Imprese digitali e coesive
I nuovi artigiani ascoltano il consumatore e includono la dimensione sociale
« Customization means relationship » è la scritta che ha campeggiato su una delle pareti della mostra New Craft alla Fabbrica del Vapore durante la XXI Triennale. La stampa ha occupato uno spazio centrale nella sezione dedicata alle sperimentazioni della nuova tipografia letterpress . A conclusione della mostra si è rivelata una sintesi efficace del messaggio lanciato da molti protagonisti di una manifattura che oggi procede fra artigianalità, tecnologia e cultura del progetto.
Personalizzare un prodotto – detto in italiano - significa prima di tutto costruire relazioni e tradurne l'esito in valore economico. Il motto vale certamente per i nuovi artigiani della grafica impegnati in un mercato dove è fondamentale differenziare il proprio progetto, ma vale più in generale per tutti coloro che si stanno confrontando con una nuova idea di manifattura. È vero che le nuove tecnologie della produzione digitale consentono una varietà a basso costo come mai sperimentato in passato: stampanti 3d e robot di nuova generazione possono già oggi produrre oggetti secondo modalità molto diverse da quelle che hanno caratterizzato la produzione di massa, liberando un potenziale di immaginazione e di creatività inimmaginabile fino a pochi anni fa. La domanda cui tutti siamo chiamati a rispondere è in che modo sarà possibile far incontrare questa varietà con un'ef- fettiva domanda di mercato.
A questo tema una generazione di artigiani digitali fatto di piccole e di medie imprese ha dato risposta rendendo la produzione un “fatto sociale”. Per occupare il mercato in modo stabile, il nuovo artigiano ha imparato a dialogare. Ha dismesso le regole del marketing che nel consumatore vedevano un target da colpire piuttosto che una persona da ascoltare. La nuova artigianalità è prima di tutto un esercizio di ascolto e conversazione ( anche in rete, va da sé). Il saper fare e la tecnologia completano questo dialogo grazie a manufatti che danno qualità materiale a quei dialoghi e a quelle conversazioni. Le statistiche relative alla diffusione delle tecnologie della manifattura digitale ci dicono che questo percorso è già in atto in molti settori del made in Italy, dalla produzione di macchinari ai settori più tradizionali come quelli dell'arredo-casa e della gioielleria. Sempre più imprese, ci dicono i numeri a disposizione, puntano su una proiezione internazionale che porta sui mercati di tutto il mondo una manifattura “su misura”, capace di promuovere cultura e socialità made in Italy.
In questo senso il nuovo artigianato tecnologico può essere definito “inclusivo” per definizione. Include e lega fra loro domanda e offerta a una scala internazionale, costruendo ponti culturali e sociali con paesi lontani non solo dal punto di vista strettamente geografico. L'inclusività non riguarda solo il mercato e il rapporto con la domanda. È legata anche al territorio. Mettendo insieme tecnologia e saper fare della tradizione, la nuova manifattura salda insieme generazioni e culture profondamente diverse fra l oro. Spinge giovani maker a guardare in modo diverso il saper fare insito in tanta manifattura tradizionale. Costringe chi ha qualche anno in più a confrontarsi con le opportunità tecnologiche che le nuove generazioni addomesticano con maggiore facilità. La nuova artigianalità diventa così intenzionalmente sociale, fino a includere nel proprio “codice sorgente” la motivazione e le risorse spesso latenti del territorio. Chi ha visitato gli spazi dedicati alla nuova manifattura che la Maker Faire di Roma dedicato alla nuova manifattura ha potuto misurare di persona la vitalità e la ricchezza di questo incontro.
Agli Stati Generali delle imprese innovative di Rena, tenutosi a Milano qualche settimana fa, queste imprese capaci di proporsi sul mercato in modo originale sono state definite “a prova di futuro” proprio per la capacità di fondare la propria competitività su elementi coesivi e tecnologici. Per un paese come l'Italia, alla ricerca di nuovi modelli di sviluppo compatibili con una società e una cultura che il mondo riconosce e apprezza, un modello di crescita che valorizzi questa componente manifatturiera “a prova di futuro” rappresenta un'opportunità da non perdere.