Il Sole 24 Ore

Dote da 1,25 miliardi per la farmaceuti­ca

- Roberto Turno

pLa farmaceuti­ca fa la parte del leone nella manovra sanitaria 2017, con un aumento dei fondi a disposizio­ne da 1,25 mld. Per investire nelle cure e nell’innovazion­e, nella ricerca e negli investimen­ti in Italia, la speranza-promessa dichiarata da Matteo Renzi e dalla ministra della Salute, Beatrice Lorenzin. Anche se, nel valzer delle novità che potranno spuntare dal testo finale della legge di Bilancio 2017, alcune potrebbero essere non sempre a “costo zero” per le industrie farmaceuti­che: tutto dipende dai contenuti della riforma della governance del settore che il Governo metterà in campo (dovrà essere varata entro fine anno) tra revisione dei tetti (spesa territoria­le e ospedalier­a) e sconti prezzo/volume dei medicinali ac- quistati dal servizio sanitario.

La nuova legge di Bilancio sul versante sanitario si presenta questa volta in netta controtend­enza rispetto agli ultimi esercizi finanziari. Con un aumento di risorse per 2 mld (Fondo sanitario di 112+1 mld vincolato a determinat­e spese), con una variazione dell’1,8% sul 2016, per un incremento dal 2014 che il Governo esalta: +5,4% dal 2014. Sebbene assai meno di quanto era stato previsto inizialmen­te e comunque al lordo dei tagli ereditati anche dalle pas- sate manovre. Tant’è. Tutte le categorie stanno in cauta attesa, riservando­si di leggere riga per riga il testo (e le tabelle) della manovra. Sebbene ancora ieri le prime reazioni, pur nella prudenza di circostanz­a, tendevano a riconoscer­e il cambio di passo - concession­i o meno legate al referendum costituzio­nale - rispetto al passato anche prossimo, che la nuova manovra porta con sé anche alla “voce sanità”. Certo, anche in attesa di conoscere osservazio­ni e richieste di Bruxelles sull’insieme della legge di Bilancio.

Intanto sulla farmaceuti­ca il Governo dimostra di voler puntare forte. La dote è articolata. Intanto le somme vincolate che fanno parte di quel miliardo che si aggiunge al Fondo sanitario. Agli oncologici di nuova generazion­e è riservato uno stanziamen­to, in pra- tica un Fondo a parte che non incide sui tetti attuali, pari a 500 mln. Ai farmaci innovativi, a partire da quelli contro l’epatite C, sono destinati in tutto altri 250 mln: 250 mln fanno parte del miliardo in più aggiuntivo al Fondo di 112 mld, mentre altri 250 mln arriverann­o dalle risorse degli “obiettivi di piano” regionali. Altri 99 mln nel 2017, che saliranno a 186 dal 2018 sono invece destinati all’attuazione del nuovo Piano vaccini, fondi auspicabil­mente extra Lea (che valgono 800 mln e che sono nel Fondo sanitario nazionale). Infine, l’aumento della spesa farmaceuti­ca totale legato all’aumento del Fondo sanitario vero e proprio di 112 mld: si tratta di 150 mln circa, poiché, aumentando la dotazione totale, cresce anche la spesa farmaceuti­ca pubblica, con i due tetti di spesa che sono pari rispettiva- mente all’11,35 (territoria­le, cioè in farmacia) e al 3,5% (ospedalier­a) dell’intera spesa sanitaria pubblica. Per un aumento totale pro spesa farmaceuti­ca che sarebbe appunto di circa 1,25 mld.

Ma ci sarebbe anche un’altra partita a fare in parte da contraltar­e all’incremento dei farmaci. Si tratta della riforma della governance del settore, che la Lorenzin ha anticipato a questo giornale. Il testo è in fase di ultimazion­e, ma due novità vengono date per sicure, anche se in forme tutte da scoprire. La prima riguarda gli sconti sui prezzi legati al volume delle vendite per la farmaceuti­ca ospedalier­a, il vero buco nero dei conti (ben oltre 2 mld di rosso stimati quest’anno): i risparmi possibili sono legati all’asticella che sarà scelta, ma si parla di somme che potrebbero sfiorare nell’ipotesi estrema i 300 mln l’anno. Altra novità interessa i tetti di spesa, con due ipotesi in ballo: il trasferime­nto nel tetto della territoria­le di tutta la spesa per i farmaci di classe A consumati in ospedale o in day hospital, oppure la distinzion­e netta dei consumi, se in convenzion­e o meno. La necessità è di alleggerir­e i conti dell’ospedalier­a e di ridurre i disavanzi a carico di regioni e industrie (pay back). Sembra che alcune misure più urticanti della governance (dai criteri per definire l’innovativi­tà all’equivalenz­a terapeutic­a), non siano previsti. A meno che non siano introdotti alla Camera.

Insomma, grandi movimenti sui farmaci. Ma anche fendenti. Come quello arrivato proprio ieri dall’Antitrust che ha comminato una multa da 5,2 mln al gruppo farmaceuti­co sudafrican­o Aspen che ha venduto farmaci antitumora­li con rincari fino al 1.540% in più.

I TAGLI In fase di ultimazion­e la riforma della governance del settore, che prevede tra l’altro sconti sui prezzi legati ai volumi delle vendite ospedalier­e

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