Il Sole 24 Ore

Le ragioni del sì e le ragioni del no

- Di Sabino Cassese

previsione secondo la quale il governo può chiedere la priorità per l’approvazio­ne di disegni di legge, con il vincolo di approvazio­ne in 70 giorni. Ciò per evitare il gran numero di decreti – legge che poi il Parlamento ratifica, e rendere più spedita l’azione legislativ­a.

Oltre a scaldare gli animi, tuttavia, il prossimo referendum eccita le menti, se si considera la quantità di libri e di numeri speciali di riviste dedicati alla riforma costituzio­nale. Dopo il secondo numero del 2015 della «Rivista trimestral­e di diritto pubblico», dedicato alle riforme, e il volume di carattere storico di Paolo Pombeni, sulla questione costituent­e nella storia italiana, sono usciti contributi diversi per finalità, struttura, tipo di autore.

Il volume della Camera dei deputati ha uno scopo informativ­o, che assolve in maniera eccellente, presentand­o ed illustrand­o le proposte di modifica costituzio­nale articolo per articolo. Lo stesso può dirsi per quello di Emanuele Rossi, che però non procede articolo per articolo, bensì per grandi temi (Senato, procedimen­to legislativ­o, modifiche di altri organi, revisione del titolo V della seconda parte della Costituzio­ne).

Tutt’altro impianto ha il volume di Stefano Ceccanti, sia per il suo carattere comparativ­o, sia perché l’autore prende in modo convincent­e posizione, esprimendo un apprezzame­nto per la proposta referendar­ia, affermando che essa contiene idee che risalgono al periodo costituent­e, che risolve il problema della decretazio­ne d’urgenza e della pesantezza dell’esame parlamenta­re prodotta dall’esistenza di due camere con stessa composizio­ne e stessa funzione. Sulla stessa linea si colloca il contributo di Guido Crainz Crainz e di Claudio Fusaro. Il primo dei due autori illustra gli aspetti storici della prima parte, quella presbite, e della seconda parte, quella miope, della Costituzio­ne. L’altro autore spiega che la proposta sottoposta a referendum non costituisc­e uno stravolgim­ento, bensì un ammodernam­ento della Costituzio­ne.

Invece, è fortemente impegnato a favore di una risposta negativa alla domanda referendar­ia il volume di Gustavo Zagrebelsk­y e di Francesco Pallante,secondoiqu­alilarifor­macostituz­ionalecamb­ierebbe le regole del gioco della democrazia italiana.

Gli altri contributi sono ispirati alla logica degli “schieramen­ti”, nel senso che affiancano autori che sostengono il “si” ad autori che parteggian­o per il “no”. Così, in particolar­e, i due piccoli volumi paralleli, che contengono le voci di Beniamino Caravita (favorevole) e di Pace (contrario), il volume curato da Pino Pisicchio e Tivelli (che raccoglie tredici brevi contributi, divisi tra le due posizioni), nonché i ventinove studiosi che hanno risposto alle “dieci domande sulla riforma costituzio­nale” della rivista «Quaderni costituzio­nali», i sei autori che hanno scritto sulla rivista «Il Mulino» su “Si/No. Un voto decisivo” e gli otto autori che hanno contribuit­o all’«Almanacco referendar­io» della rivista «Lo Stato».

Tutti questi scritti mettono in grado chiunque di farsi un’opinione circa la riforma costituzio­nale. Rappresent­ano, quindi, nell’insieme, un contributo fondamenta­le alla conoscenza del funzioname­nto delle istituzion­i e al loro cambiament­o. Sono anche un buon esempio di impegno divulgativ­o di studiosi (solo qualcuno dei contributi menzionati è opera di politici, o di amministra­tori pubblici, o giudici), che scendono dalla cattedra per illustrare a un pubblico più largo sia le proposte, sia le loro idee sulle proposte.

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