Ai revisori più vincoli sulla documentazione dell’attività svolta
Le indicazioni del pr incipio Isa Italia 230 Occorre formare le carte definitive entro 60 giorni
pRevisori e sindaci più attenti a documentare la loro attività. A chiedere un maggior impegno ai professionisti nel tenere le carte relative allo svolgimento dell’incarico sono i principi di revisione, già in vigore per il controllo dei bilanci relativi ai periodi amministrativi iniziati dal 1° gennaio 2015.
La documentazione di revisione permette al professionista di dare prova di avere pianificato l’attività in modo adeguato e di aver rispettato i principi e le norme in vigore. La rendicontazione del lavoro, utile per le ispezioni e il riesame della qualità, sarà di supporto al revisore per supervisionare il lavoro del suo team. In particolare, il principio di revisione «Isa Italia 230», oltre a definire gli obiettivi, precisa la forma, l’organizzazione, i contenuti e la modalità di custodia dei documenti.
La tenuta
La forma delle carte di lavoro è libera: possono essere su supporto cartaceo, elettronico o di altro tipo, purché sia chiaramente identificabile il nome dell’azienda, il bilancio d’esercizio in esame, la fir- ma del revisore e la data di verifica (ed eventualmente la data del riesame e la firma del responsabile che lo ha effettuato). Non devono inoltre mancare la numerazione, indicata nell’indice, e il collegamento tra le carte di lavoro e la corrispondente scheda riepilogativa.
Nella prassi viene istituito un audit file con le carte di lavoro correnti ( current file) e permanenti ( permanent file). Mentre le carte di lavoro correnti sono relative alle singole voci di bilancio e alle informazioni relative alla verifica in corso, i documenti permanenti si riferiscono a informazioni societarie e fiscali di tipo generale, utili per ogni mandato e che nel tempo vengono aggiornate in base agli eventi. La struttura dell’audit file dipende da fattori come, ad esempio, la dimensione e la complessità dell’impresa, il tipo di procedure e metodologie usate e i rischi identificati di errori significativi. Il revisore, se lo ritiene utile, può prevedere un riepilogo, cioè un “memorandum conclusivo”, che riporti gli aspetti significativi incontrati durante il lavoro e il modo in cui sono stati fronteggiati.
I tempi
L’Isa Italia 230 prevede che i documenti raccolti durante l’incarico di revisione siano predisposti in versione definitiva in modo tempestivo. Questa tempestività viene declinata dall’Isqc Italia 1 in 60 giorni dalla data della relazione di revisione. Oltre questo termine non sono consentite integrazioni per altre verifiche o elaborazione di nuove conclusioni, ma solo modifiche formali, come ad esempio l’eliminazione di documentazione superata o la classificazione secondo uno specifico ordine.
Il principio prevede che le integrazioni alle carte di lavoro siano possibili solo se si verificano circostanze eccezionali che rendano necessarie nuove procedure o inducano il revisore a modificare le proprie conclusioni. Ad esempio se il revisore viene a conoscenza di nuovi fatti che, se conosciuti durante la revisione, avrebbero potuto avere effetti sulla relazione. In questi casi il revisore può, anzi deve, metter mano all’audit file, documentando le nuove circostanze, le procedure di revisione svolte (nuove o integrative), gli elementi di prova ottenuti e le conclusioni raggiunte.
Il principio Isa Italia 230 precisa anche che le carte di lavoro devono essere conservate per dieci anni dalla relazione di revisione e devono essere custodite assicurandone la riservatezza, la sicurezza, l’integrità e la rintracciabilità.
I sindaci
I sindaci-revisori, oltre a verbalizzare nel libro gli accertamenti eseguiti nello svolgimento dell’attività di vigilanza, sono anche loro tenuti a predisporre e conservare le carte di lavoro. Responsabile della custodia può essere il presidente del collegio sindacale o un’altra persona delegata da indicare in un verbale da riportare nel libro del collegio.