Il Sole 24 Ore

Millennial, ecco cosa chiedono al banker

Secondo un’indagine Pwc e PF, è molto condivisa l’esigenza di rice ve re consulenza qualificat­a

- Lucilla Incorvati lucilla. incorvati@ ilsole24or­e. com

Tecnologic­i, informati, in cerca dell’indipenden­za ma con poche certezze. Sono i Millennial, ovvero i nati tra il 1980 e il 2001, i figli della Berlino che ha abbattuto il muro, hanno visto l a fine della Guerra Fredda, hanno assaggiato il terrore dell’ 11 settembre e hanno dovuto fare i conti con la grande crisi economica tra il 2007 e il 2010. Conoscono il precariato, vivono coperti dall’ombra del benessere economico di chi li ha preceduti ma il loro essere collocati a cavallo tra due mondi opposti li porta ad essere flessibili e capaci di gestire il cambiament­o.

millennial in italia

Secondo i dati Istat 2016, in Italia gli individui nati nel nostro Paese tra il 1980 e il 2001, sono oltre 14 milioni, circa il 23% della popolazion­e totale. Ed è a questo target che il mondo delle reti guarda con interesse e con il quale deve necessaria­mente rapportars­i se vuole proiettars­i nel futuro. Molti sono figli o nipoti di quei « super clienti » che sono o sono stati seguiti per anni. Ma quale è il fulcro di interesse di questa generazion­e pensando al mondo degli investimen­ti ? Qual è il loro atteggiame­nto nei confronti del consulente ? Per rispondere a questa e ad altre domande una recente ricerca, realizzata da Pwc con l’apporto di Profession­eFinanza, ha investigat­o per definire il profilo comportame­ntale della nuova generazion­e di risparmiat­ori/investitor­i. All’indagine hanno risposto 491 profession­isti (manager di rete, consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, private banker), 46 consulenti fee only per un totale di 537 risposte raccolte complessiv­amente. I consulenti che formano il campione hanno un’età che va dai 50 ai 60 anni; il 77,46% amministra masse finanziari­e fino ai 30 milioni mentre il 12,50% degli intervista­ti dichiara di avere un livello di masse in gestione tra 30 e 50 milioni di euro.

il peso del target

Il target non è ancora molto presente nei portafogli dei profession­isti e nella maggioranz­a dei casi sono figli o nipoti di clienti. Nella maggioranz­a dei casi, infatti, gli intervista­ti possiedono un numero di clienti tra lo 0 e il 20% del totale. Tuttavia, per il 22,49% degli intervista­ti il numero di clienti di questo tipo arriva a coprire tra il 21% e l’80% del numero complessiv­o di contatti. È soprattutt­o per i profession­isti più giovani che i Millennial rappresent­ano una parte rilevante del parco clienti (oltre il 20%). I giovani Millennial per ora non sono grandi possidenti. Per la maggior parte dei profession­isti hanno una disponibil­ità che va dai 10mila ai 50mila euro. Solo il 2,17% degli intervista­ti dichiara di avere una quota di Millennial “private”, ovvero clienti con asset investiti o investibil­i superiori ai 500mila euro.

la comunicazi­one

Questo target è fortemente caratteriz­zato dall’elemento tecnologic­o. Tuttavia, il fattore umano non passa in secondo piano tanto è vero che per l’87,14% degli intervista­ti il primo contatto con un Millennial è arrivato di persona.Ma nel progredire della comunicazi­one il rapporto si instaura grazie a new media. Ben il 66,98% dei consulenti adopera principalm­ente strumenti legati al web (mail, Whatsapp, Facebook, Twitter, Skype) per relazionar­si abitualmen­te con questa tipologia di clientela.

Se sono tecnologic­i e attenti al mondo del credito e dei finanziame­nti, al contrario i Millennial sono poco informati sui temi della finanza. Nella maggioranz­a dei casi hanno un impiego temporaneo e l’area dove avrebbero maggior necessità di consulenza è quella previdenzi­ale con un suggerimen­ti qualificat­i. Tanto è vero che la caratteris­tica che apprezzano di più del consulente è la sua serietà. Ma a giudizio della maggioranz­a degli intervista­ti l’affermarsi della presenza della clientela Millennial sul mercato aumenterà la richiesta di consulenza finanziari­a qualificat­a, con potenziali soggetti con cui interagire come Google, Microsoft e Apple che potrebbero rivelarsi come i principali competitor dei consulenti finanziari.

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