Apple, stop al progetto di auto senza pilota
Oltre 100 ingegneri hanno lasciato il progetto del veicolo senza guidatore di Cupertino Il piano Titan viene ridimensionato: il marchio della mela punta alle alleanze con le case
pApple «parcheggia» l’ambizioso progetto di costruire una propria auto che si guida da sola. Potrebbe, anzi, «rottamarlo» prima ancora di arrivare a un prototipo vero e proprio.
Il Project Titan, il nome in codice che doveva racchiudere la rivoluzione delle quattro ruote come l’iPhone aveva trasformato le telecomunicazioni, si sta trasformando in uno straordinario fallimento e imbarazzo per la società di Cupertino. Che dall’estate a oggi ha sofferto l’esodo e il licenziamento di centinaia di dipendenti e ingegneri dai suoi laboratori dedicati alla self driving car, compresi drastici cambi al vertice e di conseguenti strategie per cercare di salvare il progetto.
Oggi la Apple, ha rivelato Bloomberg, non mira ormai più a dar vita da sola a un modello di vettura elettrica e senza pilota, o meglio con un guidatore che si limiti a farsi riconoscere da impronte di- gitali e a premere un pulsante. La nuova direzione del gruppo prevede di lavorare unicamente su una piattaforma di software, per poi decidere entro la fine del 2017, ultima scadenza, che cosa fare: se attivare una partenrship industriale con un produttore di Detroit e dintorni, oppure riprendere la strada dello sviluppo di un’auto targata Apple, o ancora abbandonare definitivamente gli sforzi, che tuttora coinvolgono circa mille addetti a pochi chilometri dal quartier generale di Cupertino in un centro di ricerca largamente mantenuto anonimo.
Apple non è l'unica azienda hitech ad essersi accorta tardi e male che dare vita a una vettura non equivale lanciare un gadget o un servizio Internet. Gli investimenti, il know how tecnico, le complessità della catena dei fornitori di componenti sono sfide di gran lunga superiori a quelle abituali nella new economy. In un clima oltretutto caratterizzato dallo scetticismo tra gli investitori, che ai protagonisti dell’alta tecnologia chiedono anzitutto generosi margini di profitto - le case auto viaggiano abitualmente sotto il 10% - nonostante il miraggio di far breccia su un mercato stimato da McKinsey in 6.700 miliardi di dollari nel 2030. Google è un’altra delle società che hanno frenato sulla self driving car, mentre avanzano Tesla e le case produttrici per proteggersi da invasioni eccessive in un comparto - il software per automotive - considerato particolarmente redditizio.
Il colosso di Cupertino, se non è un caso isolato, minaccia però di diventare rapidamente il più eclatante se non riuscirà a correre ai ripari. Il chief executive Tim Cook nel 2014, al decollo del progetto, aveva definito il settore auto come arrivato ad un «momento di svolta» e il direttore operativo John Williams aveva descritto la vettura alla stregua del «gadget mobile per eccellenza». Piani per un veicolo parzialmente autonomo erano stati in un batter d’occhio sor-