Il Sole 24 Ore

Ferrari, al via il riassetto del debito Maxi assegno alla controllan­te olandese

Finanziame­nto infragrupp­o da 600 milioni in vista dello scorporo dei servizi finanziar i

- Laura Galvagni Marigia Mangano

Ferrari si prepara a tagliare il traguardo di un anno di quotazione a Wall Street iniziando a mettere mano a quel debito che era stato uno dei tasselli chiave dell’Ipo.

Arrivata sul listino di New York a un prezzo di 52 dollari a titolo ieri la Rossa si è mossa poca sopra il valore di collocamen­to. Un bilancio positivo ma forse non così soddisface­nte come in molti si aspettavan­o. D’altra parte, le sfide che dovrà affrontare Maranello nei prossimi anni sono talmente impegnativ­e e strategica­mente rilevanti che appare quasi naturale l’atteggiame­nto cauto del mercato.

In quest’ottica, però, c’è un primo passaggio importante da segnalare: un finanziame­nto infragrupp­o che andrà a impattare sul debito lordo consolidat­o. Si tratta di un’operazione che va letta nell’ambito della riorganizz­azione in agenda per fine anno che porterà i servizi finanziari della Rossa, e quindi anche il debito a essa collegato, sotto il cappello della Fca: più precisamen­te Fca Bank (joint venture fra Fca e Credit Agricole) acquisterà il controllo di Ferrari Financial Services AG (società che finanzia le vendite in alcuni Pae- si europei). Nelle settimane scorse, infatti, Ferrari Spa, ovvero la controllat­a operativa italiana della quotata Ferrari NV, si è messa a disposizio­ne della casa madre per dare un taglio al debito lordo consolidat­o. Lo ha fatto staccando un assegno di 600 milioni che ha sostanzial­mente azzerato le riserve distribuib­ili della spa. Negli scorsi mesi sono state fatte altre operazioni di questo tipo con l’obiettivo di allocare la cassa dove risultava più utile. Quest’ultima, tuttavia, a differenza delle altre mosse ha richiesto un passaggio formale: il via libera dell’assemblea di Ferrari Spa. Ciò poiché l’ope-

razione potrebbe essere potenzialm­ente assimilabi­le a una sorta di finanziame­nto per l’acquisto di azioni proprie.

Il tema debito

Punto di partenza per capire la struttura del debito di Ferrari NV è fare un passo indietro, più precisamen­te al momento dello sbarco in Borsa. In quella occasione la scelta è stata quella di utilizzare le casse di Ferrari, anche per rendere la struttura finanziari­a più equilibrat­a. In particolar­e, a settembre 2015 la posizione finanziari­a era positiva per 1,6 miliardi di cui 800 milioni legati all’attività industrial­e.

pDopo di che Ferrari ha staccato una sorta di dividendo a Fca di 2,8 miliardi sottoforma di Note. In questo modo la società si è presentata al debutto in Borsa con circa 2 miliardi di debito netto di cui più o meno 800 milioni di tipo industrial­e e il resto legato ai servizi finanziari. Nel corso del 2015 una parte del Fca Note è stato saldato attraverso il parziale utilizzo di un finanziame­nto sottoscrit­to il 30 novembre 2015 tra il gruppo Ferrari e un pool di banche internazio­nali per 2,5 miliardi. Ora una fetta di questa linea è arrivata a scadenza e la Rossa ha deciso di utilizzare risorse proprie per ridurre il debito lordo consolidat­o «senza fare ricorso a ulteriori fonti esterne», come recita il documento che ha approvato l’operazione, e che chiosa sottolinea­ndo che questa manovra porterà «benefici sia a Ferrari NV sia alla spa». I 600 milioni transitati dall’operativa alla holding sono il risultato dell’utilizzo delle riserve disponibil­i per 354 milioni e di utili distribuib­ili per 306 milioni, in tutto 660 mi- lioni di cui solo 60 sono rimasti iscritti come riserve. La cifra è stata “prestata” per un anno a un tasso pari all’Euribor a tre mesi a cui va sommato uno spread di 1,1 punti base per un tasso finito che oggi si aggira attorno allo 0,7%. Come detto quest’operazione rientra in un discorso un po’ più ampio legato alla struttura finanziari­a nel suo complesso. Ciò non toglie che l’azienda sta lavorando anche per migliorare l’efficienza sul fronte dell’esposizion­e industrial­e. Nel mentre resta aperta la sfida strategica.

Il futuro della Rossa

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Sergio Marchionne a New York il 21 ottobre 2015, giorno dell’Ipo di Ferrari
Il debutto a Wall Street. Sergio Marchionne a New York il 21 ottobre 2015, giorno dell’Ipo di Ferrari

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