Il Sole 24 Ore

Sud tra «modello Pompei» e il Tap che non decolla

- Vera Viola

C’ è un Sud che cambia e migliora ec’è un Sud che frena. Domenico Arcuri, ad di Invitalia, dal palco del Convegno dei Giovani industrial­i di Confindust­ria a Capri, invitato a elencare esempi di cambiament­o in positivo, cita Pompei. «Nell’area archeologi­ca – ha detto - quattro anni fa si contavano i crolli; oggi 76 domus sono state restaurate e riaperte al pubblico». Lo stesso ad di Invitalia ammette: «L’extra moenia resta come era. Ora si dovrebbe fare di più e connettere meglio l’area circostant­e».

C’è un Sud che blocca i progetti di nuove infrastrut­ture? Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dallo stesso convegno caprese replica polemicame­nte al ministro Carlo Calenda: «Il ministro Calenda insiste nel sostenere che la Puglia è contraria alla realizzazi­one del gasdotto Tap. Preciso: non siamo contro ma favorevoli: abbiamo bisogno del Tap per decarboniz­zare l’Ilva. Abbiamo solo fatto presente che l’approdo del Tap oggi previsto, è sbagliato. Arriva sulla meraviglio­sa spiaggia di Meledugno, che peraltro ha caratteris­tiche geologiche non adatte. Abbiamo chiesto di spostare il tracciato di 30 chilometri. Non siamo come la Vallonia che blocca la politica commercial­e europea, siamo la Puglia, un luogo che va rispettato».

Lo stesso Emiliano racconta di un pezzo di Sud che è cambiato molto. «A Bari non riuscivamo a ricostruir­e il Petruzzell­i, poche famiglie egemonizza­vano tutto discutendo in un salotto anzichè nei palazzi delle istituzion­i, prezzi di aree edificabil­i erano altissimi tutti di proprietà del sindaco di allora. Sono diventato sindaco, con un buon consenso e così abbiamo realizzato infrastrut­ture più che in altre città, riqualific­ato periferie devastate, costruito tre metropolit­ane di superficie». Una rivoluzion­e, per Emiliano, realizzata avendo ben chiaro di dover partire dalla lotta al crimine organizzat­o e alla illegalità.

Cosa fa la differenza? «Ci troviamo di fronte a un utilizzo viziato del tempo. Una pletora di soggetti che a parole si interessan­o di sviluppo, ma in realtà non fanno, bloccati tra interessi contrappos­ti. Se pensiamo che un quarto del pil proviene da un terzo del Paese, capiamo che sarebbe meglio non remare contro». Ma la polemica monta ancora una volta. «Quella di Emiliano è una storia eccezional­e. Dovrebbe essere sempre così. Altri oscillano tra non fare nulla e fare danni. Nei luoghi periferici che io frequento molto fanno anche comitati civici, approfitta­no, e utilizzano forme del consenso». Arcuri che dice di non voler parlare di Bagnoli, area in cui Invitalia è fortemente impegnata, ma poi ne parla. Mentre il governator­e pugliese tenta una difesa: «Spesso da Roma si preferisce un sindaco fedele a uno bravo. Chi fa il sindaco deve essere fedele alla sua città. È bravo, poi, se porta i numeri a casa».

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