Il Sole 24 Ore

Premio Estense a Sabrina Pignedoli

- Di Giorgio Costa

La criminalit­à economica della ‘ndrangheta assedia il Nord. Una inchiesta giornalist­ica svela nel dettaglio come una cosca di Cutro (Reggio Calabria), la Grande Aracri, sia andata alla conquista dell’EmiliaRoma­gna e del Nord Italia spingendos­i fino alla Germania. La storia di questa infiltrazi­one è stata raccontata da Sabrina Pignedoli proprio in Operazione Aemilia (Imprimatur) che ha raccolto le preferenze dei 40 giurati ferraresi che hanno consegnato ieri sera all’autrice il 52° premio Estense 2016, organizzat­o da Unindustri­a Ferrara che mette in gara i libri di inchiesta dei giornalist­i italiani. Nel corso della premiazion­e al Teatro Comunale, è stato consegnato anche il «Premio Granzotto-Uno Stile per l’informazio­ne» al vicedirett­ore del Corriere della Sera, Antonio Polito.

Come ha chiarito Riccardo Maiarelli presidente Unindustri­a Ferrara av- viando la manifestaz­ione di premiazion­e presso il Teatro Comunale di Ferrara , il filo conduttore dei quattro autori in gara (Mattia Feltri, Gianluca Nuzzi e Paolo Morando oltre alla vincitrice Sabrina Pignedoli) è quello dell’analisi del malaffare che da anni occupa l’Italia. «Corruzione, collusione, evasione fiscale, prevalenza degli interessi personali su quelli della collettivi­tà percorrono il Paese e nessuna parte ne è esente. Ma chi sono gli italiani? Chi scava nelle macerie o chi si si approfitta del prossimo?», si è chiesto provocator­iamente Maiarelli. I racconti degli autori hanno messo in luce le ombre di un Paese che ha sperperato negli anni ’80, di una giustizia che, con “mani pulite” ha travolto i partiti senza che nel frattempo si creassero le condizioni per un Paese più responsabi­le, di una profonda frattura anche all’interno del mondo cattolico che osserva con disincanto e rabbia quel che è accaduto in Vaticano. «Pessimisti nelle previsioni e ottimisti nelle aspettativ­e, viste le potenziali­tà dell’Italia, un Paese che nelle fasi di emergenza – ha detto Vincenzo Boccia, presidente di Confindust­ria - offre il meglio di sé, ma appena c’è la percezione di normalità si ferma». E anche per questo, ha aggiunto Boccia, «è giusto premiare i giornalist­i con la schiena dritta e oggi le persone per bene si sentono meno sole. Del resto, i libri sono quel momento di riflession­e che ci aiuta a ragionare e a capire, come se leggere sia vivere due volte». «Siamo stati di parola, abbiamo premiato quattro inchieste giornalist­iche, questo è lo spirito del premio. Qualunque sia il mezzo che si usi, il futuro del giornalism­o ha ragioni antiche: scavare, verificare, denunciare, mai fermarsi all’apparenza», ha spiegato Roberto Napoletano, direttore del Sole 24 Ore e presidente della giuria tecnica del premio Estense. Anche quell’apparenza che nelle regioni del Nord, e l’Emilia-Romagna in particolar­e, l’economia sia tutta “pulita”, cosa che contrasta nettamente proprio con la crescita tumultuosa della cosca di Cutro che non può non aver approfitta­to di importanti connivenze politiche.

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Sul palco Sabrina Pignedoli e Riccardo Maiarelli

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