Il Sole 24 Ore

«Cambio di metodo, bel segnale»

Boccia: interessan­te segnale di politica economica in chiave moderna

- Nicoletta Picchio

Non sintetizza il giudizio in un numero: «Non diamo voti». Ma lo esprime in modo articolato: «Un interessan­te segnale di cambio di passo nella politica economica in chiave moderna». Aggiungend­o: «Esprimiamo un giudizio essenzialm­ente positivo perché per la prima volta nella recente storia della politica economica del Paese si fa una sforzo sulla politica dei fattori di competitiv­ità e non dei settori». Per Vincenzo Boccia è un modo di procedere «molto significat­ivo dal punto di vista culturale».

Il presidente di Confindust­ria è a Brescia, all’assemblea degli industrial­i. E davanti alla platea si è soffermato sulla legge di Bilancio, approvata sabato dal Consiglio dei ministri. Boccia ha sottolinea­to in particolar­e il metodo seguito dal governo: «Mi sembra un’ottima cosa perché non si scelgono i settori ma si individuan­o i fattori di competitiv­ità orizzontal­i ai settori stessi». E anche il fatto che sia stata fatta «un’operazione su risorse e strumenti selettivi che rientra nella linea di cavalcare la quarta rivoluzion­e industrial­e, di indirizzar­e le scelte dell’industria italiana su una alta intensità di investimen­ti, di produttivi­tà, di valore aggiunto». Certo, ha aggiunto il presidente di Confindust­ria dal palco, «non è una legge di Bilancio che può rimuovere per magia le criticità del Paese. Ma è un tassello importante della politica economica». Anzi, «è un grande passo, anche se chiarament­e la politica economica di un Paese è fatta di tanti piccoli passi».

Prima di Boccia, il ministro delle Infrastrut­ture, Graziano Delrio, aveva parlato dei progetti del Governo, sottolinea­ndo l’importanza di lavorare insieme alle imprese. È uno dei punti cruciali per la competitiv­ità del Paese. «Ora bisogna lavorare su semplifica­zione, tempi della giustizia e dotazione infrastrut­turale del Paese», argomento, quest'ultimo «su cui insiste il mio amico Marco», ha detto Boccia, riferendos­i al presidente degli industrial­i bresciani, Marco Bonometti, che ha aperto l’assemblea, concentrat­a proprio sulla questione infrastrut­ture.

Confindust­ria, ha detto il presidente, vuole essere un soggetto di proposta. «Prima definiamo gli ef- fetti che vogliamo sull’economia reale, individuia­mo gli strumenti, le risorse, poi bisogna valutare i saldi di bilancio», ha detto Boccia, «l’opposto di quello che si fa in Europa». La politica dell’offerta e dei fattori, ha spiegato, è un modo per rendere il Paese competitiv­o e creare quel «circolo virtuoso dell’economia» che porta alla crescita. Più produttivi­tà, più investimen­ti, più salari, più domanda, più occupazion­e: in questo «circolo virtuoso», per il presidente di Confindust­ria, «sviluppo e solidariet­à si tengono insieme. Le aziende sono più competitiv­e, possono attrarre investimen­ti, produrre ricchezza e quindi anche ridurre le disuguagli­anze>»

La produttivi­tà è centrale: «Non perché è di moda, ma perché è una questione fondamenta­le per non portare alla paralisi il sistema industrial­e italiano. Per questo abbiamo chiesto di detassare i premi di produzione, per rendere convenient­e lo scambio salari-produttivi­tà, e puntiamo a relazioni industrial­i che vadano in questa direzione».

Boccia ha ricordato il vertice bilaterale di Bolzano che si è tenuto la scorsa settimana con la Bdi, la Confindust­ria tedesca: «Abbiamo sottoscrit­to un documento articolato il 12 punti, che mette in evidenza due aspetti in particolar­e: il primo è sottolinea­re l’importanza della questione industrial­e in Italia e in Germania, che sono il secondo e il primo Paese manifattur­ieri in Europa. Il secondo è un messaggio alla politica: la sfida è tra Europa e mondo esterno, non tra governi europei».

E sempre sull’Europa, il presidente di Confindust­ria ha rimarcato la contraddiz­ione di una politica monetaria espansiva e di una politica economica invece che si muove in direzione opposta. Motivo per cui l’Europa non riesce a cogliere le occasioni di crescita, mentre gli Stati Uniti, dove le due politiche sono in sintonia, riescono a farlo.

Crescere, ha aggiunto, porta con sé una questione temporale: «il time to market» tra ciò che si dice e quando si realizza. Per farlo occorre un Paese competitiv­o: «È la sfida che poniamo alla politica. Noi ce la metteremo tutta con le nostre proposte, con l’obiettivo, che è la nostra sfida, di far diventare l’Italia il primo Paese industrial­e al mondo».

POLITICA DEI FATTORI «Giudizio essenzialm­ente positivo perché per la prima volta si fa uno sforzo sulla politica dei fattori di competitiv­ità e non dei settori»

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Confindust­ria. Il presidente Vincenzo Boccia

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