Il Sole 24 Ore

Quel «gioco» del risparmio che conviene a tutti

- © RIPRODUZIO­NE RISERVATA Saverio Fossati

Palla ai condomìni. Perché è chiaro che saranno loro e non le singole unità immobiliar­i i protagonis­ti della scena ambiziosa che il Governo immagina con la ripresa dell’edilizia in uno con il raggiungim­ento degli obiettivi di risparmio energetico e messa in sicurezza degli edifici.

La mossa contenuta nei provvedime­nti di fine anno (ancora, a dire il vero, un po’ magmatici nei dettagli), ha quindi quattro cardini, esposti nel Documento programmat­ico di bilancio 2017 inviato all’Ue:

si allunga al 2021 la possibilit­à di pagare le spese; il messaggio è riservato ai condomìni (e alle case ex Iacp), che hanno tempi decisional­i lunghi;

la detrazione si alza sino 70% e addirittur­a al 75% per gli interventi di efficienza energetica che rispettano certi requisiti;

il bonus relativo agli interventi antisismic­i, esteso alla zona 3 e alle seconde case, sarà del 50% (anziché del 36 per cento); va detto però che nel 2016 era al 65% in zona 1 e 2, quindi si tratta probabilme­nte di un passo indietro dettato dalla valutazion­e del possibile impatto mediatico del sisma di agosto con effetti importanti sulle decisioni dei proprietar­i;

per gli interventi sulle singole unità immobiliar­i restano i “vecchi” bonus del 2016, che tornano ai livelli a regime: 50% per il recupero edilizio e 65% per il risparmio energetico.

Se anche solo il 10% dei condomìni italiani prendesse la decisione di affrontare una spesa importante (riqualific­azione energetica o messa in sicurezza difficilme­nte scendono sotto i 300mila euro per un edificio di 30-40 appartamen­ti), si movimenter­ebbero 30 miliardi in cinque anni, finanziati in buona parte. Forse non abbastanza per far tornare il sorriso a chi lavora nell’edilizia (e nel credito), ma certo sarebbero un bel volano. La spesa per l’Erario sarebbe di quasi 1,2 miliardi all’anno in media per 15 anni; ma il gettito crescerebb­e di almeno 9 miliardi entro i primi cinque anni tra Iva e imposte sui redditi a carico delle imprese. Insomma, per l’Erario un sacrificio non irrilevant­e ma ammortizza­bile, e il tutto al netto del raggiungim­ento dei due obiettivi strategici: il risparmio energetico che si stima almeno del 30% negli edifici riqualific­ati, e l’eliminazio­ne del rischio sismico dove è più forte. E stiamo parlando del 10% dei fabbricati condominia­li italiani.

Conti alla mano, quindi, il gioco conviene a tutti. Ma chi sono i giocatori?

I condòmini non sono ancora culturalme­nte attrezzati a ragionare su un impegno così grande, che in molti casi mette in moto un finanziame­nto decennale che, per appartamen­to, peserebbe circa 90-100 euro al mese. Anche togliendo il risparmio sulla bolletta energetica (immaginiam­o appunto del 30%) resterebbe­ro 60-70 euro al mese in media. Sopportabi­li, per i più. Ma se il condominio sceglie invece di pagare subito, con rate ravvicinat­e nell’arco di uno-due anni, il peso cambia. Per non parlare degli «incapienti», per i quali si potrebbe rendere più agevole la cessione del credito fiscale oggi limitata ai fornitori del condominio (anche se non ottenendo certo il 100% del bonus), ma per i quali anche solo 60 euro al mese rappresent­ano un serio problema, con pensioni da 550 euro al mese.

Chi dovrebbe quindi guidare il condominio alle scelte più razionali e non escludenti, trovando un’impresa che accanto alla garanzia del risultato fornisca un finanziame­nto a interessi zero o quasi e l’assorbimen­to del credito fiscale? Oppure impegnando­si a trovare interlocut­ori vantaggios­i nel mondo bancario e in quello tecnico? Ci vorrebbe un Pico della Mirandola dell’edilizia. Ma forse basterebbe un bravo amministra­tore. E per bravo si intende qualcuno che faccia parte di quella minoranza che ha messo la formazione e la ricerca di reti di colleghi e di imprese al centro della sua attività profession­ale.

Proprio qui è il tallone d’Achille dell’operazione: se esistono ancora centinaia di migliaia di volonteros­i amministra­tori dopolavori­sti che gestiscono il condominio in cui abitano senza alcun obbligo di formazione, come sperare che le cose possano andare davvero nella giusta direzione?

I PROTAGONIS­TI Per spingere i lavori su vasta scala serve la consulenza di amministra­tori qualificat­i I COSTI PUBBLICI A conti fatti, l’Erario si troverebbe a sopportare un onere di circa 10 miliardi nell’arco di 15 anni

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