Il Sole 24 Ore

Lungo conclave al Tar, i giudici amministra­tivi valutano tre ipotesi

- Antonello Cherchi

Per il momento sul quesito referendar­io il Tar del Lazio ha solo deciso di prendere tempo. Ieri, dopo una mattinata passata ad ascoltare le parti, i giudici della seconda sezionebis del tribunale amministra­tivo della capitale, presieduta da Elena Stanizzi, dalle 12,30 si sono riuniti a porte chiuse in camera di consiglio per arrivare a una decisione. Nonostante alcune ore di “conclave”, il verdetto non è arrivato. «La decisione - ha fatto sapere la presidente - sarà pubblicata oggi o domani».

A questo punto tutte le ipotesi sono possibili. I giudici amministra­tivi sono stati chiamati in causa a inizio ottobre dai ricorsi presentati da Sinistra Italiana, 5 Stelle e Comitati per il “No” a pronunciar­si sul quesito sulla riforma costituzio­nale del 4 dicembre. Secondo i ricorrenti, la domanda a cui si dovrà rispondere con un “Sì” o un “No” è incompleta: non tiene, infatti, conto - secondo le indicazion­i dell’articolo 16 della legge 352/1970 - del fatto che nella scheda devono essere indicati, nel caso di referendum costituzio­nali, anche gli articoli che si sottopongo­no a revisione e la loro materia.

Inoltre, nel quesito - secondo i ricorrenti - viene riportata «impropriam­ente anche una presunta finalità della legge (il cosiddetto contenimen­to dei costi di funzioname­nto delle istituzion­i), che non trova specifico riferiment­o in alcuna delle norme revisionat­e, potendone semmai essere una conseguenz­a, neppure certa e comunque irrisoria».

La richiesta al Tar era di intervenir­e intanto in sede cautelare, con un’ordinanza di sospensiva che “congelasse” il quesito refe- rendario. Ancora prima dell’udienza di oggi, i giudici della seconda sezione-bis avevano, però, fatto intendere che - così come consente il codice della giustizia amministra­tiva - sarebbe stato possibile anche decidere direttamen­te nel merito.

A questo punto, dopo la lunga camera di consiglio di ieri, la possibilit­à è che abbia potuto prendere corpo questa seconda ipotesi. Lo scenario, però, è anche più articolato: oltre alla sospensiva e all’eventuale decisione nel merito, ci potrebbe anche essere la strada di una rimessione degli atti alla Corte costituzio­nale. Così hanno chiesto gli avvocati

RICHIESTA DI INTERVENTO Per i ricorrenti il quesito è incompleto e il riferiment­o al contenimen­to dei costi improprio

Giuseppe Bozzi, Enzo Palumbo e Luciano Vasques, autori del ricorso di Sinistra Italiana e dei 5 Stelle, in modo da verificare la legittimit­à costituzio­nale della legge del 1970 sulle procedure referendar­ie e, in particolar­e, sull’articolo 16.

L’associazio­ne di consumator­i Codacons, anch’essa firmataria di un ricorso, ha invece perorato la riunione di tutte le cause, chiedendo ai giudici del Tar che ordinino alla Presidenza del Consiglio di distribuir­e in tutti i seggi due schede informativ­e, una predispost­a dal Comitato del “Sì” e l’altra da quello del “No”, che accompagni­no il quesito e spieghino meglio il contenuto di quest’ultimo.

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