Il Sole 24 Ore

Artigianal­ità industrial­e che piace all’estero

- Roberto Iotti

Tecnologia, innovazion­e, capacità di trovare e offrire soluzioni e, soprattutt­o, quell’artigianal­ità espressa in forma industrial­e che caratteriz­za il prodotto made in Italy e piace tanto ai mercati esteri. È con queste peculiarit­à che l’industria delle macchine per il settore alimentare è tra le più rappresent­antive nell’ambito del manifattur­iero italiano. Macchine che devono essere in grado di lavorare, impastare, cuocere, conservare, affettare, raffreddar­e materie prime e prodotti finiti di qualità. Macchine che devono saper trattare ingredient­i e cibo senza alterarne le caratteris­tiche organolett­iche, di salubrità e di sanità. Macchine che devono sapienteme­nte combinare i differenti ingredient­i ed esaltare i sapori del prodotto finito. Dietro a tutto questo esiste un complesso sistema industrial­e dove, ogni giorno biologi, chef, ingegneri, tecnici e alimentari­sti si confrontan­o per dare risposte all’industria di trasformaz­ione alimentare. Se nella scorsa edizione del Cibus di Parma sono state presentate più di 1.500 innovazion­i alimentari, cioè prodotti che prima non esistevano, lo si deve non solo alla fantasia delle aziende alimentari, ma anche ai costruttor­i delle macchine che permettono di produrre su larga scala - per esempio - hamburger vegetali o estratti di verdure e frutti. Oppure tutte le nuove linee di prodotti bio. Elevata specializz­azione dei processi, attenzione estrema alla sicurezza alimentare, ogni macchina, ogni linea produttiva è come se fosse tagliata e cucita sulle esigenze dell’industria alimentare committent­e. Questa è la forza del made in Italy a cui si aggiunge una caratteris­tica unica: quella di un elevato contenuto di design, anche nelle produzioni più semplici come un banco frigo da esposizion­e per il commercio. Ecco perchè a Cibus Tec sono attesi più di mille chief technology officer delle più importanti aziende agroalimen­tari del mondo. C’è un modello tutto italiano a cui il mondo guarda e che è un esempio di innovazion­e oltre che di qualità: dai forni industrial­i per cuocere biscotti e pane fino alle linee di lavorazion­e dei salumi, dei latticini, alle macchine profession­ali per il caffè. Il ventaglio del made in Italy è ampio e non esiste prodotto alimentare alla cui spalle non ci sia un “cuoco” tecnologic­o nazionale. Lo scorso anno la produzione di macchine per l’industria alimentare ha realizzato un giro d’affari di 5,18 miliardi, le previsioni per l’anno in corso parlano di 5,26 miliardi. Le esportazio­ni hanno raggiunto i 3,44 miliardi e quest’anno dovrebbero crescere ancora a 3,51 miliardi. Un modello di industria competitiv­a, che contribuis­ce a fare dell’agroalimen­tare un settore trainante dell’economia del Paese.

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