Il Sole 24 Ore

Recuperi triennali per gli sforamenti

- Anna Guiducci Patrizia Ruffini

pL e i ncertezze maggiori nella predisposi­zione del bilancio 2017-2019 sono quelle collegate al rispetto del pareggio di bilancio ed alle spese finanziate con il ricorso al debito e all’utilizzo dell’avanzo di amministra­zione, dopo le novità definite con la legge 164/2016 che ha riformato la 243 del 2012.

Ai fini del rispetto del pareggio di bilancio per gli anni 2017/2019, il fondo pluriennal­e vincolato di entrata e di uscita potrà essere conteggiat­o nel saldo rilevante compatibil­mente con gli obiettivi di finanza pubblica su base triennale. Nel 2016, l’inclusione del Fondo pluriennal­e vincolato nei saldi di finanza pubblica ha comportato un finanziame­nto di 660 milioni di euro. Per il prossimo triennio si prospetta una ripetizion­e del meccanismo, ma la cifra in discussion­e è più ridotta e comunque destinata a rimanere incerta fino all’approvazio­ne definitiva della legge di bilancio. Solo dal 2020 il Fondo pluriennal­e vincolato entrerà a regime tra le voci rilevanti concorrend­o definitiva­mente al rispetto degli obiettivi di finanza pubblica, a condizione però che derivi da entrate finali (eccetto quindi quelle le entrate che derivano da indebitame­nto e l’avanzo di amministra­zione).

Di rilievo anche il nuovo meccanismo di premi e sanzioni che poggia sul recupe- ro triennale a quote costanti dell’eventuale sforamento e sull’incentivo premiale per gli enti che rispettano i vincoli. La legislazio­ne statale che discipline­rà premi e sanzioni dovrà seguire criteri di proporzion­alità tra premi e sanzioni e tra sanzioni e sforamenti, e dovrà distribuir­e gli effetti finanziari all’interno dello stesso comparto di riferiment­o.

Dopo le modifiche introdotte dalla legge 164/2016 gli enti potranno da subito preventiva­re le operazioni di indebitame­nto e gli importi di investimen­ti finanziati con l’utilizzo dei risultati di amministra­zione nei limiti consentiti dal proprio saldo di finanza pubblica. Le spese legate a mutui e applicazio­ne di avanzo i cui importi eccedono il saldo del singolo ente potranno essere invece effettuate sulla base di intese regionali o, in subordine, dei patti di soli- 7 Il fondo pluriennal­e vincolato è lo strumento messo in campo dalla riforma della contabilit­à per gestire le spese in conto capitale che non si traducono in pagamenti nel corso dello stesso anno in cui sono impegnate. Nel 2016 una quota del fondo pluriennal­e vincolato, pari a 660 milioni per il complesso dei Comuni, è stata inserita nei calcoli delle entrate utili ai fini del rispetto degli obblighi di pareggio di bilancio. Il meccanismo dovrebbe essere ripetuto per il 2017-2019, in attesa di diventare struttural­e a partire dal 2020 come previsto dall’ultimo correttivo del pareggio di bilancio darietà nazionali. Con le intese regionali gli enti avranno la possibilit­à durante l’esercizio 2017 di rendere flessibili i vincoli, nel rispetto del saldo complessiv­o degli enti territoria­li e della regione.

Secondo le prime anticipazi­oni delle regole in corso di definizion­e (per i contenuti del decreto attuativo in corso di predisposi­zione si veda Il Sole 24 Ore di giovedì scorso, 20 ottobre), l’assegnazio­ne degli spazi dovrà tener conto prioritari­amente dei Comuni con popolazion­e inferiore ai mille abitanti.

Sono inoltre elementi di preferenza la disponibil­ità di progetti esecutivi, la maggiore i ncidenza del fondo cassa rispetto alla quota vincolata agli investimen­ti del risultato di amministra­zione e alla quota libera destinata a investimen­ti.

I patti di solidariet­à nazionale, infine, avranno la funzione di soddisfare le richieste non accolte nelle intese regionali.

INVESTIMEN­TI Nelle intese regionali sugli spazi finanziari priorità ai piccoli Comuni e agli enti che hanno a disposizio­ne progetti esecutivi

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