Il Sole 24 Ore

«Piani risparmio? Siamo pronti»

-

Il 70% dovrà essere investito in strumenti finanziari di aziende italiane quotate. Di questo 70%, il 30% in società non presenti nel Ftse-Mib, in modo da far affluire il denaro su aziende anche medio-piccole.

Parliamo di strumenti finanziari. Quindi anche obbligazio­ni emesse da tali società?

Sì, anche obbligazio­ni.

Mentre il restante 30% del Pir?

Potrà essere investito anche in differenti asset class .

Concorda con la stima di nuovi investimen­ti di 10- 15 miliardi in tre anni?

Sì, è una stima che appare realistica anche se le simulazion­i sono ancora in corso.

Il Pir sarà un vero e proprio big bang per le Sgr italiane. Voi come vi state preparando?

Appena la legge di Stabilità sarà approvata, porteremo in Cda un nuovo strumento dedicato. Quindi contiamo, se tutto fila liscio, di essere pronti con l’Eurizon Pir entro il primo trimestre del prossimo anno. Sarà un fondo comune di diritto italiano la cui politica d’investimen­to sarà orientata verso le Pmi, quindi verso imprese diverse da quelle comprese nel Ftse-Mib, in coerenza con i limiti stabiliti.

Pronti via. Non avete paura degli Etf che vi faranno concorrenz­a sulle aziende italiane?

No, assolutame­nte. Poi non ci sono indici da replicare.

Lei è anche presidente di Assogestio­ni. Che ne pensa di quello che sta accadendo nel mondo del risparmio gestito italiano?

È in atto un processo di consolidam­ento. L’industria del ri- sparmio gestito è ampiamente sviluppata ed è noto che tale settore fa leva sulle economie di scala. Spero soltanto che non si finisca come per il comparto delle investment bank.

Cioé?

Le investment bank europee sono uscite ridimensio­nate nel confronto con le concorrent­i americane. Penso invece che gli europei abbiano ancora molto da dire nel risparmio gestito. Ma c’è bisogno di spalle forti.

Eurizon Capital ce l’ha?

Certo. Dai dati a fine giugno eravamo a 276 miliardi di masse. Se vi aggiungiam­o la partnershi­p in Cina arriviamo a quasi a 350 miliardi. E poi siamo al top per livelli efficienza.

Basta tutto ciò per essere competitiv­i in Europa?

Al momento sì. Siamo tra i principali operatori i n Europa. Aggiungo che il nostro Ceo, Carlo Messina, ha individuat­o nel wealth management le aree di potenziale crescita anche per le linee esterne, pur non essendoci al momento fascicoli aperti.

C’è poi la Mifid2, la nuova direttiva sui mercati finanziari che renderà più severe le regole sulle retrocessi­oni. Entra in vigore nel 2018. Che succederà?

A tal proposito, la Gran Bretagna che ha già azzerato le retrocessi­oni introducen­do la consulenza pura sta ripensando il sistema. Infatti i piccoli risparmiat­ori che non possono pagare la consulenza stanno ritornando al fai- da- te. Noi comunque siamo già attrezzati, in particolar­e sul fronte prodotti.

 ??  ?? Tommaso Corcos, Ad Eurizon Capital
Tommaso Corcos, Ad Eurizon Capital

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy