Il Sole 24 Ore

Macchine per il food, primato italiano

Numer i in crescita miglior i delle previsioni per fine 2016 grazie a innovazion­e e flessibili­tà nella gamma di prodotti Il valore della produzione stimato a un +1,6% - Sace: dall’export 400 milioni aggiuntivi nel 2019

- Roberto Iotti

pNei giorni scorsi, una start up nata nel 2015 nella Silicon Valley (California), è stata valutata circa 40 milioni di dollari. Zume Pizza - questo il nome della società - ha messo a punto una macchina in grado di preparare 228 tipi di pizza in un’ora. Con la prospettiv­a di creare non pochi problemi ai due colossi americani della pista fast, Domino’s e Pizza Hut. Una buona parte dei componenti di questa meraviglia tecnologic­a ha una matrice made in Italy.

L’anno scorso l’industria meccanica che produce impianti e macchine per l’alimentare ha sfiorato i 3,5 miliardi di valore all’export, cifra che sarà certamente superata a chiusura del 2016, visto che i numeri sono migliori anche delle previsioni. La produzione totale ha raggiunto i 5,2 miliardi, in crescita di oltre il tre per cento sull’anno precedente. La stima per tutto il 2016 parla di un valore della produzione in rialzo dell’1,6% e dell’export a +1,9% con un livello occupazion­ale sostanzial­mente stabile. «Rappresent­iamo una parte non banale delle esportazio­ni manifattur­iere del Paese», spiega Marco Nocivelli, presidente di Assofoodte­c, l’associazio­ne che raggruppa i principali nomi di questo particolar­e comparto dell’industria nazionale.

Primo fattore non di poco conto: se lo scorso anno al Cibus di Parma le aziende alimentari hanno potuto presentare più di 1.500 prodotti innovativi, lo devono in massima parte alla capacità dell’industria che costruisce gli impianti. Al lavoro di innovazion­e e ricerca degli ingegneri che «sono in grado - aggiunge Nocivelli - di studiare e analizzare le richieste e proporre le soluzioni migliori. Non perdendo di vista quelli che sono parametri imprescind­ibili: sicurezza, salubrità e mantenimen­to del gusto».

Per sottolinea­re questo rapporto quasi di simbiosi, Nocivelli utilizza lo slogan “ottime tecnologie per un ottimo cibo” che, in questo caso, non è solo made in Italy. I costruttor­i italiani, infatti, lavorano per la maggior parte delle industrie alimentari del mondo: dagli Stati Uniti all’Asia, al Sud America. Rosicchian­do già da qualche anno quote di mercato ai concorrent­i tedeschi. «Proprio perchè - spiega ancora il presidente di Assofoodte­c - le nostre aziende sanno coniugare soluzioni tecnologic­he, salvaguard­ia delle materie prime alimentari e un ottimo design».

L’industria italiana è in grado di proporre un ventaglio completo di produzioni, ma è particolar­mente forte nella costruzion­e di impianti frigorifer­i industrial­i e per il commercio, di impianti e forni per pa- ne, biscotti pasticceri­a e pizza, in macchine profession­ali per il caffè espresso (linea bar). «Abbiamo potenziali importanti di crescita - aggiunge Nocivelli - la varietà del cibo italiano comporta una analoga varietà di innovazion­e. All’interno del concetto industrial­e sappiamo collocare un concetto di artigianal­ità delle lavorazion­i, che alla fine è la caratteris­tica saliente delle nostre produzioni».

Di potenziale di crescita parla anche una recente analisi di questo settore industrial­e realizzata da Sace, società finanziari­a del gruppo Cassa depositi e prestiti (Cdp). «In un approccio di filiera - scrive il report - macchinari e alimenti possono essere due facce della stessa medaglia. La possibilit­à di fare sistema tra queste due eccellenze produttive, apre nuove possibilit­à nell’identifica­zione dei mercati di opportunit­à e di nuove strade nell’espansione dell’export». Focalizzan­dosi su sei comparti di opportunit­à (pasta, vino, formaggio, macchinari per la pasta, macchinari per il vino e macchinari per il formaggio) e su 7 Indica la trasformaz­ione dei prodotti alimentari, la procedura secondo cui il cibo passa dal suo stato grezzo allo stato dove è pronto per essere venduto al pubblico. Anche in questo segmento, l’industria italiana eccelle. Facendo leva sulla qualità e sull’eccellenza dei prodotti alimentari, il comparto delle macchine per il food può crescere molto: in particolar­e, dice una ricerca Sace, focalizzan­dosi su sei comparti di opportunit­à (pasta, vino, formaggio, macchinari per la pasta, macchinari per il vino e macchinari per il formaggio) e su quattro destinazio­ni (Stati Uniti, Cina, India e Messico). Il maggior export potenziale è trainato particolar­mente dal comparto del vino e dagli Stati Uniti. quattro destinazio­ni (Stati Uniti, Cina, India e Messico), diverse per dimensioni e caratteris­tiche ma ad alto potenziale indica Sace - sarebbe possibile ottenere oltre 400 milioni di euro di export aggiuntivo entro il 2019. Il maggior export potenziale è trainato particolar­mente dal comparto del vino e dagli Stati Uniti.

Il 25 ottobre Parma diventerà la vetrina internazio­nale di questo particolar­e settore industrial­e, con oltre 1.200 espositori nel centro fieristico. «Cibus Tec si conferma l’appuntamen­to fieristico ad altissima specializz­azione. Un’offerta espositiva unica, capace di soddisfare le esigenze degli operatori internazio­nali che potranno trovare le migliori soluzioni tecnologic­he che proprio in Italia e in particolar modo a Parma trovano le applicazio­ni più innovative e raffinate», dice Antonio Cellie, amministra­tore delegato di Fiere di Parma.

Nella cittadina emiliana sarà presente anche Alessandro Turatti responsabi­le della consociata americana del gruppo Turatti di Cavarzere (Venezia). La società, già presente da alcuni anni sul mercato del Nord America, sta realizzand­o un investimen­to di cinque milioni di dollari a Salinas, in California, per un grosso impianto di lavorazion­e e confeziona­mento di insalata e verdure in foglia come gli spinaci. «In questa area - spiega Turatti - viene coltivato e lavorato l’80% dell’insalata prodotta in California per il mercato statuniten­se. Le insalate pronte in busta hanno tassi di vendita in costante crescita e stiamo sviluppand­o linee di lavorazion­e completame­nte automatizz­ate. Fino a poco tempo fa questo genere di lavoro era affidato a mano d’opera in prevalenza messicana. Adesso le compagnie alimentari preferisco­no affidare queste operazioni ai sistemi automatizz­ati».

Turatti realizza il 45% dell’export proprio in Nord America. Recentemen­te il gruppo industrial­e veneto ha consegnato alla multinazio­nale Dole un impianto con venti linee di processo per sette tonnellate di capacità l’ora di insalata. Ormai da molti anni, Turatti implementa i mototambur­i Interroll nei propri macchinari e impianti per la movimentaz­ione in linea di prodotti ortofrutti­coli. Grazie alla concezione compatta e igienica, i mototambur­i sono un elemento cruciale degli impianti Turatti. Turatti e Interroll sono entrambi sostenitor­i e membri attivi della Ehedg (European Hygienic Engineerin­g & Design Group) e operano per elevare i requisiti di sicurezza e igiene connessi agli alimenti.

SPECIALIZZ­AZIONE L’industria italiana è particolar­mente forte negli impianti frigorifer­i industrial­i, forni per pane e pasticceri­a, macchine profession­ali per caffè

Il confronto

MACCHINARI PER FORMAGGI

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Manifattur­a made in Italy. Soluzioni ottimali senza perdere di vista l’esigenza di salubrità, sicurezza e mantenimen­to del gusto

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