Artigianalità industriale che piace all’estero
Tecnologia, innovazione, capacità di trovare e offrire soluzioni e, soprattutto, quell’artigianalità espressa in forma industriale che caratterizza il prodotto made in Italy e piace tanto ai mercati esteri. È con queste peculiarità che l’industria delle macchine per il settore alimentare è tra le più rappresentantive nell’ambito del manifatturiero italiano. Macchine che devono essere in grado di lavorare, impastare, cuocere, conservare, affettare, raffreddare materie prime e prodotti finiti di qualità. Macchine che devono saper trattare ingredienti e cibo senza alterarne le caratteristiche organolettiche, di salubrità e di sanità. Macchine che devono sapientemente combinare i differenti ingredienti ed esaltare i sapori del prodotto finito. Dietro a tutto questo esiste un complesso sistema industriale dove, ogni giorno biologi, chef, ingegneri, tecnici e alimentaristi si confrontano per dare risposte all’industria di trasformazione alimentare. Se nella scorsa edizione del Cibus di Parma sono state presentate più di 1.500 innovazioni alimentari, cioè prodotti che prima non esistevano, lo si deve non solo alla fantasia delle aziende alimentari, ma anche ai costruttori delle macchine che permettono di produrre su larga scala - per esempio - hamburger vegetali o estratti di verdure e frutti. Oppure tutte le nuove linee di prodotti bio. Elevata specializzazione dei processi, attenzione estrema alla sicurezza alimentare, ogni macchina, ogni linea produttiva è come se fosse tagliata e cucita sulle esigenze dell’industria alimentare committente. Questa è la forza del made in Italy a cui si aggiunge una caratteristica unica: quella di un elevato contenuto di design, anche nelle produzioni più semplici come un banco frigo da esposizione per il commercio. Ecco perchè a Cibus Tec sono attesi più di mille chief technology officer delle più importanti aziende agroalimentari del mondo. C’è un modello tutto italiano a cui il mondo guarda e che è un esempio di innovazione oltre che di qualità: dai forni industriali per cuocere biscotti e pane fino alle linee di lavorazione dei salumi, dei latticini, alle macchine professionali per il caffè. Il ventaglio del made in Italy è ampio e non esiste prodotto alimentare alla cui spalle non ci sia un “cuoco” tecnologico nazionale. Lo scorso anno la produzione di macchine per l’industria alimentare ha realizzato un giro d’affari di 5,18 miliardi, le previsioni per l’anno in corso parlano di 5,26 miliardi. Le esportazioni hanno raggiunto i 3,44 miliardi e quest’anno dovrebbero crescere ancora a 3,51 miliardi. Un modello di industria competitiva, che contribuisce a fare dell’agroalimentare un settore trainante dell’economia del Paese.