A Parma l’innovation hub
Nascerà nel cuore della food valley uno dei cinque “digital innovation hub” nazionali (29 in Europa), promossi dal progetto europeo I4MS (ICT Innovation for manufacturing SMEs), per favorire il trasferimento tecnologico tra università e industria e accelerare la trasformazione 4.0 delle Pmi del distretto. Un cluster, quello di Parma, dove 616 imprese dell’impiantistica alimentare generano 9mila posti di lavoro e un fatturato di 2,25 miliardi di euro, per il 60% legato all’export. Proprio al progetto Smile- Smart manufacturing innovation for lean excellence è dedicato il convegno di giovedì 27 ottobre, all’interno di Cibus Tec, in sala Pietro Barilla (ore 10) sa possibile dalle soluzioni 4.0, «e a quel punto saranno solo le economie di scala a fare la differenza», ribadisce il professore del Politecnico di Milano Giambattista Gruosso, che sta curando una ricerca sull’impatto 4.0 nella meccatronica tra Parma e Bologna.
Luci e ombre di un comparto della meccanica italiana che «soprattutto negli impianti di seconda trasformazione, nella supply chain e nella logistica distributiva sta lavorando da anni nella direzione della condivisione open e collaborativa di dati per il controllo dei processi. E sta iniziando anche a utilizzare macchine gemelle “virtuali” per migliorare i settaggi. Ma è indietro sui competitor tedeschi e americani quando si parla di applicazioni digitali», ribadisce Massimo Bartolini, docente di Ingegneria industriale all’Università di Parma.
«Il 4.0 è una delle vie di sviluppo del nostro comparto, non la panacea di tutti per restare sul mercato», afferma Daniele Salati Chiodini, contitolare della bolognese Minerva Omega Group e alla guida del comparto Costruttori affettatrici, tritacarne e affini di Assofoodtec. E lo dice con la consapevolezza di chi, alla guida di una Pmi di 15 milioni di fatturato e 70 dipendenti come Minerva Omega, ha iniziato tra anni fa a investire sull’Internet delle cose («e i clienti allora non mi capivano», ricorda) e ora ha ottenuto il premio Innovazione Smau 2016 per le sue macchine che dialogano con l’uomo.
«Innovazione responsabile e sostenibile più che 4.0 è la parola d’ordine delle tecnologie per l’alimentare», conclude Catelli, che con la sua Cft (195 milioni di fatturato, 90% export)è leader mondiale delle soluzioni hi-tech per la lavorazione dell’ortofrutta.