No al cambio «unilaterale» del contratto
pPassare da un contratto metalmeccanico a uno del commercio non è passaggio facile né tantomeno scontato. Lo dimostra la sentenza del tribunale di Torino nella vicenda che ha visto contrapposti l’azienda Altran, società francese che si occupa di servizi di ingegneria – con oltre 2.700 addetti in Italia – e un lavoratore, dipendente dal 2008. Al centro del pronunciamento del giudice Salvato- ri, la decisione unilaterale dell’azienda di modificare il contratto collettivo di riferimento – dal Ccnl metalmeccanici al contratto del Commercio – per quei lavoratori, un centinaio, ancora titolari del contratto dell’industria, con l’obiettivo di armonizzare la situazione degli addetti.
Il tribunale fissa due principi: la disdetta di un contratto spetta unicamente «alle parti stipulanti», sindacati e associazioni datoriali, e non invece al singolo lavoratore e o al datore di lavoro; è illegittimo il comportamento del datore di lavoro che recede dal Ccnl fino ad allora, «di cui era obbligatoriamente tenuto a dare applicazione in forza dell’adesione all’associazione datoriale firmataria di quel contratto». Un passaggio importante che fa tornare alla mente la vicenda Fiat, nel 2011: l’azienda diede disdetta del contratto dei metalmeccanici e contestualmente uscì da Confindustria e Federmeccanica. Su questo il giudi- ce è chiaro e l’azienda, in contrapposizione, lo è altrettanto. La sentenza chiarisce come l’azienda faccia capo a Federmeccanica alla luce della sua adesione al sistema confindustriale (attraverso Assolombarda e Unindustria Roma). Altran invece, attraverso il direttore HR Claudio Barillari ribadisce di non aver mai aderito a Federmeccanica «avendo alle sue dipendenze meno del 4% dei lavoratori a cui si applicava il Ccnl Industria Metalmeccanica mentre il restante 96% è inquadrato secondo il Ccnl Terziario, Distribuzione e Servizi». Per la Fiom di Torino, che ha patrocinato la vertenza, la sentenza è «un risultato importante nella battaglia contro il dumping contrattuale praticato secondo convenienza da parte di alcune aziende». Nel caso di Altran, dove oltre l’80% degli addetti lavora in trasferta, secondo il sindacato le maggiori disparità riguarderebbero i riconoscimenti economici su straordinari e trasferte, più favorevoli nel contratto metalmeccanici che in quello del commercio.