Ferrari, al via il riassetto del debito Maxi assegno alla controllante olandese
Finanziamento infragruppo da 600 milioni in vista dello scorporo dei servizi finanziar i
Ferrari si prepara a tagliare il traguardo di un anno di quotazione a Wall Street iniziando a mettere mano a quel debito che era stato uno dei tasselli chiave dell’Ipo.
Arrivata sul listino di New York a un prezzo di 52 dollari a titolo ieri la Rossa si è mossa poca sopra il valore di collocamento. Un bilancio positivo ma forse non così soddisfacente come in molti si aspettavano. D’altra parte, le sfide che dovrà affrontare Maranello nei prossimi anni sono talmente impegnative e strategicamente rilevanti che appare quasi naturale l’atteggiamento cauto del mercato.
In quest’ottica, però, c’è un primo passaggio importante da segnalare: un finanziamento infragruppo che andrà a impattare sul debito lordo consolidato. Si tratta di un’operazione che va letta nell’ambito della riorganizzazione in agenda per fine anno che porterà i servizi finanziari della Rossa, e quindi anche il debito a essa collegato, sotto il cappello della Fca: più precisamente Fca Bank (joint venture fra Fca e Credit Agricole) acquisterà il controllo di Ferrari Financial Services AG (società che finanzia le vendite in alcuni Pae- si europei). Nelle settimane scorse, infatti, Ferrari Spa, ovvero la controllata operativa italiana della quotata Ferrari NV, si è messa a disposizione della casa madre per dare un taglio al debito lordo consolidato. Lo ha fatto staccando un assegno di 600 milioni che ha sostanzialmente azzerato le riserve distribuibili della spa. Negli scorsi mesi sono state fatte altre operazioni di questo tipo con l’obiettivo di allocare la cassa dove risultava più utile. Quest’ultima, tuttavia, a differenza delle altre mosse ha richiesto un passaggio formale: il via libera dell’assemblea di Ferrari Spa. Ciò poiché l’ope-
razione potrebbe essere potenzialmente assimilabile a una sorta di finanziamento per l’acquisto di azioni proprie.
Il tema debito
Punto di partenza per capire la struttura del debito di Ferrari NV è fare un passo indietro, più precisamente al momento dello sbarco in Borsa. In quella occasione la scelta è stata quella di utilizzare le casse di Ferrari, anche per rendere la struttura finanziaria più equilibrata. In particolare, a settembre 2015 la posizione finanziaria era positiva per 1,6 miliardi di cui 800 milioni legati all’attività industriale.
pDopo di che Ferrari ha staccato una sorta di dividendo a Fca di 2,8 miliardi sottoforma di Note. In questo modo la società si è presentata al debutto in Borsa con circa 2 miliardi di debito netto di cui più o meno 800 milioni di tipo industriale e il resto legato ai servizi finanziari. Nel corso del 2015 una parte del Fca Note è stato saldato attraverso il parziale utilizzo di un finanziamento sottoscritto il 30 novembre 2015 tra il gruppo Ferrari e un pool di banche internazionali per 2,5 miliardi. Ora una fetta di questa linea è arrivata a scadenza e la Rossa ha deciso di utilizzare risorse proprie per ridurre il debito lordo consolidato «senza fare ricorso a ulteriori fonti esterne», come recita il documento che ha approvato l’operazione, e che chiosa sottolineando che questa manovra porterà «benefici sia a Ferrari NV sia alla spa». I 600 milioni transitati dall’operativa alla holding sono il risultato dell’utilizzo delle riserve disponibili per 354 milioni e di utili distribuibili per 306 milioni, in tutto 660 mi- lioni di cui solo 60 sono rimasti iscritti come riserve. La cifra è stata “prestata” per un anno a un tasso pari all’Euribor a tre mesi a cui va sommato uno spread di 1,1 punti base per un tasso finito che oggi si aggira attorno allo 0,7%. Come detto quest’operazione rientra in un discorso un po’ più ampio legato alla struttura finanziaria nel suo complesso. Ciò non toglie che l’azienda sta lavorando anche per migliorare l’efficienza sul fronte dell’esposizione industriale. Nel mentre resta aperta la sfida strategica.
Il futuro della Rossa