Sul problema sicurezza allerta del Parlamento
In Parlamento non è piaciuta la virata del Governo sul Dpr ascensori (il cui testo finale, varato lo scorso luglio, non prevede più una revisione generale degli impianti ante 1999). E nei pareri obbligatori (pur favorevoli nel complesso) delle commissioni Industria di Camera e Senato ci sono osservazioni puntuali.
Osservazioni che non sono cogenti per il Governo, il quale deve però tenerne conto e motivare le ragioni dell’eventuale rifiuto di accoglierle in un nuovo testo. I pareri tengono comunque conto di quello del Consiglio di Stato.
Per la Camera, in particolare, le osservazioni dicono di «prevedere modalità di verifica per l’aggiornamento dei requisiti di sicurezza degli ascensori installati ante 1999, anche attraverso l’individuazione di selettivi e limitati interventi, necessari ed urgenti a ridurre le cause di infortunio più frequenti per gli utilizzatori».
La commissione Industria del Senato (che nel suo parere tiene conto anche di quelli espressi dalle commissioni Lavoro e Politiche dell’Ue) chiede la stessa cosa, con in più l’introduzione di sanzioni per gli inadempienti e il ripristino delle commissioni prefettizie per gli esami abilitanti ai mautentori, peraltro già promesso dal sottosegretario agli Interni Gianpiero Bocci.
Roberto Zappa, presidente di Assoascensori, auspica che «Si possa avviare un proficuo confronto con il Governo, privo delle mistificazioni create ad arte in questi ultimi mesi sui media, che porti all’adozione in tempi rapidi di misure capaci di favorire, grazie alla prevenzione, la sicurezza dei vecchi impianti, permettendo così all'Italia di colmare un ritardo di oltre 20 anni».
IL TEMA TORNA IN CAMPO Per Assoascensori è il momento di avviare un confronto con il Governo per la prevenzione per i vecchi impianti