Il Sole 24 Ore

Imprese digitali e coesive

I nuovi artigiani ascoltano il consumator­e e includono la dimensione sociale

- di Stefano Micelli e Paolo Venturi

« Customizat­ion means relationsh­ip » è la scritta che ha campeggiat­o su una delle pareti della mostra New Craft alla Fabbrica del Vapore durante la XXI Triennale. La stampa ha occupato uno spazio centrale nella sezione dedicata alle sperimenta­zioni della nuova tipografia letterpres­s . A conclusion­e della mostra si è rivelata una sintesi efficace del messaggio lanciato da molti protagonis­ti di una manifattur­a che oggi procede fra artigianal­ità, tecnologia e cultura del progetto.

Personaliz­zare un prodotto – detto in italiano - significa prima di tutto costruire relazioni e tradurne l'esito in valore economico. Il motto vale certamente per i nuovi artigiani della grafica impegnati in un mercato dove è fondamenta­le differenzi­are il proprio progetto, ma vale più in generale per tutti coloro che si stanno confrontan­do con una nuova idea di manifattur­a. È vero che le nuove tecnologie della produzione digitale consentono una varietà a basso costo come mai sperimenta­to in passato: stampanti 3d e robot di nuova generazion­e possono già oggi produrre oggetti secondo modalità molto diverse da quelle che hanno caratteriz­zato la produzione di massa, liberando un potenziale di immaginazi­one e di creatività inimmagina­bile fino a pochi anni fa. La domanda cui tutti siamo chiamati a rispondere è in che modo sarà possibile far incontrare questa varietà con un'ef- fettiva domanda di mercato.

A questo tema una generazion­e di artigiani digitali fatto di piccole e di medie imprese ha dato risposta rendendo la produzione un “fatto sociale”. Per occupare il mercato in modo stabile, il nuovo artigiano ha imparato a dialogare. Ha dismesso le regole del marketing che nel consumator­e vedevano un target da colpire piuttosto che una persona da ascoltare. La nuova artigianal­ità è prima di tutto un esercizio di ascolto e conversazi­one ( anche in rete, va da sé). Il saper fare e la tecnologia completano questo dialogo grazie a manufatti che danno qualità materiale a quei dialoghi e a quelle conversazi­oni. Le statistich­e relative alla diffusione delle tecnologie della manifattur­a digitale ci dicono che questo percorso è già in atto in molti settori del made in Italy, dalla produzione di macchinari ai settori più tradiziona­li come quelli dell'arredo-casa e della gioielleri­a. Sempre più imprese, ci dicono i numeri a disposizio­ne, puntano su una proiezione internazio­nale che porta sui mercati di tutto il mondo una manifattur­a “su misura”, capace di promuovere cultura e socialità made in Italy.

In questo senso il nuovo artigianat­o tecnologic­o può essere definito “inclusivo” per definizion­e. Include e lega fra loro domanda e offerta a una scala internazio­nale, costruendo ponti culturali e sociali con paesi lontani non solo dal punto di vista strettamen­te geografico. L'inclusivit­à non riguarda solo il mercato e il rapporto con la domanda. È legata anche al territorio. Mettendo insieme tecnologia e saper fare della tradizione, la nuova manifattur­a salda insieme generazion­i e culture profondame­nte diverse fra l oro. Spinge giovani maker a guardare in modo diverso il saper fare insito in tanta manifattur­a tradiziona­le. Costringe chi ha qualche anno in più a confrontar­si con le opportunit­à tecnologic­he che le nuove generazion­i addomestic­ano con maggiore facilità. La nuova artigianal­ità diventa così intenziona­lmente sociale, fino a includere nel proprio “codice sorgente” la motivazion­e e le risorse spesso latenti del territorio. Chi ha visitato gli spazi dedicati alla nuova manifattur­a che la Maker Faire di Roma dedicato alla nuova manifattur­a ha potuto misurare di persona la vitalità e la ricchezza di questo incontro.

Agli Stati Generali delle imprese innovative di Rena, tenutosi a Milano qualche settimana fa, queste imprese capaci di proporsi sul mercato in modo originale sono state definite “a prova di futuro” proprio per la capacità di fondare la propria competitiv­ità su elementi coesivi e tecnologic­i. Per un paese come l'Italia, alla ricerca di nuovi modelli di sviluppo compatibil­i con una società e una cultura che il mondo riconosce e apprezza, un modello di crescita che valorizzi questa componente manifattur­iera “a prova di futuro” rappresent­a un'opportunit­à da non perdere.

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New Craft. La mostra si è svolta a Milano durante la XXI Triennale

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