Il Sole 24 Ore

È la Cina a guidare rame e alluminio

- Gianni Mattarelli

pRame in lieve recupero ieri al Lme dopo un’altra perdita settimanal­e (-2,2%) originatas­i principalm­ente giovedì, quando i dati dalla Cina avevano mostrato una discesa delle importazio­ni in settembre a 340milaton­nellate,ilminimoda­febbraio 2015. Nei primi 9 mesi risulta comunque tuttora una crescita del 12% annuo (a 3,79 milioni di tonn).

Le notizie cinesi avevano fatto in breve scendere la quotazione, sulla spinta di vendite che si erano autoalimen­tate al cedimento dei sostegni tecnici rappresent­ati dalle medie mobili dei 200, dei 100 e dei 40 giorni precedenti, tutti posti nell’area tra 4.700 e 4.800 $ (base tre mesi). A far calare il prezzi sino a un minimo di 4.675 $ era poi intervenut­o venerdì l’annuncio dell’aumento settimanal­e di 14 mila tonnellate di catodi nei magazzini dello Shanghai Futures Exchenge. Nessuna apparente reazione ha invece provocato la decisione della tedesca Aurubis, maggior produttore europeo, di portare a 86 $ il premio sui catodi per il 2017, in riduzione dai 92 $ di quest’anno.

Si aspetta ora l’annuncio della cilena Codelco, che dovrebbe esprimersi a breve, prima della settimana di incontri annuali degli operatori al Lme, al via il 31 ottobre. Visto il precedente di un anno fa, il premio per contratti di catodi resi Cif porto europeo dovrebbe allinearsi a quello di Aurubis.

Anche gli altri metalli hanno avviato la settimana in consolidam­ento al Lme, con l’alluminio in calo soprattutt­o perché in situazione tecnica di sovracompr­ato dopo i rialzi dei giorni scorsi.

Sul fronte fondamenta­le si profila la possibilit­à di pressioni ribassiste legate alla riapertura di raffinerie cinesi che erano state fermate quando i prezzi erano più bassi e all’attivazion­e di nuovi impianti nello stesso paese: la società di ricerca statale cinese Antaike prevede che tra settembre e dicembre la capacità di raffinazio­ne locale crescerà ulteriorme­nte,dicirca1,3milionidi­tonn.per ripristino di fabbriche inattive e di 1,8 milioni per nuove strutture.

Più rialzista la visione della russa Rusal, secondo produttore mondiale, per cui i prezzi dell’alluminio dovrebbero continuare a salire in quanto le raffinerie cinesi avranno difficoltà ad espandere la produzione a causa dei rincari della materia prima allumina e del costo energetico, con il carbone termico salito del 60%. Il mercato secondo Rusal sarebbe più bilanciato, con un deficit di 700 mila tonn. quest’anno e 1,2 milioni nel 2017. Ma si tratta del punto di vista di un produttore, in contrasto con quello, molto più cauto, di altri analisti.

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