Milano, patto per l’innovazione
La questione industriale. Domani l’accordo tra Assolombarda e nove università per far decollare il trasfer imento tecnologico Guindani: la città ha le caratteristiche per diventare un hub della conoscenza
Elevata produzione intellettuale e scientifica, limitato impatto sul mercato. Se la Lombardia, anche sul fronte dell’innovazione, si conferma locomotiva nazionale, nel confronto con i “motori” europei il risultato è ben diverso. Quasi appaiata al Bayern in termini di “densità” scientifica (articoli altamente citati per abitante), la regione arriva solo al 31% della performance tedesca in termini brevettuali, cioè innovazione che ha maggiori chance di finire sul mercato. Colmare questo gap, migliorando l’efficacia del trasferimento tecnologico tra università e imprese è l'obiettivo dell'accordo che verrà siglato domani tra Assolombarda-Confindustria Milano Monza e Brianza e gli atenei milanesi (oltre che Pavia), intesa di durata triennale che punta a dare continuità e un approccio sistemico ad attività avviate già da tempo.
«Il piano strategico di Assolombarda - spiega Pietro Guindani, vicepresidente dell’associazione con delega a Università, innovazione e capitale umano - punta a far diventare Milano un vero e proprio hub della conoscenza, vivaio e crocevia del trasferimento tecnologico e dello sviluppo del capitale umano. Negli ultimi anni abbiamo lavorato su questi fronti, attivando nuove modalità di partenariato con le università. Questo accordo è in un certo senso punto di arrivo di questo percorso, ma rappresenta anche un grande passo in avanti».
L’intesa, che coinvolge Politecnico, Università degli Studi di Milano e di Pavia, Bicocca, Cattolica, Bocconi, Humanitas, Iulm e S.Raffaele, si sviluppa lungo tre macro-direttrici, che riguardano capitale umano, innovazione per la competitività e trasferimento tecnologico, incentivi a ricerca e innovazione. Forme di partenariato didattico, programmi di dottorato ad hoc, investimenti aggiuntivi in alta formazione da parte delle imprese serviranno anzitutto per migliorare l’occupabilità degli studenti, riducendo il divario tra domanda di competenze delle imprese e offerta formativa.
Sul fronte del trasferimento tecnologico verranno adottati processi formalizzati di match-making, flussi informativi sistematici e sessioni periodiche in cui università da un lato e imprese dall’altro metteranno in campo le caratteristiche di offerta (brevetti, spin-off, progetti di ricerca) e domanda (opportunità di mercato, strategie di sviluppo).
«Credo che in Lombardia - aggiunge Guindani - l’opportunità maggiore sia nel trasformare la conoscenza esistente in innovazioni funzionali alla competitività delle imprese. Il patrimonio di know-how delle nostre università è eccellente, anche in termini di posizionamento internazionale. Si tratta però di rendere più efficace il trasferimento tecnologico e per farlo occorre intervenire sui processi, entrare in un percorso di sviluppo congiunto, creare meccanismi interattivi tra atenei ed imprese che siano continui e non occasionali». Un terzo ambito di intervento riguarda l’accesso a bandi e finanziamenti italiani ed europei, con l’obiettivo di incrementare il tasso di partecipazione delle im- prese e le loro chance di successo, attivando processi di condivisione delle informazioni e valutando ipotesi di partenariati.
«La situazione qui è migliore rispetto al passato - spiega Guindani - ma il presente non basta: nell'accesso alla finanza per l'innovazione c’è molto lavoro da fare. E le Università possono rappresentare un trampolino utile per accompagnare le imprese in Europa». L’accordo triennale tra Assolombarda e gli atenei prevede per ciascun soggetto l’identificazione dei referenti operativi per gli ambiti di intervento e una verifica annuale dei risultati raggiunti, utilizzando indicatori quali-quantitativi di efficacia dell’attività. «Questo non è un protocollo di intenzioni - aggiunge Guindani - ma un accordo impegnativo per le parti: Assolombarda si mette in gioco per mobilitare le imprese, ciascun ateneo mette in campo le proprie eccellenze. L'obiettivo è quello di fare la differenza, cambiare i numeri che oggi ci vedono in svantaggio competitivo, aumentando i brevetti e le innovazioni che raggiungono il mercato. In sintesi, dobbiamo fare di più e di meglio: didattica e pubblicazioni da sole non bastano per creare occupazione».
I CONTENUTI L'intesa interessa a 360 gradi tutti gli ambiti della collaborazione tra mondo imprenditoriale e mondo accademico