Petrolio sotto osser vazione
Le attese per il meeting Opec del 30 novembre rianimano i corsi ma restano i rischi per l’intesa sui tagli
Petrolio a una svolta? Probabilmente sì, se l’Opec terrà fede alla promessa — già vecchia di un mese — di tagliare l a produzione. Le speranze del mercato sono alte dopo che anche la Russia, qualche giorno fa, ha annunciato che è disposta a limare la propria quota. Quanto all’Opec, la riduzione potrebbe essere di 740mila barili al giorno, ovvero il 2%: i particolari saranno resi noti durante il meeting viennese del 30 novembre. Ma il rischio che tutto si risolva in una bolla di sapone rimane.
« La mancanza di dettagli — dice a Plus24 Claudia Segre, presidente di Global Thinking Foundation — dipende dalle molteplici variabili ancora pendenti sull’accordo. La Nigeria, per esempio, prevede di aumentare la produzione del 20% entro la fine dell’anno a 2,2 milioni di barili al giorno, e l’Iran vuole arrivare a recuperare terreno sulla produzione sino a 5 milioni di barili, dai 3,9 di oggi». Resta dunque un mistero come l’Opec potrà mantenere la promessa e quindi l’aspettativa dei prezzi sopra i 50 dollari al barile. « Intanto il mercato ci crede — continua Segre — e le posizioni lunghe nette sono cresciute di 110 mila contratti nelle ultime due settimane. Livelli record che non si vedevano da aprile » .
L’accordo — a oggi solo informale — ha consolidato un trend già rialzista, «portando il greggio da 45 a 50 dollari — precisa Massimo Saitta, direttore i nvestimenti di Intermonte Advisory —. È probabile che le difficoltà che ci saranno nella discussione per traslare in termini pratici la decisione assunta potranno innescare qualche presa di profitto di breve spingendo il prezzo del greggio verso area 47 dollari. Per il momento quindi è da favorire una strategia di attesa o di acquisto sulla debolezza man mano che il petrolio si avvicina all’area target di breve. Solo agli investitori più presenti nel trading di brevissimo può essere suggerita anche una strategia di trading corta tramite strumenti che replicano tale posizionamento».
Una strategia adatta anche al piccolo investitore? « Anche l’investitore retail — risponde Saitta — può investire sulle variazioni del prezzo del greggio con strategie sia al rialzo che al ribasso. Le più facili sono realizzabili tramite Etc quotati sui mercati regolamentati che replicano le variazioni del greggio sia al rialzo ( long) che al ribasso ( short) e sia con leva che senza. Inoltre può intervenire sui titoli dei settori petrolio/energia/servizi all’indu- stria petrolifera. In questo caso però le variabili da monitorare diventano più d’una dovendo prestare attenzione non solo ai cambiamenti legati al prezzo della materia prima ma anche quelli connessi alle specificità dell’azienda che possono differire in maniera significativa anche tra nomi dello stesso settore » .
Per l’investitore gli strumenti per scommettere su un rafforzamento del prezzo del petrolio sono molteplici e soddisfano differenti livelli di propensione al rischio. Tra gli Etc che replicano indici legati al petrolio, «il più liquido è il Crude con sottostante il Subindex Dow Jones-Ubs Wti Crude Oil o lo Xetc con sottostante Db Brent Crude Oil Booster, entrambi senza leva uno in dollari e il secondo in euro — suggerisce Segre — o il 3Oil con sottostante il Nasdaq Commodity Crude Oil che ha una leva maggiore di 2 e strategia long ». Più moderni i prodotti legati a commodity con una componente petrolio, come il WisdomTree Enhanc Commodity, un total return che abbatte la volatilità del portafoglio. Volatilità che nel caso del petrolio è sempre elevata. «Negli ultimi tre mesi — dice Viktor Nossek, direttore della ricerca di WisdomTree Europe — l’andamento dell’oro nero è stato piatto con il Wti in calo dello 0,2% e il Brent dell’1,2%. Tuttavia la volatilità a sessanta giorni si è attestata al 40%, ben al di sotto del 70% registrato a marzo». Questo calo rappresenta un possibile vantaggio per l’intero universo delle commodity in quanto in alcuni indici, come il Bloomberg Commodity Index, il settore energia rappresenta quasi il 33%. «Una maggiore stabilità dei prezzi — continua l’analista di WisdomTree — potrebbe incoraggiare le allocazioni in commodity. Per farlo in maniera efficiente nel lungo periodo l’adozione di una strategia che presenti rendimenti rolling ottimizzati si rivelerà presumibilmente ottimale».