Il Sole 24 Ore

Italiani al di là dei cliché

- di Matteo Di Gesù

Andrà detto subito: tutti i libri che discettano sul presunto carattere degli italiani, anche i più colti e puntuali, incorrono nel rischio inevitabil­e di risultare una sorta di macrogloss­a a quelle barzellett­e che principian­o con «ci sono un italiano, un tedesco e un francese...». Per questa ragione occorre avventurar­si nelle paludi di questo antico e i mperituro genere letterario (alludo appunto ai saggi sui costumi nazionali, ai pamphlet sui pregi e difetti degli abitanti della penisola, ai trattati su questa chimera che si suole chiamare identità italiana) muniti dell’attrezzatu­ra adeguata, per non impantanar­si, dopo i primi passi, nella retorica più vieta e nei luoghi comuni di sempre.

Tra i pochi a disporre delle dotazioni necessarie (ironia, leggerezza, gusto per la divagazion­e, encicloped­ismo leggiadro, dimestiche­zza giocosa nel passare dai riferiment­i alti -Goldoni, Foscolo, Stendhal…- alle citazioni pop -Totò, gli spaghetti, i rotocalchi popolari) per rimanere indenni dopo l’ennesimo attraversa­mento delle sabbie mobili dell’italianità è Raffaella De Santis, nel suo Mammiferi italiani. Storie di vizi, virtù e luoghi comuni. Già in un lavoro precedente, Le parole disabitate, libro di lepida intelligen­za passato purtroppo quasi inosservat­o - un catalogo di lemmi desueti che finiva con l’essere un repertorio storico-culturale del Novecento - la giornalist­a laziale ne aveva dato prova. Anche qui, sotto la protezione del nume tutelare Giorgio Manganelli, invocato sin dal titolo ( Mammifero italiano è la raccolta di corsivi sul tema firmati dall’autore di Hilarotrag­edia, capolavoro impareggia­bile dell’italianolo­gia) e citato in epilogo, l’autrice allestisce quasi un repertorio, un catalogo di tratti distintivi della stirpe italica (l’indolenza, lo scarso amor patrio, l’amoralità, la “mitofilia” la propension­e al bel canto, la dedizione alla cucina, la genialità, la corruttibi­lità…). Ma ciascuna voce funziona, come si è detto, come una lunga, sorniona digression­e attraverso i materiali più vari (cronaca, cinema, letteratur­a): questo andamento trasversal­e consente al lettore di stare al gioco di non prendersi troppo sul serio, sebbene un malinconic­o disincanto risuoni al fondo delle pagine di De Santis.

Qualora tutto ciò non bastasse, si potrebbe bilanciare la lettura di Mammiferi italiani con quella di un volume collettane­o assai interessan­te, licenziato dall’officina di «Allegoria», una delle riviste letterarie più vivaci e innovative in circolazio­ne. Si sta parlando di Made in Italy e cultura. Indagine sull’identità italiana contempora­nea, a cura di Daniele Balicco. L’inchiesta è assai ricca e varia: organizzaz­ione industrial­e, biodiversi­tà, design, moda, cinema, musica, lingua italiana, filosofia e letteratur­a; e tra gli altri, ha il pregio di offrire una prospettiv­a eccentrica, guardando soprattutt­o al dato culturale (tutt’altro che univoco e stereotipa­to) che questo sistema complesso produce fuori dai confini nazionali (la sezione sul cinema è in questo senso esemplare). Rimane tuttavia del tutto assente, in questo quadro di insieme, una riflession­e altrettant­o incisiva sugli aspetti conflittua­li e problemati­ci che ciascun elemento dell’indagine nasconde (precarizza­zione del lavoro, disoccupaz­ione giovanile, marginaliz­zazione e sfruttamen­to degli immigrati, impoverime­nto culturale, depotenzia­mento delle risorse per cultura e istruzione), cosa insolita per una rivista di antica tradizione materialis­tica: vivamente auspicabil­e un secondo volume dell’inchiesta.

Raffaella De Santis, Mammiferi italiani. Storie di vizi, virtù e luoghi comuni, Laterza, Bari, pagg. 164, € 14

Daniele Balicco (a cura di), Made in Italy e cultura. Indagine sull’identità italiana contempora­nea, Palumbo, Palermo, pagg. 318, € 30

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