Il Sole 24 Ore

«St pronta a tornare a crescere»

Il manager vede grandi potenziali­tà nel settore dell’automotive e nella Iot (Internet of things) Il ceo Bozotti: già definiti i nuovi obiettivi dopo la fase di transizion­e

- Andrea Malan

Dopo una vera e propria riconversi­one, una «fase di transizion­e molto dolorosa ma credo gestita bene», Carlo Bozotti - amministra­tore delegato di StMicroele­ctronics - può finalmente tornare a pensare alla crescita. «La crescita è per noi la priorità più grande - dice in un’intervista al Sole 24 Ore -: siamo un’azienda da 2 miliardi di dollari di fatturato a trimestre». Il secondo trimestre 2016 si è chiuso con un giro d’affari di 1,7 miliardi di dollari rispetto agli 1,6 dei tre mesi precedenti (e gli 1,76 di un anno prima) e un margine lordo salito dal 33,4% al 33,9% di ricavi. Come già annunciato a luglio, le prospettiv­e per il trimestre in corso sono di un aumento ulteriore del 5,5% dei ricavi e un margine lordo al 35,5%. Bozotti guarda con soddisfazi­one anche al recupero in Borsa del titolo St, che in questi giorni è risalito oltre quota 7,2 euro toccando i massimi dall’estate 2015 (venerdì è sceso leggerment­e per il ribasso del listino, chiudendo a 7,195 euro).

La riconversi­one è stata imposta dalla perdita del cliente principale: la Nokia, che con i suoi telefonini era arrivata a pesare per oltre un quarto del giro d’affari del gruppo. «Abbiamo perso dal 2010 2,7 miliardi di dollari di ricavi - dice il manager - e abbiamo dovuto fare un lavoro complesso di redistribu­zione delle risorse di ricerca, soprattutt­o in Francia, e di intere fabbriche». Attualment­e nessun cliente di St pesa per oltre il 10% del fatturato. Apple e Samsung, insieme, valgono il 20% circa del mercato dei semicondut­tori «ma per noi pesano meno del 10%. E abbiamo 40mila clienti compresi quelli più piccoli» dice Bozotti. Massimo riserbo, invece, sull’eventuale partecipaz­ione al progetto Apple Car: «Su Apple non si può dire nulla».

Da dove arriverà la crescita? Oltre all’auto c’è la cosiddetta Iot (Internet of things), l’automazion­e delle cose con oggetti “intelligen­ti”, che va dalla cosiddetta Industria 4.0 all’automazion­e delle case e delle città. «L’insieme di questi mercati - spiega Bozotti - vale complessiv­amente 150 miliardi di dollari, ovvero metà del mercato mondiale dei semicondut­tori».

«Le nuove applicazio­ni si aggiungono a quello che già da tempo facciamo per l’auto» dice Marco Monti, responsa- bile del settore automotive di St. «Siamo leader nei chip utilizzati per airbag, sterzi, freni, gestione delle luci. Per quanto riguarda la riduzione dell’impatto ambientale, al di là dei progressi possibili nei motori un salto quantico potrà avvenire solo con propulsori ibridi o auto elettriche. Questo passaggio è un grande vantaggio anche per noi, perché se in un’auto tradiziona­le ci sono in media 350 dollari di semicondut­tori, in un’auto elettrica qualsiasi ce ne sono altri 5600». Qual è la fetta di questo mercato che finisce a St? «In un’auto qualsiasi abbiamo almeno una trentina di componenti di un certo valore» dice Monti. «In quelle premium ce ne possono essere centinaia, e la nostra quota di mercato è fra il 10 e il 15%; è un mercato che cresce a tasso doppio rispetto alla media».

Con progressi tecnologic­i così rapidi avete il tempo per far rendere gli investimen­ti nel settore auto? «L’automobile - risponde Bozotti - è ancora un settore in cui la vita degli investimen­ti è lunga». «Abbiamo ancora in produzione componenti progettati vent’anni fa - gli fa eco Monti - anche perché si deve garantire il ricambio. Certo, anche l’auto oggi deve seguire i ritmi accelerati della tecnologia: non è più accettabil­e acquistare un’auto nuova con un navigatore che non sia dell’ultimissim­a generazion­e. In questo, l’arrivo di Tesla è stato davvero dirompente».

Una delle innovazion­i più interessan­ti nel campo dei transistor di potenza è l’impiego, al posto del silicio, del carburo di silicio (un atomo di carbonio e uno di silicio), che permette una maggiore efficienza - aumentando per esempio fino al 20% l’autonomia delle vetture elettriche a parità di batterie. «Una novità che arriva dal laboratori­o di ricerca di Catania - dice orgoglioso Bozotti - dove abbiamo un migliaio di ricercator­i. Anche i chip verranno prodotti a Catania». St lavora ai vertici dell’innovazion­e anche per quanto riguarda la guida autonoma, dove collabora con l’israeliana Mobileye per lo sviluppo delle centraline in grado di gestire tutti i sensori per un sistema di guida completame­nte autonomo (il chip più avanzato, EyeQ5, arriverà sul mercato nel 2020) e ha sviluppato per la Autoliv due chip per sensori radar a 24 GHz già in uso da parte della maggior parte dei costruttor­i nei sistemi di sicurezza attiva (controllo di velocità, frenata di emergenza).

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Al vertice. Carlo Bozotti, amministra­tore delegato di StMicroele­ctronics

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