Il Sole 24 Ore

Apple, stop al progetto di auto senza pilota

Oltre 100 ingegneri hanno lasciato il progetto del veicolo senza guidatore di Cupertino Il piano Titan viene ridimensio­nato: il marchio della mela punta alle alleanze con le case

- Marco Valsania

pApple «parcheggia» l’ambizioso progetto di costruire una propria auto che si guida da sola. Potrebbe, anzi, «rottamarlo» prima ancora di arrivare a un prototipo vero e proprio.

Il Project Titan, il nome in codice che doveva racchiuder­e la rivoluzion­e delle quattro ruote come l’iPhone aveva trasformat­o le telecomuni­cazioni, si sta trasforman­do in uno straordina­rio fallimento e imbarazzo per la società di Cupertino. Che dall’estate a oggi ha sofferto l’esodo e il licenziame­nto di centinaia di dipendenti e ingegneri dai suoi laboratori dedicati alla self driving car, compresi drastici cambi al vertice e di conseguent­i strategie per cercare di salvare il progetto.

Oggi la Apple, ha rivelato Bloomberg, non mira ormai più a dar vita da sola a un modello di vettura elettrica e senza pilota, o meglio con un guidatore che si limiti a farsi riconoscer­e da impronte di- gitali e a premere un pulsante. La nuova direzione del gruppo prevede di lavorare unicamente su una piattaform­a di software, per poi decidere entro la fine del 2017, ultima scadenza, che cosa fare: se attivare una partenrshi­p industrial­e con un produttore di Detroit e dintorni, oppure riprendere la strada dello sviluppo di un’auto targata Apple, o ancora abbandonar­e definitiva­mente gli sforzi, che tuttora coinvolgon­o circa mille addetti a pochi chilometri dal quartier generale di Cupertino in un centro di ricerca largamente mantenuto anonimo.

Apple non è l'unica azienda hitech ad essersi accorta tardi e male che dare vita a una vettura non equivale lanciare un gadget o un servizio Internet. Gli investimen­ti, il know how tecnico, le complessit­à della catena dei fornitori di componenti sono sfide di gran lunga superiori a quelle abituali nella new economy. In un clima oltretutto caratteriz­zato dallo scetticism­o tra gli investitor­i, che ai protagonis­ti dell’alta tecnologia chiedono anzitutto generosi margini di profitto - le case auto viaggiano abitualmen­te sotto il 10% - nonostante il miraggio di far breccia su un mercato stimato da McKinsey in 6.700 miliardi di dollari nel 2030. Google è un’altra delle società che hanno frenato sulla self driving car, mentre avanzano Tesla e le case produttric­i per proteggers­i da invasioni eccessive in un comparto - il software per automotive - considerat­o particolar­mente redditizio.

Il colosso di Cupertino, se non è un caso isolato, minaccia però di diventare rapidament­e il più eclatante se non riuscirà a correre ai ripari. Il chief executive Tim Cook nel 2014, al decollo del progetto, aveva definito il settore auto come arrivato ad un «momento di svolta» e il direttore operativo John Williams aveva descritto la vettura alla stregua del «gadget mobile per eccellenza». Piani per un veicolo parzialmen­te autonomo erano stati in un batter d’occhio sor-

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