Per crescere oltre confine si guarda ai mercati asiatici
In Cina e India si stanno evolvendo le food technology
pRallenta la corsa sui mercati esteri della meccanica alimentare ma la crescita rimane superiore al dato totale nazionale dell’export. Gli ordini della prima parte dell’anno hanno raffreddato l’entusiasmo delle aziende e l’ufficio studi di Anima (la Federazione delle associazioni della meccanica varia ed affine) ha prontamente tradotto il rallentamento dell’export in stime 2016 dimezzate rispetto al 2015.
Secondo Anima, quest’anno le esportazioni di tecnologie e attrezzature per prodotti alimentari caleranno dal +4,1% del 2015 all’1,6% dell’anno corrente a 3,5 miliardi. Frenata anche per la produzione: 5,2 miliardi, +1,6%, contro il +3,2% precedente. Il commercio estero vale il 70% della produzione.
«Si tratta di previsioni comunque positive - osserva Alessandro Durante, direttore delle relazioni esterne e internazionalizzazione di Anima -. Sulle stime pesa non poco il rallentamento mondiale dell’economia nonchè l’instabilità politica. Alla fine però nulla è compromesso, rimaniamo ottimisti sulla crescita e medio-lungo termine, anche perchè Industria 4.0 sarà accessibile alle piccole e medie imprese».
Le previsioni di Anima sono le medie di oltre una dozzina di comparti. In dettaglio, i “giganti” delle tecnologie alimentari rimangono casalinghi, frigoriferi e compressori per il commercio, macchine e forni per pane e pasticceria, macchine per caffè espresso, macchine per le carni e l’ortofrutta.
Le previsioni dell’ufficio studi di Anima indicano per quest’anno tassi di crescita più sostenuti per le macchine per l’industria dolciaria (+6%), per l’ortofrutta (+4,7%) e per le macchine e forni per pane e pasticceria (+3,4%); più moderate per compressori (+1%) e frigoriferi per il commercio (+0,6%). Tuttavia nessun comparto dovrebbe essere colpito da una contrazione produttiva.
Il discorso non muta sul fronte delle esportazioni: tutti i settori, chi più chi meno, dovrebbero registrate un progresso che varia dal +6,5% delle macchine per l’ortofrutta al +5,1% per il dolciario e al +2,8% per macchine e forni per panificazione e pasticceria.
Macchine taylor made
«La vitalità dell’industria meccanica alimentare è fuori discussione - interviene Fabio Bettio, brand manager di Cibus Tec, evento fieristico di punta del settore -. Ce la giochiamo alla grande con i tedeschi anche se l’approccio degli operatori italiani è ben diverso: noi confezioniamo macchine “su misura” per i clienti mentre i tedeschi sono orientati sui grandi sistemi standard».
Bettio non è stupito della performance del comparto delle macchine per l’ortofrutta. «Ortofrutta e latte sono le eccellenze della piattaforma Cibus Tec. Nell’ortofrutta si realizzano sistemi complessi che operano per 10-15-20 anni. E i leader del settore realizzano magari uno o due grandi macchine l’anno». Cibus Tec è in programma a Parma dal 25 al 28 ottobre. L’evento è gemellato con Anuga Food Tec che si svolgerà nel marzo del 2018 a Colonia. «Nelle macchine per la lavorazione della carne - aggiunge Bettio - abbia- mo investito e oggi offriamo l’intera filiera. A Parma abbiamo comunque espositori di primo piano anche del forno e delle macchine per il caffè in capsule. Sarà il mercato a decretare il successo della manifestazione italiana di riferimento».
Durante (Anima): «Criterio di scelta resta la stabilità politica»
Dove va l’export
Nella mappa dell’export italiano di tecnologie alimentari primeggiano grandi mercati come quello europeo o americano che poi sono anche i principali consumatori del food made in Italy. Nel forno svettano Francia, Russia e Stati Uniti; nel dolciario, Cina, India e Russia; nell’ortofrutta Stati Uniti, Turchia e Francia; nella macchine per caffè, Usa, Regno Unito, Germania e Corea; nella lavorazione delle carni, Usa, Francia e Spagna; nei frigoriferi, Francia, Germania e Regno Unito.
Quali sono i criteri di scelta dei mercati? «Sempre più quelli della stabilità politica - risponde Durante -. È fin troppo facile puntare sul gigantesco mercato americano ma qui bisogna sottostare a una serie di normative che implicano un dispendio di tempo e risorse umane. Insomma va benissimo per chi decide di dedicarsi».
E poi? «I nuovi mercati, quelli politicamente stabili - sottolinea Durante - localizzati in Asia, Medio oriente e anche nelle repubbliche ex sovietiche: le differenze linguistiche e culturali sono notevoli, inoltre manca l’assistenza tecnica ma sono mercati più facili in cui stare». In particolare si punta, oltre agli Usa, su Cina e India, dove le food technology si stanno evolvendo in un ambiente complessivamente accogliente. «Nei paesi i n via di sviluppo - conclude Durante - un aspetto critico è quello della logistica del food: le aree urbanizzate sono immense e dotarsi delle tecnologie della catena del freddo per il trasporto è strategico».
LOGISTICA CRUCIALE Nelle aree urbanizzate immense diventa strategico dotarsi delle tecnologie della catena del freddo per il trasporto dei cibi