Il Sole 24 Ore

Ultimo appello per la Natuzzi

Secondo i sindacati la revisione è resa necessar ia anche dall’aumento delle uscite volontar ie La Regione chiede il ritiro dei licenziame­nti e un nuovo piano

- Vincenzo Rutigliano

pU nunciato e che non riesce ancora a realizzare – aggiunge il responsabi­le della task force regionale, Leo Caroli -. Il piano venga dunque riscritto, ma sia condiviso, e per questo sarà possibile avvalersi degli ammortizza­tori sociali in deroga, ma sia chiaro che utilizzare la cassa in deroga per ritrovarci tra 6 mesi o un anno nelle stessa situazione, senza un piano industrial­e che superi gli esuberi e che traguardi nuove attività, è inutile. Noi dobbiamo rendere sostenibil­e l’attività dell’azienda, ripartendo dal confronto tra le parti».

Ad imporre la revisione del piano sarebbero anche ragioni oggettive: secondo i sindacati sarebbe infatti salito a quasi 100 il numero dei lavoratori in esubero che hanno presentato le dimissioni volontarie accettando l’incentivo di 60mila euro concesso dall'azienda. «I lavoratori di Ginosa in esubero sarebbero quindi quasi 230 - spiega Silvano Penna, segretario regionale Fillea-Cgil -. Questo ci mette nelle condizioni di riprendere il dialogo con l’azienda tanto più che le regioni Puglia e Basilicata e il ministero dello Sviluppo Economico potrebbero rendere disponibil­i risorse utili ad andare oltre i mesi di estensione della cig già dichiarati nei giorni scorsi». Di qui i margini per recuperare il dialogo per effetto non solo degli esodi incentivat­i, ma anche degli altri 104 lavoratori che Natuzzi collochere­bbe, entro 12-18 mesi, nella newco destinata ad internaliz­zare le operazioni di taglio del poliuretan­o, oggi esternaliz­zate. Così gli esuberi, dicono i sindacati, scenderebb­ero ulteriorme­nte e tutto potrebbe semplifica­rsi, anche se stanno nascendo nuove preoccupaz­ioni per tutti i 1918 operai in solidariet­à. Il dialogo però è a tempo, avvertono i sindacati. I presidi dei lavoratori, che non sono ancora blocco della produzione negli stabilimen­ti anche per aderire agli inviti della Prefettura di Bari, potrebbero trasformar­si in forme di lotta più radicali. Dal quartier generale Natuzzi di Santeramo intanto nessuna reazione ufficiale.

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