Premio Estense a Sabrina Pignedoli
La criminalità economica della ‘ndrangheta assedia il Nord. Una inchiesta giornalistica svela nel dettaglio come una cosca di Cutro (Reggio Calabria), la Grande Aracri, sia andata alla conquista dell’EmiliaRomagna e del Nord Italia spingendosi fino alla Germania. La storia di questa infiltrazione è stata raccontata da Sabrina Pignedoli proprio in Operazione Aemilia (Imprimatur) che ha raccolto le preferenze dei 40 giurati ferraresi che hanno consegnato ieri sera all’autrice il 52° premio Estense 2016, organizzato da Unindustria Ferrara che mette in gara i libri di inchiesta dei giornalisti italiani. Nel corso della premiazione al Teatro Comunale, è stato consegnato anche il «Premio Granzotto-Uno Stile per l’informazione» al vicedirettore del Corriere della Sera, Antonio Polito.
Come ha chiarito Riccardo Maiarelli presidente Unindustria Ferrara av- viando la manifestazione di premiazione presso il Teatro Comunale di Ferrara , il filo conduttore dei quattro autori in gara (Mattia Feltri, Gianluca Nuzzi e Paolo Morando oltre alla vincitrice Sabrina Pignedoli) è quello dell’analisi del malaffare che da anni occupa l’Italia. «Corruzione, collusione, evasione fiscale, prevalenza degli interessi personali su quelli della collettività percorrono il Paese e nessuna parte ne è esente. Ma chi sono gli italiani? Chi scava nelle macerie o chi si si approfitta del prossimo?», si è chiesto provocatoriamente Maiarelli. I racconti degli autori hanno messo in luce le ombre di un Paese che ha sperperato negli anni ’80, di una giustizia che, con “mani pulite” ha travolto i partiti senza che nel frattempo si creassero le condizioni per un Paese più responsabile, di una profonda frattura anche all’interno del mondo cattolico che osserva con disincanto e rabbia quel che è accaduto in Vaticano. «Pessimisti nelle previsioni e ottimisti nelle aspettative, viste le potenzialità dell’Italia, un Paese che nelle fasi di emergenza – ha detto Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria - offre il meglio di sé, ma appena c’è la percezione di normalità si ferma». E anche per questo, ha aggiunto Boccia, «è giusto premiare i giornalisti con la schiena dritta e oggi le persone per bene si sentono meno sole. Del resto, i libri sono quel momento di riflessione che ci aiuta a ragionare e a capire, come se leggere sia vivere due volte». «Siamo stati di parola, abbiamo premiato quattro inchieste giornalistiche, questo è lo spirito del premio. Qualunque sia il mezzo che si usi, il futuro del giornalismo ha ragioni antiche: scavare, verificare, denunciare, mai fermarsi all’apparenza», ha spiegato Roberto Napoletano, direttore del Sole 24 Ore e presidente della giuria tecnica del premio Estense. Anche quell’apparenza che nelle regioni del Nord, e l’Emilia-Romagna in particolare, l’economia sia tutta “pulita”, cosa che contrasta nettamente proprio con la crescita tumultuosa della cosca di Cutro che non può non aver approfittato di importanti connivenze politiche.