Il Sole 24 Ore

ASPETTANDO IL PRIMO SGUARDO (- 9 SETTIMANE ALLA NASCITA)

- diario di Gianluca Brig ug lia

Viene in mente più volte nei mesi che precedono la nascita, ma il darsela a gambe non è un’opzione. Però potete fantastica­rci sopra. L’unica risoluzion­e che prenderete sarà quella di giocare a calcetto tutti i mercoledì. Il problema però resta, cioè la solitudine dei futuri padri. Si manifesta a tratti più o meno brevi e con inquietudi­ni personali più o meno profonde. Nessuno lo dice, ma tutti ne fanno velata allusione, anche le diaboliche app per i telefonini ( che ovviamente in questo caso sono solo per le future mamme), quando allo scavallare tra primo e secondo trimestre cominciano a intimare « adesso è ora di coinvolger­e maggiormen­te il futuro papà » . Del resto basta consultare, rigorosame­nte off record, gli amici che sono nella stessa situazione: paure, sconforti, senso di fine imminente, propositi di libertà fantasiosi, stratagemm­i vari perché nulla cambi, piani infallibil­i per non essere inghiottit­i. Forse però non c’è da sentirsi in colpa se alla primissima ecografia non si prova l’emozione forte d’ordinanza, se non si sente già come proprio quel nascituro con la faccia da alieno, se tutto appare come un affare che riguarda altri. Del resto lo diceva già Hume, le bon David , come lo chiamavano gli illuminist­i francesi, che sulla natura umana la sapeva lunga, quando osservava che le donne cominciano ad amare i propri bambini dai mesi della gravidanza, ma la natura nella sua lungimiran­za ha fatto in modo che i padri venissero inteneriti dai loro figli solo a partire dal primo sguardo.

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