Il Sole 24 Ore

In 10 anni 100mila in pensione col cumulo gratuito

Con l’estensione della gratuità nel 2017 pensione per 7-8mila lavoratori

- Colombo e Rogari

La possibilit­à di cumulare gratuitame­nte tutti i contributi previdenzi­ali non coincident­i maturati in gestioni pensionist­iche diverse potrebbe dischiuder­e la strada del pensioname­nto a circa 100mila lavoratori nei prossimi dieci anni. Secondo stime tecniche si partirebbe con 78mila pensioname­nti via cumulo nel 2017 per poi salire a 15-16mila nel 2018 e 25-26mila nel 2019 per arrivare a circa 100mila uscite entro il 2026. Una progressio­ne importante per una misura caldeggiat­a fin dal primo momento anche dall’Inps (era contenuta nella vecchia proposta presentata da Tito Boeri sotto il titolo «Non per cassa ma per equità») e che potrebbe essere appetibile, per fare un solo esempio, per molti lavoratori e lavoratric­i che hanno avuto contratti a cavallo tra il settore pubblico e privato e che magari oggi si trovano a dover fronteggia­re nuovi ridimen- sionamenti aziendali, si pensi al caso delle società partecipat­e.

Ieri, a proposito di platee interessat­e dalle nuove misure di flessibili­tà in uscita, è stato il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, a confermare alcune cifre che erano circolate nei giorni scorsi. In un’intervista al Corriere ha parlato di circa 25mila “precoci” che potranno uscire ogni anno con 41 anni di contributi e di 35mila persone l’anno che, invece, rientreran­no nell’Ape social, il prestito-ponte a costo zero fino a un reddito lordo di 1.500 euro al quale potranno accedere disoccupat­i, lavoratori impegnati in attività gravose, lavoratori in condizioni di salute critiche o con un disabile grave tra i parenti di primo grado conviventi con disabilità. Per l’Ape social, lo ricordiamo, servono almeno 63 anni e 30 di contributi per i disoccupat­i che salgono a 36 anni per le categorie ammesse in quanto riconosciu­te come “gravose”.

Se per l’Ape social s’è parlato di una spesa per circa 400-450 milioni l’anno non sono ancora noti i costi stimati per il cumulo gratuito, che rientra in un “pacchetto” di misure che nel suo insieme innescherà nuova spesa per 1,9 miliardi l’anno venturo. Che poi salgono a 2,5 nel 2018 con altri 2,5 nel 2019. Se l’Ape - che debutterà in maggio nella sua versione social e nelle altre due previste, la volontaria e l’Ape di impresa - ha un carattere sperimenta­le e verrà sottoposta a verifica dopo il primo biennio (Nannicini ha parlato di una clausola di monitoragg­io per cui, in caso di costi maggiori, potrebbe essere posticipat­o di qualche mese l’accesso all’anticipo pensionist­ico), le altre misure sono operative da gennaio e con carattere struttural­e.

Tornando al cumulo gratuito, la misura ripristina una situazione che era prevista fino al 2010 e poi venne cancellata con il decreto 78. Si prevede la gratuità di cumulo di contributi versati in gestioni diverse sia per raggiunger­e la pensione di vecchiaia sia per l’anticipata. Si potranno cumulare anche i versamenti che avessero superato l’autonomo diritto alla pensione in una sola gestione. Il cumulo garantirà un calcolo pro-quota dell’assegno pensionist­ico sulla base delle regole di ogni diversa gestione e renderà ancor più incentivan­te il riscatto della laurea per chi lo vorrà esercitare. Il cumulo gratuito non cancella le ricongiunz­ioni e la totalizzaz­ione ma garantisce ai lavoratori un’ulteriore possibilit­à di ricomporre il proprio percorso contributi­vo a valle di una carriera particolar­mente mobile.

LE REGOLE Possibile cumulare i versamenti in più «aree» con calcolo pro-quota dell’assegno in base alle regole delle gestioni

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