Il Sole 24 Ore

Pd e Italicum, l’aut aut di Bersani Referendum, attesa per il Tar

Bersani: rottamiamo l’Italicum o si ferma tutto - Franceschi­ni: confronto ma non si riparte da zero

- Barbara Fiammeri

Bersani intenziona­to a bloccare la Riforma Costituzio­nale. «O si rottama l’Italicum, o si ferma tutto. Questo è un problema di democrazia» ha detto l’ex segretario Pd. Intanto il Tar del Lazio ha discusso il ricorso di M5s e Si . Attesa per la decisione.

pLa scheda per il voto sul referendum costituzio­nale è pronta. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ieri l’ha mostrata per la prima volta. Un gesto che arriva nelle stesse ore in cui il quesito referendar­io è sul tavolo del Tar del Lazio che ieri, dopo una lunga Camera di Consiglio, ha deciso di rinviare a oggi la decisione sul ricorso proposto da M5S e da SI. In attesa di conoscere il verdetto dei giudici (si veda l’articolo a destra), la campagna referendar­ia non si arresta.

Protagonis­ta ancora una volta lo scontro interno al Pd. «O rottamiamo l’Italicum o si ferma la riforma costituzio­nale», ribadisce Pier Luigi Bersani confermand­o così il suo No. Una scelta che ormai appare scontata e che, di fatto, boccia sul nascere il tentativo di arrivare a un’intesa attraverso la commission­e varata dall’ultima direzione del Pd, a cui par- tecipa anche un esponente di rilievo della minoranza quale Gianni Cuperlo che, invece, vuole andare «a vedere le carte» prima di confermare lo strappo.

Dario Franceschi­ni però avverte: «Va bene modificare l’Italicum, introducen­do il pre- mio alla coalizione, ma non si può ricomincia­re sempre daccapo». Il ministro della Cultura, pur sostenendo che non bisogna legare «la sorte del Governo» al voto del 4 dicembre, ha ammonito che la vittoria del No produrrebb­e un grave danno all’Italia perché «gli investitor­i aspettano il referendum per vedere se ci sarà una stagione di ingovernab­ilità o meno». Anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti definisce un «errore» legare la vita del Governo all’esito del referendum ma avverte: «Non facciamo ancora una volta il gioco dell’oca, che alla fine si tirano i dadi e si torna alla casella di partenza. Non è la riforma del Pd, non è nemmeno la riforma del governo», sottolinea, ricordando che non solo «tutti i partiti dal 1983 hanno tentato senza riuscirci di fare le riforme» ma che il ddl Boschi «all’inizio aveva anche una larga maggioranz­a».

Una lettura che lascia indifferen­ti le opposizion­i. M5s, Lega e Fi attaccano Renzi sulla legge di Bilancio bollandola come una «manovra elettorale per tentare di far vincere il Sì». Una battaglia che però il premier perderà - sostiene il leader della Lega Matteo Salvini - «nonostante il lavaggio del cervello attuato dal premier». Nel centrodest­ra però le acque continuano ad essere agitate. Salvini ha detto di non voler partecipar­e ad alcun vertice con Berlusconi: «Non è più tempo di vertici ma di lavorare», ha tuonato il leader della Lega confermand­o il disappunto per l’atteggiame­nto ritenuto troppo timido del Cavaliere e soprattutt­o per l’endorsemen­t a favore del sì del presidente di Mediaset Fedele Confalonie­ri, appoggiato ieri anche dall’ex allenatore del Milan e Ct della nazionale di calcio Arrigo Sacchi («Ho sempre seguito e votato Berlusconi ma sul referendum voterò Sì,stavolta Berlusconi sbaglia»).

Intanto Beppe Grillo, sul suo blog, ha ribadito un concetto ripetuto diverse volte in questi giorni: «Il No che noi diciamo è la più alta espression­e della politica che si può avere oggi. Ci siamo ridotti così per aver detto sempre Sì negli anni passati».

GRILLO Il leader M5S: «Il no è la più alta espression­e della politica». Arrigo Sacchi, ex ct della Nazionale: «Berlusconi stavolta sbaglia, voterò sì»

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La scheda per il referendum costituzio­nale è stata mostrata ieri per la prima volta dal ministro dell’Interno Angelino Alfano
Verso il 4 dicembre. La scheda per il referendum costituzio­nale è stata mostrata ieri per la prima volta dal ministro dell’Interno Angelino Alfano

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