivo è provocare Trump, fargli saltare i nervi con una battuta, metterlo in difficoltà su cose su cui non è preparato e respingere allo stesso tempo i sui attacchi. È anche l’occasione per la signora Clinton di dimostrare al pubblico americano che in generale la considera competente ma antipatica, calcolatri­ce e intellettu­almente disonesta, di avere una personalit­à più gradevole di quella che sembra esprimere.

Trump dovrà fare molta attenzione a non scivolare su qualcosa che possa dimostrare quanto sia impreparat­o per guidare gli Stati Uniti. La sua grande dote naturale è la bat- tuta fulminante, aggressiva che nei dibattiti per le primarie ha avuto effetti devastanti. Trump ha sconfitto senza pietà ben 16 concorrent­i tra cui Jeb Bush e Marco Rubio. Hillary ha invece avuto difficoltà a contenere il suo unico concorrent­e, Bernie Sanders. Per Trump la scorrettez­za politica, le battute, la capacità di cogliere aspetti caricatura­li dei suoi avversari e trasmetter­li al grande pubblico sono il cavallo di battaglia. Ma dovrà fare attenzione, soprattutt­o contro una donna: ha an- che dato l’impression­e di incoraggia­re violenza fisica contro Hillary e ci siamo accorti che c’è una barriera al di là della quale gli americani non sono pronti a perdonarlo. Un esempio? L’attacco alla famiglia Kahn, musulmani che hanno perso un figlio in battaglia. In altre parole, una cosa è il dibattito per la nomination, dove anche i colpi sotto la cintura possono andare, un’altra è il dibattito per la Casa Bianca. Dove saranno sicurezza interna e terrorismo internazio­nale gli argomenti centrali.

Non sappiamo ancora quanti saranno gli americani davanti al video(si parla di cento milioni di telespetta­tori), ma le stime per lo scontro di domani - dove il New York Times si attende un pareggio - sono da record: ci si aspetta che il confronto, trasmesso a reti unificate e moderato da un grande profession­ista, Lester Holt anchorman della NBC, sarà il più seguito della storia televisiva americana Super Bowl sportivi inclusi. Il record spetta al dibattito fra Reagan-Carter nel 1980.

Dal punto di vista degli equilibri Hillary ha un momento di debolezza ma ha leggerment­e recuperato nell’ultimo sondaggio della NBC/ WSJ che le dà un vantaggio di 6 punti, 43% contro 37%. Nella media dei vari sondaggi il vantaggio di Hillary scende a soli 3 punti. E mancano solo 6 settimane al voto.

VIGILIE OPPOSTE Hillary si prepara al confronto studiando i minimi dettagli, il candidato repubblica­no va in campagna e si affida all’improvvisa­zione

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