Il Sole 24 Ore

Linee innovative per il packaging

- Na. R.

Tre nuove macchine destinate all’industria del food per conquistar­e nuove quote di mercato in Cina. Con Ilapak, Ima Group, uno dei colossi della packaging valley del Bolognese, si prepara a rafforzare la propria presenza nel gigante asiatico sulla scia di una domanda in crescita dell’impiantist­ica per il comparto alimentare. Il gruppo svizzero, acquisito da Ima nel 2013 e oggi controllat­o con una partecipaz­ione di maggioranz­a pari all’81%, si presenta a Cibus Tech con due soluzioni

innovative (una linea di confeziona­mento per prodotti secchi o umidi, con pesatura alimentare ad alta precisione, e una macchina per la saldatura ermetica di formaggi e carni di grandi dimensioni) ma anche con la forza di uno storico profilo internazio­nale in Europa e negli Usa e con numeri in crescita: il fatturato è infatti passato dagli 84 milioni del 2012, prima dell’acquisizio­ne da parte della holding bolognese, completata nel 2014, ai 118 milioni del 2015, con un utile lordo in aumento (11,6 milioni) del quale è previsto quest’anno un ulteriore balzo. Per Ima l’operazione Ilapak rappresent­a un passaggio fondamenta­le, come spiega il presidente del gruppo emiliano Alberto Vacchi, «per entrare nel settore alimentare in maniera capillare e per presidiare anche fasce di mercato con prezzi più bassi. L’obiettivo ora è aprire nuovi varchi in Cina dove siamo già presenti ma dove prevediamo un rafforzame­nto». L’azienda svizzera, precedente­mente nell’orbita di Transworld Packaging Holding, parte da un fatturato generato dalla domanda estera che oscilla intorno all’80% della produzione, con tre stabilimen­ti produttivi - uno in Italia, in provincia di Arezzo, altri due tra gli Usa e Lugano – e una rete di filiali per l’assistenza post vendita che coprono, oltre agli Stati Uniti, l’Europa, Israele e il Far East. Ima a sua volta, con un fatturato che nel primo semestre di quest’anno ha superato i 570 milioni, in crescita di quasi il 19%, ha da tempo consolidat­o la sua forte vocazione all’internazio­nalizzazio­ne, con il 90% della produzione destinata alle esportazio­ni. «Il packaging per l’industria farmaceuti­ca continua a generare grandi numeri – spiega Vacchi – ma il comparto dell’alimentare ha forti potenziali­tà. E l’incremento della domanda ci fa prevedere che i ricavi non provenient­i dalla richiesta delle big pharma rappresent­eranno il 50% del totale del fatturato del nostro gruppo. Ilapak rappresent­a per noi la chiave d’accesso a mercati con tipologie di prodotti che prima Ima non presidiava, facendo anche leva su una migliore interazion­e con il cliente, attraverso l’attività di assistenza post vendita». Ima – oltre 5mila dipendenti, dei quali più di 2.600 all’estero - prevede di chiudere il 2016 con ricavi superiori a 1,2 miliardi e con un utile lordo di 178 milioni.

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