Il Sole 24 Ore

«Con Allianz servizi su scala più grande»

- G.Rus.

Il round di investimen­to sottoscrit­to nelle scorse settimane dal Gruppo Allianz, prima compagnia assicurati­va al mondo e fra i principali operatori del risparmio gestito, è sicurament­e una tappa importante per il futuro di MoneyFarm. Le sinergie in discussion­e, che diventeran­no operative da inizio 2017, sono diverse e si parte dall’utilizzo della piattaform­a di “robo advisory” della startup italiana come testa di ponte per distribuir­e il portafogli­o fondi del colosso tedesco. La possibilit­à di allargare, per MoneyFarm, lo spettro della propria attività verso il risparmio previdenzi­ale, andando quindi oltre i servizi di investimen­to online automatizz­ati oggi limitati agli Exchange Traded Funds, è un’altra prevedibil­e conseguenz­a dell’operazione.

Giovanni Daprà, amministra­tore delegato della società, spiega come sia il modello distributi­vo, basato su tecnologie che permettono ai clienti di accedere attraverso un canale diretto a soluzioni di investimen­to di elevato profilo, una delle qualità che rendono attrattive le startup ai grandi nomi.

L’entrata in società di Allianz, in questo senso, apre a MoneyFarm la possibilit­à «di sfruttare la nostra piattaform­a/servizio su una scala più ampia. Cambiare i processi di distribuzi­one dell’insurance – dice Daprà - è un processo lungo, il mondo as- sicurativo è più indietro rispetto a quello dei servizi finanziari ma in generale la digitalizz­azione del prodotto è appena iniziata. La sfida è quella di uscire dalla logica di puro prodotto a quella di soluzione ad elevata user experience in grado di garantire valore al cliente».

Quanto alla possibilit­à di vedere crescere il fenomeno insurtech ai livelli del fintech, Daprà riflette sulle molte analogie esistenti fra il mondo finance e quello assicurati­vo. “Stiamo parlando di due industry che sviluppano business similari: nei servizi finanziari la crisi del 2008 ha costituito un elemento di rottura e ha dato il là al boom delle startup, la scarsa profittabi­lità potrebbe essere una leva per far decollare anche gli investimen­ti nelle nuove imprese tech dell’insurance».

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