Il Sole 24 Ore

Una vita piena di tasse: dopo trent’anni il conto sale ancora

Nel 1986 la stima era di mezzo miliardo di lire, oggi più di 700mila euro

- Di Mauro Meazza

Mario Rossi ha compiuto trent’anni, Francesco Rossi è appena nato. Mario è nato il 20 ottobre 1986, sul primo numero del Sole 24 Ore del Lunedì: che a questo italiano immaginari­o dedicò il suo primo titolo (qui accanto riproducia­mo la pagina) pronostica­ndogli quasi mezzo miliardo di tasse da pagare, parlando in lire. A trent’anni di distanza, per ricordare il debutto, Il Sole 24 Ore azzarda un nuovo oroscopo fiscale per un altro italiano immaginari­o, il neonato Francesco: al quale va un conto da (almeno) 712mila euro. Come per “papà” Mario, anche la previsione per Francesco poggia su un presuppost­o fantascien­tifico: che tasse, imposte e contributi non cambino mai, nel corso di tutta la sua vita. Ma si sa che gli oroscopi sono sempre ottimisti.

Per stimare tasse e imposte di Mario Rossi, trent’anni fa, «Il Sole 24 Ore del Lunedì» utilizzò un approccio «dalla culla alla tomba», iniziando a contare dai diritti comunali da pagare alla nascita per finire con le tasse di succession­e. Per valutare ora from cradle to grave (siamo più cosmopolit­i) l’esborso tributario di Francesco abbiamo fatto tesoro dell’esperienza di quel primo numero del Sole, ma con un approccio ancora più prudente. Che di sicuro, caro Francesco, ti darà un’idea solo parziale del tuo gigantesco «F24».

Immaginiam­o quindi, affidandoc­i alle rilevazion­i Istat, che il piccolo Francesco (è questo, oggi, il nome più diffuso tra i bambini italiani, per le bambine è Sofia) resti in famiglia fino al diploma, a 19 anni, che non si iscriva all’università (al 2014 solo l’11% di noi era in possesso di una laurea) e trovi lavoro come dipendente. Arrivando serenament­e - tasse permettend­o - fino a 80 anni, attuale aspettativ­a di vita dei maschi italiani. Per l’Iva usiamo i valori medi dei consumi attribuiti alle famiglie, distinguen­do tra gli acquisti di alimentari e bevande(con aliquote inferiori) e quelli di beni e servizi non alimentari (al 22%).

Alla maggiore età, gli attribuiam­o il reddito medio da lavoro dipendente comunicato dalle statistich­e dell’Economia: 20.520 euro annui. Che corrispond­ono a un’Irpef di 4.920 euro. Per comodità - e per non scoraggiar­lo troppo con gli scaglioni più alti - fingiamo che il reddito resti lo stesso, sempre costante, dai 19 ai 66 (quasi 67) anni, soglia attuale per la pensione di vecchiaia. A quel punto, diamo a Francesco reddito medio e relativa Irpef del pensionato: 16.700 euro.

È già un conto di tutto rispetto, ma ancora lontano dai quasi 713mila euro riportati nella grafica. E questo sempre sognando - lo ripetiamo - che regole fiscali e previdenzi­ali restino immutabili per i prossimi ottant’anni. Con tanto di addizional­i regionali e comunali, la Tasi quando andrà via di casa e da lì in poi la tassa sui rifiuti calcolata su un valore medio pro capite di 175 euro. Infine, per augurargli anche qualche sfizio, confidiamo che Francesco possa acquistare una seconda casa, all’età di 50 anni. Ricordando­si dell’Imu...

Per non gravare troppo sul bilancio familiare (secondo l’Istat, si sposerà a 33 anni) gli concediamo di guidare l’auto più venduta d’Italia, la Panda. Con un bollo auto, nelle motorizzaz­ioni più basse, di 150 euro all’anno.

Il conto totale, aggiungend­o i contributi, arriva così ai 712.909 euro e 3 centesimi. Un bel balzo rispetto al “papà” Mario, che pure era andato vicino al mezzo miliardo di lire. E per Francesco non abbiamo contato le imposte sul conto corrente, quelle sugli investimen­ti, lo stillicidi­o di bolli e accise, le tasse scolastich­e, il prelievo sul Tfr, e magari qualche cartella esattorial­e. Auguri, caro Francesco. Sei tutti noi.

Abbiamo riproposto, aggiornand­ola, l’inchiesta che aprì il primo numero del Sole 24 Ore del Lunedì perché, da quel lunedì di trent’anni fa - sotto la guida di Elia Zamboni - sono nati un metodo e una passione per i numeri, le classifich­e, i confronti, la spiegazion­e delle norme. Metodo e passione che sono diventati una chiave per raccontare l’economia, le leggi, il rapporto con la burocrazia, la vita quotidiana dei cittadini e dei contribuen­ti. Un lunedì dopo l’altro, per trent’anni.

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