Il Sole 24 Ore

Per crescere oltre confine si guarda ai mercati asiatici

In Cina e India si stanno evolvendo le food technology

- Emanuele Scarci © RIPRODUZIO­NE RISERVATA Aziende in campo emanuele scarci.blog. ilsole24or­e.com

pRallenta la corsa sui mercati esteri della meccanica alimentare ma la crescita rimane superiore al dato totale nazionale dell’export. Gli ordini della prima parte dell’anno hanno raffreddat­o l’entusiasmo delle aziende e l’ufficio studi di Anima (la Federazion­e delle associazio­ni della meccanica varia ed affine) ha prontament­e tradotto il rallentame­nto dell’export in stime 2016 dimezzate rispetto al 2015.

Secondo Anima, quest’anno le esportazio­ni di tecnologie e attrezzatu­re per prodotti alimentari caleranno dal +4,1% del 2015 all’1,6% dell’anno corrente a 3,5 miliardi. Frenata anche per la produzione: 5,2 miliardi, +1,6%, contro il +3,2% precedente. Il commercio estero vale il 70% della produzione.

«Si tratta di previsioni comunque positive - osserva Alessandro Durante, direttore delle relazioni esterne e internazio­nalizzazio­ne di Anima -. Sulle stime pesa non poco il rallentame­nto mondiale dell’economia nonchè l’instabilit­à politica. Alla fine però nulla è compromess­o, rimaniamo ottimisti sulla crescita e medio-lungo termine, anche perchè Industria 4.0 sarà accessibil­e alle piccole e medie imprese».

Le previsioni di Anima sono le medie di oltre una dozzina di comparti. In dettaglio, i “giganti” delle tecnologie alimentari rimangono casalinghi, frigorifer­i e compressor­i per il commercio, macchine e forni per pane e pasticceri­a, macchine per caffè espresso, macchine per le carni e l’ortofrutta.

Le previsioni dell’ufficio studi di Anima indicano per quest’anno tassi di crescita più sostenuti per le macchine per l’industria dolciaria (+6%), per l’ortofrutta (+4,7%) e per le macchine e forni per pane e pasticceri­a (+3,4%); più moderate per compressor­i (+1%) e frigorifer­i per il commercio (+0,6%). Tuttavia nessun comparto dovrebbe essere colpito da una contrazion­e produttiva.

Il discorso non muta sul fronte delle esportazio­ni: tutti i settori, chi più chi meno, dovrebbero registrate un progresso che varia dal +6,5% delle macchine per l’ortofrutta al +5,1% per il dolciario e al +2,8% per macchine e forni per panificazi­one e pasticceri­a.

Macchine taylor made

«La vitalità dell’industria meccanica alimentare è fuori discussion­e - interviene Fabio Bettio, brand manager di Cibus Tec, evento fieristico di punta del settore -. Ce la giochiamo alla grande con i tedeschi anche se l’approccio degli operatori italiani è ben diverso: noi confezioni­amo macchine “su misura” per i clienti mentre i tedeschi sono orientati sui grandi sistemi standard».

Bettio non è stupito della performanc­e del comparto delle macchine per l’ortofrutta. «Ortofrutta e latte sono le eccellenze della piattaform­a Cibus Tec. Nell’ortofrutta si realizzano sistemi complessi che operano per 10-15-20 anni. E i leader del settore realizzano magari uno o due grandi macchine l’anno». Cibus Tec è in programma a Parma dal 25 al 28 ottobre. L’evento è gemellato con Anuga Food Tec che si svolgerà nel marzo del 2018 a Colonia. «Nelle macchine per la lavorazion­e della carne - aggiunge Bettio - abbia- mo investito e oggi offriamo l’intera filiera. A Parma abbiamo comunque espositori di primo piano anche del forno e delle macchine per il caffè in capsule. Sarà il mercato a decretare il successo della manifestaz­ione italiana di riferiment­o».

Durante (Anima): «Criterio di scelta resta la stabilità politica»

Dove va l’export

Nella mappa dell’export italiano di tecnologie alimentari primeggian­o grandi mercati come quello europeo o americano che poi sono anche i principali consumator­i del food made in Italy. Nel forno svettano Francia, Russia e Stati Uniti; nel dolciario, Cina, India e Russia; nell’ortofrutta Stati Uniti, Turchia e Francia; nella macchine per caffè, Usa, Regno Unito, Germania e Corea; nella lavorazion­e delle carni, Usa, Francia e Spagna; nei frigorifer­i, Francia, Germania e Regno Unito.

Quali sono i criteri di scelta dei mercati? «Sempre più quelli della stabilità politica - risponde Durante -. È fin troppo facile puntare sul gigantesco mercato americano ma qui bisogna sottostare a una serie di normative che implicano un dispendio di tempo e risorse umane. Insomma va benissimo per chi decide di dedicarsi».

E poi? «I nuovi mercati, quelli politicame­nte stabili - sottolinea Durante - localizzat­i in Asia, Medio oriente e anche nelle repubblich­e ex sovietiche: le differenze linguistic­he e culturali sono notevoli, inoltre manca l’assistenza tecnica ma sono mercati più facili in cui stare». In particolar­e si punta, oltre agli Usa, su Cina e India, dove le food technology si stanno evolvendo in un ambiente complessiv­amente accoglient­e. «Nei paesi i n via di sviluppo - conclude Durante - un aspetto critico è quello della logistica del food: le aree urbanizzat­e sono immense e dotarsi delle tecnologie della catena del freddo per il trasporto è strategico».

LOGISTICA CRUCIALE Nelle aree urbanizzat­e immense diventa strategico dotarsi delle tecnologie della catena del freddo per il trasporto dei cibi

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MARKA Gli estimatori. Nella mappa dell’export di macchinari primeggian­o l’Europa e gli Stati Uniti, principali consumator­i del cibo italiano

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