«St pronta a tornare a crescere»
Il manager vede grandi potenzialità nel settore dell’automotive e nella Iot (Internet of things) Il ceo Bozotti: già definiti i nuovi obiettivi dopo la fase di transizione
Dopo una vera e propria riconversione, una «fase di transizione molto dolorosa ma credo gestita bene», Carlo Bozotti - amministratore delegato di StMicroelectronics - può finalmente tornare a pensare alla crescita. «La crescita è per noi la priorità più grande - dice in un’intervista al Sole 24 Ore -: siamo un’azienda da 2 miliardi di dollari di fatturato a trimestre». Il secondo trimestre 2016 si è chiuso con un giro d’affari di 1,7 miliardi di dollari rispetto agli 1,6 dei tre mesi precedenti (e gli 1,76 di un anno prima) e un margine lordo salito dal 33,4% al 33,9% di ricavi. Come già annunciato a luglio, le prospettive per il trimestre in corso sono di un aumento ulteriore del 5,5% dei ricavi e un margine lordo al 35,5%. Bozotti guarda con soddisfazione anche al recupero in Borsa del titolo St, che in questi giorni è risalito oltre quota 7,2 euro toccando i massimi dall’estate 2015 (venerdì è sceso leggermente per il ribasso del listino, chiudendo a 7,195 euro).
La riconversione è stata imposta dalla perdita del cliente principale: la Nokia, che con i suoi telefonini era arrivata a pesare per oltre un quarto del giro d’affari del gruppo. «Abbiamo perso dal 2010 2,7 miliardi di dollari di ricavi - dice il manager - e abbiamo dovuto fare un lavoro complesso di redistribuzione delle risorse di ricerca, soprattutto in Francia, e di intere fabbriche». Attualmente nessun cliente di St pesa per oltre il 10% del fatturato. Apple e Samsung, insieme, valgono il 20% circa del mercato dei semiconduttori «ma per noi pesano meno del 10%. E abbiamo 40mila clienti compresi quelli più piccoli» dice Bozotti. Massimo riserbo, invece, sull’eventuale partecipazione al progetto Apple Car: «Su Apple non si può dire nulla».
Da dove arriverà la crescita? Oltre all’auto c’è la cosiddetta Iot (Internet of things), l’automazione delle cose con oggetti “intelligenti”, che va dalla cosiddetta Industria 4.0 all’automazione delle case e delle città. «L’insieme di questi mercati - spiega Bozotti - vale complessivamente 150 miliardi di dollari, ovvero metà del mercato mondiale dei semiconduttori».
«Le nuove applicazioni si aggiungono a quello che già da tempo facciamo per l’auto» dice Marco Monti, responsa- bile del settore automotive di St. «Siamo leader nei chip utilizzati per airbag, sterzi, freni, gestione delle luci. Per quanto riguarda la riduzione dell’impatto ambientale, al di là dei progressi possibili nei motori un salto quantico potrà avvenire solo con propulsori ibridi o auto elettriche. Questo passaggio è un grande vantaggio anche per noi, perché se in un’auto tradizionale ci sono in media 350 dollari di semiconduttori, in un’auto elettrica qualsiasi ce ne sono altri 5600». Qual è la fetta di questo mercato che finisce a St? «In un’auto qualsiasi abbiamo almeno una trentina di componenti di un certo valore» dice Monti. «In quelle premium ce ne possono essere centinaia, e la nostra quota di mercato è fra il 10 e il 15%; è un mercato che cresce a tasso doppio rispetto alla media».
Con progressi tecnologici così rapidi avete il tempo per far rendere gli investimenti nel settore auto? «L’automobile - risponde Bozotti - è ancora un settore in cui la vita degli investimenti è lunga». «Abbiamo ancora in produzione componenti progettati vent’anni fa - gli fa eco Monti - anche perché si deve garantire il ricambio. Certo, anche l’auto oggi deve seguire i ritmi accelerati della tecnologia: non è più accettabile acquistare un’auto nuova con un navigatore che non sia dell’ultimissima generazione. In questo, l’arrivo di Tesla è stato davvero dirompente».
Una delle innovazioni più interessanti nel campo dei transistor di potenza è l’impiego, al posto del silicio, del carburo di silicio (un atomo di carbonio e uno di silicio), che permette una maggiore efficienza - aumentando per esempio fino al 20% l’autonomia delle vetture elettriche a parità di batterie. «Una novità che arriva dal laboratorio di ricerca di Catania - dice orgoglioso Bozotti - dove abbiamo un migliaio di ricercatori. Anche i chip verranno prodotti a Catania». St lavora ai vertici dell’innovazione anche per quanto riguarda la guida autonoma, dove collabora con l’israeliana Mobileye per lo sviluppo delle centraline in grado di gestire tutti i sensori per un sistema di guida completamente autonomo (il chip più avanzato, EyeQ5, arriverà sul mercato nel 2020) e ha sviluppato per la Autoliv due chip per sensori radar a 24 GHz già in uso da parte della maggior parte dei costruttori nei sistemi di sicurezza attiva (controllo di velocità, frenata di emergenza).