Programmi in bilico fra regole in vigore e novità in arrivo
pTempi stretti per i servizi finanziari degli enti, impegnati nel chiudere la programmazione politica e operativa per il prossimo triennio, nel rispetto della legislazione vigente. Lo schema di documento unico di programmazione, presentato dalla giunta al consiglio entro lo scorso 31 luglio, può essere modificato e integrato entro il 15 novembre con la nota di aggiornamento, da redigere in caso di modifiche normative o di variazioni del contesto economico e sociale. Entro il 15 novembre, contestualmente all’eventuale nota di aggiornamento al Dup, la giunta deve presentare anche lo schema di bilancio di previsione per il prossimo triennio, completo di allegati (alcuni dei quali nuovi come il piano degli indicatori e dei risultati attesi) per la definitiva approvazione da parte del consiglio entro il 31 dicembre. Il parere dell’organo di revisione, dopo le novità apportate dal Dl 113/2016, deve essere acquisito dopo l’approvazione dei documenti in giunta.
Sul fronte delle entrate tributarie, sembra scontata la proroga del blocco delle aliquote; si discute di una possibile “liberazione” dell’imposta di soggiorno, almeno per i Comuni che non l’hanno ancora istituita, ma la partita è aperta e non può influire sulla programmazione. Fuori dal blocco rimangono la Tari e gli aumenti disposti dagli enti locali in stato di dissesto o predissesto, oltre alle tariffe di natura patrimoniale come il canone di occupazione spazi ed aree pubbliche.
Sul fronte delle risorse trasferite dallo Stato non sono previsti ad oggi tagli strutturali ai fondi assegnati ai Comuni. Va ricordato comunque che le risorse che saranno attribuite ad ogni ente nel prossimo triennio cambieranno rispetto all’anno precedente a causa delle modifiche al meccanismo redistributivo, per il quale è maggiore la quota attribuita sulla base della differenza fra capacità fiscali e fabbisogni standard (40% nel 2017 e 55% nel 2018, contro il 30% del 2016). Per questa ragione, il governo punta ad accelerare con la pubblicazione dei dati definitivi, con l’obiettivo di renderli disponibili entro fine anno in vista del termine per i preventivi che sarà fissato al 28 febbraio.
Ancora in discussione il contributo ai Comuni di 390 milioni a titolo di ristoro del minor gettito Imu/Tasi. In base all’articolo 9-ter del Dl 113/2016, per gli anni 2017 e 2018 potrà essere previsto in bilancio il contributo relativo alle penali sostenute a seguito dell’estinzione anticipata, totale o anche parziale, dei mutui e dei prestiti obbligazionari. Inoltre, solo per il 2017 si potrà prevedere il 100% delle entrate derivanti da compartecipazione al gettito da lotta all’evasione dei tributi statali.
Fra le ulteriori risorse divenute strutturali, anche l’assegnazione di 75,7 milioni (Dl 102/2013) relativa alle riduzioni/ abolizioni dell’Imu (assimilazione cooperativa a proprietà indivisa, alloggi sociali, comparto sicurezza, esenzione fabbricati merce) e il ristoro di 110,7 milioni per le riduzioni connesse all’abolizione dell’Imu su fab-
IL NODO Il Documento unico può essere modificato entro il 15 novembre quando la manovra non sarà ancora approvata
bricati rurali strumentali (ad esclusione della quota riconducibile ai fabbricati «D10» già assegnati allo Stato) e alla riduzione del moltiplicatore (da 110 a 75) per i terreni posseduti e condotti da agricoltori professionali iscritti alla previdenza agricola.
Solo per il 2017 l’equilibrio corrente può essere raggiunto attraverso l’utilizzo del 100% dei proventi per oneri concessori e delle sanzioni edilizie per il finanziamento della manutenzione ordinaria del verde, delle strade e del patrimonio comunale, nonché per spese di progettazione di opere pubbliche (comma 737 della legge di stabilità 2016).
In termini di liquidità, non opera più la deroga vigente fino al 2016, per cui potrà essere prevista l’anticipazione di tesoreria entro il limite massimo ordinario fissato dall’articolo 222 del Tuel nei tre dodicesimi delle entrate correnti accertate nel penultimo esercizio precedente (per il 2017 si dovrà fare quindi riferimento alle entrate accertate nel 2015).